giovedì 27 dicembre 2012

...Familia...


Mi fa quasi strano trovarmi a parlare di quest'argomento... "Famiglia" è una parola di cui in molti si riempiono la bocca, soprattutto in tempi di campagna elettorale... Si parla di unità, di tradizioni, di convenzioni, ma io non voglio usare questo termine con un falso moralismo che non mi appartiene... Non credo nell'amore familiare come obbligo, come dovere, non credo che sia il "sangue" a unire le persone, ma il rapporto che hanno fra di loro...non credo nella famiglia "tradizionale", formata da una coppia di sesso diverso e dai loro figli. Ho sempre sostenuto che dovremo basarci sul concetto "economico" di famiglia...ogni comunità è famiglia per l'economia, dai conventi di monache, al gruppo di studenti fuori sede...
Credo anche, però, che la famiglia sia il fondamento della società, perché E' una società in piccolo. In Italia, al di là dei cliché stupidi, è grazie alle famiglie che le persone riescono a sopravvivere: le nostre famiglie, quelle col lavoro stabile e sicuro che oggi va così poco di moda, hanno permesso alle giovani generazioni di studiare, vivere in maniera discretamente agiata, avere il tempo per trovare un lavoro e l'indipendenza. E questo perché a loro volta le loro famiglie di origine, quelle della vecchia generazione, ora in pensione, hanno allevato nipoti, dato aiuto e sostegno morale ed economico, perché hanno sempre risparmiato.
Dopo l'analisi economico-sociale, anche dal punto di vista emotivo, affettivo, evolutivo dell'individuo la famiglia ha un ruolo fondamentale: è la base, è dove ti formi, dove cresci, dove, teoricamente, impari la differenza tra giusto e sbagliato...
Chi più chi meno ci lamentiamo tutti delle nostre famiglie, dato che non ne esistono di perfette e non ce le scegliamo: la convivenza è sempre difficile, soprattutto in certi momenti della vita. Io sono la prima a lamentarmi, come tutti i "bravi" figli che affrontano lo scontro fra generazioni, ma sono contenta di essere cresciuta nella mia famiglia: non sono, appunto, perfetti, anzi, ma mi hanno insegnato quello che ritengo la base della vita in comunità: il rispetto. Mi hanno dato assoluta libertà di scelta in campo di opinioni, religione, amici; mi hanno insegnato il valore della cultura e del lavoro, quello del denaro e quello dei rapporti umani...
La mia è una famiglia di quelle "tradizionali", grande, tipo clan: ci ritroviamo tutti solo per gli eventi tragici (funerali) o felici (matrimoni). Ma quelli con cui veramente sento di avere affinità sono i parenti più stretti: devo molto a cugini e zii, ai miei genitori, ovviamente, a mia sorella e ai miei nonni. Sono loro che mi hanno cresciuta, anche viziandomi alle volte, come tutti i nonni fanno con i nipoti: non vado a trovare mia nonna una volta a settimana per dovere, o mera riconoscenza, ci vado perché è stata una seconda madre...
Mio nonno mi ha insegnato che la vita è sacrificio, è lotta, ma che è meravigliosa... La sua è stata abbastanza lunga e PIENA: aveva vissuto una guerra e la miseria, ma avrebbe rifatto tutto... Era una di quelle persone soddisfatte della propria esistenza e vorrei arrivare a 80 anni come ci è arrivato lui: sorridente, brillante, duro a mollare fino all'ultimo istante...
Quest'anno ho aggiunto un concetto nuovo a quello che avevo già di famiglia: è più o meno quello che impara anche Stitch... OHANA: "vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato..." E' con questo spirito che da un po' di tempo a questa parte mi sento parte anche di una nuova famiglia, quella che ho deciso di costruire, quella che, finalmente, mi sono scelta... E mi piace pensare che un giorno i miei figli possano essere fieri dei loro genitori, e dei loro nonni, come io lo sono dei miei, perché è importante avere un "luogo" anche non fisico, dove tornare e sentirsi "a casa", al sicuro... Io ce ne ho due, uno vecchio, quello da cui vengo, e uno nuovo, quello verso cui vado...tutti dovrebbero averne almeno uno...

...jingle bells...

Scrivere un post, tra l'altro POSTicipato, sul Natale è banale...e sembra anche un po' in stile "Pensierino" di prima elementare, tipo "Cos'è per te il Natale?", ne sono consapevole...però per me questo Natale è stato diverso, atipico, ma speciale...ma partiamo dal principio.. Cos'è il Natale? Beh il compleanno più festeggiato al mondo! Si festeggia la nascita di Gesù di Nazareth, che per i Cristiani è l'incarnazione di Dio sulla terra...non sono credente, ma festeggiare il suo compleanno mi piace, fa parte della mia cultura e fa parte di me! però per me il Natale non è prettamente solo questo...

Natale è tornare a casa ed accendere l'albero
Natale è l'odore di caldarroste per le vie del centro
Natale è la ressa che affolla i negozi
Natale sono i film di Natale sempre uguali da 20 anni,ma che tutti riguardano
Natale è scartare i regali con emozione
Natale è fare il pranzo in famiglia
Natale è mandare a rotoli mesi di dieta
Natale è prendere il tè alle 5 davanti a un gioco da tavolo dove vinco
Natale è ridere alle espressioni strane di mia nonna o a quelle dialettali di mia zia
Natale è giocare a carte e prendere in giro mia sorella che non ci capisce nulla ma vince
Natale è scoprire che vecchi amici si ricordano di te e ti fanno gli auguri

Questo è stato sempre il mio Natale...da quest'anno si sono aggiunte altre cose...

Natale è sapere che tutti i regali sono importanti, ma uno più di tutti gli altri!
Natale è cominciare a credere che un mondo migliore sia possibile
Natale è fare i magheggi per passare almeno un quarto d'ora del 25 dicembre insieme alla persona che ami
Natale è scoprire che litigare fa male, ma fare pace fa meglio
Natale è sapere che anche se tutto va male, c'è sempre la persona giusta che ti sta accanto
Natale è stare su un divano a guardare un film e fingere che il mondo fuori non esista
Natale è essere sicuri che il mondo il 21 Dicembre non sarebbe finito, perché il tuo "mondo" è infinito
Natale è ritrovarsi con una nuova OHANA e sperare che non ti abbandoni mai
Natale è scrivere sdolcinati post POSTicipati di Natale
Natale è pensare che per te il Natale è tutti i giorni, perché sei la persona più fortunata sulla faccia della terra


venerdì 21 dicembre 2012

...non è un post serio...

Sto arrivando al limite...mi sa che esplodo prima io della Terra stasera...sono stufa...la gente mi ha stancato...la meschinità delle persone mi sconvolge: sono talmente piccine, talmente ridicole...la cosa peggiore è che ti coinvolgono nelle loro vicende a cui difficilmente riesci a sfuggire...come il Nulla con Fantasia, si mangiano pezzo a pezzo il tuo mondo...insozzano con le loro bieche e contorte menti anche la più pura delle cose...e io cosa posso fare? come combatterle? si dice che l'indifferenza abbia più potere dell'odio...vero...e io ho sempre applicato con successo tale tattica..ma se vengono coinvolte anche persone a te care, puoi fregartene? NO, non puoi...o almeno io non posso...non posso dire "va beh...pace!"...non me ne son mai fregata di niente e, onestamente, odio chi lo fa (Gramsci, docet)...figuriamoci se posso far finta di nulla quando si tratta dei miei affetti...non ce la faccio e ci sto male...non voglio esser tirata da una parte o dall'altra, non voglio risse, non voglio battibecchi...solo dialogo puro e semplice, calmo, costruttivo, maturo...ma non te lo permettono...sanno che su quel piano perderebbero e allora giocano sporco...frecciatine, battutine, infamate alle spalle, sotterfugi...mi sento migliore di queste persone, so di essere nel giusto e non voglio scadere al loro livello...ma come posso difendermi dai loro attacchi? Soffro da morire...mi sento come una bagnarola in balia dei 7mari, un cieco in un bosco infestato, Ranma in mezzo a uno stuolo di felini...come fare ad uscirne interi? cerco di contare su chi ritengo ancora affidabile, sincero e lucido...su chi mi offre ancora aiuto e fiducia senza chiedere niente in cambio...spero di aggrapparmi alla mano giusta...di non finire come Mufasa, che si è fidato di Scar...sono sul burrone, ma non voglio precipitare...ho troppe battaglie ancora da combattere...

domenica 2 dicembre 2012

...Sanità Pubblica...

Ho sentito che ultimamente il Presidente del Consiglio Monti ha definito il nostro Sistema Sanitario Nazionale  (SSN) "non sostenibile"...beh, sembra un po' una presa per i fondelli, visto che negli ultimi tempi non sono stati fatti altro che tagli alla sanità pubblica. E' bene ricordarsi che il Sistema Sanitario così come lo conosciamo oggi è stato istituito nel 1978 ed è entrato in vigore nel 1980, andando a sostituire quello basato sulle cosiddette "casse mutue". Le sue strutture furono organizzate sul modello del National Health Service inglese, che, prima che le politiche Tatcher lo smantellassero, era il migliore di Europa. Come tutti sappiamo da giornali e telegiornali, esistono in tale sistema diverse lacune ed i cosiddetti episodi di "malasanità", accompagnati da ruberie varie, buchi finanziari nelle ASL, grosse differenze tra regione e regione, ecc, in perfetto stile italiano. Il problema è che questi episodi tendono a far più notizia dei milioni di casi "a lieto fine": oltre alle numerose eccellenze, infatti, ci dimentichiamo sempre di quando il nostro SSN funziona perfettamente, forse perché lo diamo per scontato. Tendiamo quindi a lamentarci, sempre in perfetto stile italiano, senza notare e cercar di pubblicizzare il buono che c'è in tale sistema. Ma al di là del funzionamento o meno di tale servizio pubblico, la notizia vera è che pare che dovremmo proprio smetterla di darlo per scontato: la tendenza generale del governo pare sia la progressiva distruzione di tutto ciò. Ingenti tagli affliggono i policlinici delle grandi città e i piccoli ospedali tendono ad essere accorpati, fornendo un servizio sempre più discontinuo sul territorio. E si moltiplicano i problemi, tra i quali sovraffollamento, ticket più alti e carenze di personale medico e infermieristico sono solo i più evidenti. E certamente se il servizio pubblico si presenta deficitario, l'utente si vede costretto a deviare sul servizio privato, che però costa di più. Ed eccoci al punto della questione: la sanità sta diventando (o meglio sta tornando ad essere) una questione di portafoglio. In poche parole chi si può permettere di pagarsi le cure, si curerà, chi non avrà abbastanza soldi per farlo, rinuncerà. Se questa è la tendenza del nostro Paese, beh: evidentemente chi ci governa non pecca di intelligenza. Al di là della questione morale e legale (per una questione di umanità e anche per la nostra Costituzione, tutti i cittadini dovrebbero aver diritto all'assistenza sanitaria pubblica e gratuita), c'è una mera questione di logica: in un'Italia dove si curano solo i ricchi, sarà presto inutile che essi si curino. Infatti se i poveri rinunceranno a curarsi ci saranno più malati, che potranno diffondere le loro malattie anche tra i ricchi. Inoltre i poveri, essendo tali, sono quelli che devono lavorare per vivere, ma se si ammalano e non si curano, non potranno lavorare. Ecco che quindi il costo sociale di un servizio sanitario privato sarà molto più alto di quello di uno pubblico. E quindi forse si dovrebbe cercar di rendere più efficiente il nostro SSN, eliminare gli sprechi, controllare i conti dei consigli di amministrazione, punire chi compie reati, indire concorsi pubblici per medici e infermieri, fornire corsi di aggiornamento per chi lavora nell'ambito della salute, finanziare la ricerca in campo medico...tutte misure per cui servono soldi e non tagli. A mio parere anche, e soprattutto, in un momento di crisi, si può risparmiare su molte cose, ma non sulla sanità pubblica, perché "la salute" dovrebbe essere un “fondamentale diritto dell’individuo” e un “interesse della collettività” (art 32, Cost.).

Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge