Rasente i muri si avvicinò al gruppo di umani e si acquattò nell'ombra, il suo ambiente naturale... Era una specie di "ritrovo", con esponenti di entrambi i sessi...doveva essere una di quelle cose che gli umani chiamavano "festa"...si avvicinò ancora di soppiatto e annusò l'aria intorno a lui... "Mmmm...qui promette bene...c'è molta gioia sì, purtroppo...ma da qualche parte sento che c'è qualcosa di interessante...più avanti, forse...". Il suo sensibilissimo olfatto lo indirizzò su una ragazza un po' in disparte che non sembrava particolarmente felice...non era nemmeno esattamente triste... "Meglio: è arrabbiata...molto...è tanto che non mi faccio un aperitivino di rabbia...sì signorina...ora ti prendo...ehi, aspetta ma noi ci conosciamo...o sì, tesoro, ti ho giù avuta altre volte..." pensò tra sé mentre, sempre più eccitato dall'odore della preda, le strisciava furtivamente tra le gambe... "E' il momento giusto..." e swooosh...il demone entrò nella ragazza, che improvvisamente si sentì raggelare, come se il sole si fosse di colpo eclissato e il velo della notte fosse sceso su di lei in una morsa sempre più stretta.... Ma non ci pensò: era troppo arrabbiata e troppo impegnata ad intrattenersi con gli amici e il fidanzato... Intanto l'orribile creatura cercava di mettersi a proprio agio: conosceva il corpo della ragazza e perciò si diresse con sicurezza al cuore, lo avviluppò e cominciò a dilaniarlo e a straziarlo con denti e unghie...o meglio ci provò... "Maledetta stronzetta, hai imparato eh?" disse insoddisfatto sollevando le fauci appena insanguinate, come il conte Ugolino sulle spoglie dei figli... I segni dei suoi morsi e delle sue unghiate avevano appena lasciato il segno sul cuore della ragazza, solcato da varie cicatrici, con i bordi sbocconcellati, ma evidentemente ricoperto di una solida armatura... "Eh...hai capito come proteggerti ragazzina...magari ti sei innamorata, hai preso le tue precauzioni....ma non credere di aver vinto...so ancora come sconfiggerti...". Mentre la ragazza cominciava ad avvertire che c'era qualcosa che non andava, la bestiaccia cambiò direzione ed arrivò al midollo spinale... "Ooooh quanti bei neuroni grassottelli da sgranocchiare...vediamo se stavolta resisti ancora..." e ne addentò uno... Fu il buio...blackout.... "Oh no...non di nuovo..." pensò con amarezza la ragazza.... "Ci sono ricascata: l'ho ripreso...gli ho permesso di entrare di nuovo, ho abbassato le difese e ora?"
"Non combattere...." sibilò la creatura....
"Sì che combatto...ti conosco sai? So come funzioni...ti nutri di paure, di insicurezze, di frustrazioni e di...rabbia! Maledetta me...che idiota! Che cavolo faccio adesso? Mmmmm...le persone....giusto, le persone...gli affetti lo indeboliscono, come tutte le cose belle..."
"E' inutile, ragazzina...non saranno i baci del tuo ragazzo a sconfiggermi, lo sai...sai che ti posso far sembrare l'amore una tortura, i baci un amaro veleno, le carezze un guanto di carta vetrata..."
"Non puoi...questo amore è troppo forte...io sono più forte..."
"Vedremo....intanto sono qui...e sono in vantaggio: ne ho di vettovaglie...vedo che in questo periodo siamo stati insicuri...ma bene...brava bambina!"
"Uffa, ha ragione...lui ha materiale da vendere per sfamarsi e ridurmi, lentamente, il cervello in poltiglia nerastra...l'amore, l'amicizia, i valori, gli ideali sono cose che non gli piacciono...ma non basta...solo io posso sconfiggerlo...le persone possono aiutarti nelle difficoltà, ma solo tu, autonomamente, grazie alla forza di volontà. le puoi superare...solo io posso scacciare quest'intruso dal mio cervello...devo fare uno sforzo enorme: riflettere e analizzare quello che mi affligge....comprenderne il motivo e, se possibile, eliminarlo...altrimenti, devo solo crescere, accettare i miei limiti, ma anche sapere valorizzare i miei pregi...lo devo fare per me e per gli altri...sarà un duro lavoro....ma schifosa bestiaccia, non mi avrai mai! Combatterò fino alla fine...e allora, avanti: mettiamoci all'opera!"
"La prima cosa necessaria per scrivere con efficacia è di non aver alcun riguardo per il lettore che non lo merita." Miguel de Unamuno
lunedì 29 aprile 2013
sabato 20 aprile 2013
...in alto mare...
...inorridita, disgustata, amareggiata davanti a questi "politici" e "movimentisti" (non so come chiamarli!)... hanno affossato un uomo come bersani per meri interessi personali, hanno costretto un vecchio di 87 anni a ricandidarsi come presidente della repubblica, hanno cavalcato l'onda dell'antipolitica facendo i duri e puri dietro a un comico pazzo che fa marce su roma, lancia slogan assurdi e si esprime come uno scaricatore di porto... e sono delusa dal quel PD di Bersani che non ho votato ma in cui in qualche modo ho creduto, aiutandolo in certe iniziative qui sul mio territorio...evidentemente ci credevo più io di quei 101 che in parlamento ieri gli hanno voltato le spalle, ci credevo più io di quelli che l'altro giorno hanno bruciato le tessere davanti a Montecitorio, ci credevo più io dei tanti cosiddetti elettori delusi che fanno discorsi qualunquisti, razzisti, omofobi, fascisti e che non muovono un dito, né tanto meno il cervello, per far sì che le cose in questo paese migliorino...
A vedere questa situazione il primo pensiero è quello di andarsene, fuggire...qualsiasi posto è meglio di questo...ma no...un senso del dovere che non so ancora come possa esistere mi dice che non posso lasciare la mia Italia in mano a questa gente... non posso farlo...questo è il paese di Dante Alighieri, Michelangelo, Caravaggio, Lorenzo de' Medici...il paese di Galileo, Natta, Rita Levi Montalcini... il paese di Garibaldi, Mazzini, Gramsci, Berlinguer, Calamandrei, Pertini, don Milani e Olivetti...il paese di Falcone e Borsellino, quello di don Gallo, Grasso, Boldrini e sì: anche Vendola e Bersani... è il mio paese, quello che tutti ci invidiano per arte, cultura, paesaggio e genio... il paese dove negli scantinati dei laboratori gli scienziati italiani con pochi mezzi e zero stipendio realizzano le cure anticancro, il paese dove la famiglia e la solidarietà sono alla base del vivere civile...il paese dove per primi si è sperimentato l'integrazione tra culture e che esportava la civiltà in tutta Europa, quando ancora si parlava latino...il paese che tutti hanno cercato di conquistare e che è riuscito dal 1848 in poi a riscattarsi e a ritrovare la sua dignità e indipendenza...il paese che ha avuto il Fascismo, ma anche la Resistenza e dopo la catastrofe della guerra si è saputo dare la Costituzione più bella del mondo... il paese che ha voluto la formazione di un'Europa unita... il paese che una volta aveva un ottimo sistema scolastico e sanitario...è il paese di mio nonno che ha combattuto i fascisti e mi ha insegnato che bisogna lottare contro ogni ingiustizia...è il mio paese, quello di una ragazza di 23 anni che vuole dare all'Italia il suo contributo, magari col suo lavoro, se mai riuscirà ad avere la possibilità di esercitarlo, o anche con la sua determinazione a non volersene andare...questo è il paese di tutte quelle persone che con onestà lavorano, fanno volontariato, fanno politica e lo rendono grande.... non voglio credere che questo sia il paese di quegli ignoranti, meschini e gretti che si fanno chiamare "onorevoli" o "cittadini", ma non rappresentano altro che il loro vuoto e la loro pochezza...non voglio che sia il paese degli insulti urlati nelle piazze, né dei cori contro la polizia...non voglio un paese dove i trans vengono picchiati e si dà fuoco ai barboni...non voglio un paese dove qualcuno osa pulirsi il culo col tricolore e intanto prende lo stipendio da parlamentare...non voglio un paese dove si crede che fare il Politico e fare il ladro sia la stessa cosa...non voglio un paese dove le forze dell'ordine picchiano ragazzi disarmati, né dove ragazzi armati spaccano vetrine e bancomat in nome della "lotta contro il sistema"... voglio un paese onesto, lavoratore, dignitoso, democratico...un paese bello, che valorizza i suoi pregi senza prevaricazione sugli altri, né sottostima di sé...voglio un paese dove lo Stato ti dà servizi gratuiti ed efficienti, ma tutti pagano le tasse, secondo le loro possibilità... voglio un paese dove nessuno abbia bisogno di occupare edifici per non finire sotto un ponte, dove nessun affabulatore e demagogo con toni da rivoluzionario dell'ultim'ora possa guidare le masse....voglio un paese che basi la sua ricchezza su cultura e scienza...voglio ancora un paese che gli altri ci invidino...voglio l'Italia che ho sempre immaginato e studiato sui libri di scuola e farò ogni cosa sia in mio potere per costruirla...
A vedere questa situazione il primo pensiero è quello di andarsene, fuggire...qualsiasi posto è meglio di questo...ma no...un senso del dovere che non so ancora come possa esistere mi dice che non posso lasciare la mia Italia in mano a questa gente... non posso farlo...questo è il paese di Dante Alighieri, Michelangelo, Caravaggio, Lorenzo de' Medici...il paese di Galileo, Natta, Rita Levi Montalcini... il paese di Garibaldi, Mazzini, Gramsci, Berlinguer, Calamandrei, Pertini, don Milani e Olivetti...il paese di Falcone e Borsellino, quello di don Gallo, Grasso, Boldrini e sì: anche Vendola e Bersani... è il mio paese, quello che tutti ci invidiano per arte, cultura, paesaggio e genio... il paese dove negli scantinati dei laboratori gli scienziati italiani con pochi mezzi e zero stipendio realizzano le cure anticancro, il paese dove la famiglia e la solidarietà sono alla base del vivere civile...il paese dove per primi si è sperimentato l'integrazione tra culture e che esportava la civiltà in tutta Europa, quando ancora si parlava latino...il paese che tutti hanno cercato di conquistare e che è riuscito dal 1848 in poi a riscattarsi e a ritrovare la sua dignità e indipendenza...il paese che ha avuto il Fascismo, ma anche la Resistenza e dopo la catastrofe della guerra si è saputo dare la Costituzione più bella del mondo... il paese che ha voluto la formazione di un'Europa unita... il paese che una volta aveva un ottimo sistema scolastico e sanitario...è il paese di mio nonno che ha combattuto i fascisti e mi ha insegnato che bisogna lottare contro ogni ingiustizia...è il mio paese, quello di una ragazza di 23 anni che vuole dare all'Italia il suo contributo, magari col suo lavoro, se mai riuscirà ad avere la possibilità di esercitarlo, o anche con la sua determinazione a non volersene andare...questo è il paese di tutte quelle persone che con onestà lavorano, fanno volontariato, fanno politica e lo rendono grande.... non voglio credere che questo sia il paese di quegli ignoranti, meschini e gretti che si fanno chiamare "onorevoli" o "cittadini", ma non rappresentano altro che il loro vuoto e la loro pochezza...non voglio che sia il paese degli insulti urlati nelle piazze, né dei cori contro la polizia...non voglio un paese dove i trans vengono picchiati e si dà fuoco ai barboni...non voglio un paese dove qualcuno osa pulirsi il culo col tricolore e intanto prende lo stipendio da parlamentare...non voglio un paese dove si crede che fare il Politico e fare il ladro sia la stessa cosa...non voglio un paese dove le forze dell'ordine picchiano ragazzi disarmati, né dove ragazzi armati spaccano vetrine e bancomat in nome della "lotta contro il sistema"... voglio un paese onesto, lavoratore, dignitoso, democratico...un paese bello, che valorizza i suoi pregi senza prevaricazione sugli altri, né sottostima di sé...voglio un paese dove lo Stato ti dà servizi gratuiti ed efficienti, ma tutti pagano le tasse, secondo le loro possibilità... voglio un paese dove nessuno abbia bisogno di occupare edifici per non finire sotto un ponte, dove nessun affabulatore e demagogo con toni da rivoluzionario dell'ultim'ora possa guidare le masse....voglio un paese che basi la sua ricchezza su cultura e scienza...voglio ancora un paese che gli altri ci invidino...voglio l'Italia che ho sempre immaginato e studiato sui libri di scuola e farò ogni cosa sia in mio potere per costruirla...
giovedì 4 aprile 2013
...non solo genetica...
C'era una volta un formichiere gigante che viveva in una prateria sudamericana e se ne andava in giro scavando i termitai e tirando fuori le termiti con la sua lingua lunga, lunga e viscida... Il problema era che per la conformazione della sua testa, stretta ed allungata, tutti lo prendevano in giro e al momento in cui lui provava a difendersi, rispondendo per le rime ai lazzi degli altri animali, gli usciva solo la lingua e un farfuglìo incomprensibile, scatenando ancora di più le risa dei suoi "colleghi"... La cosa peggiore era che non riusciva nemmeno a ridere, né a sorridere, perché il suo muso era troppo stretto...
Questa sua situazione lo portava ogni giorno ad essere più triste e il suo muso, già lungo, si allungava ogni ora di un millimetro in più... Un po' invidiava agli altri animali la capacità di esprimersi chiaramente e la possibilità di essere capiti, ma da una parte li disprezzava, perché loro, che avevano un bel muso largo e piacevole, usavano la loro lingua corta solo per sparlare alle spalle degli altri, fare del pettegolezzo, mettere zizzania, o infarcire discorsi di luoghi comuni...
Da parte loro gli animali che vivevano nella prateria non sapevano come prendere il formichiere: c'era chi diceva che era solo uno snob che si riteneva a loro superiore, chi pensava che fosse un po' strano, chi semplicemente lo ignorava, perché era troppo solitario per i loro gusti e uno che sputacchiava di qua e di là ogni volta che cercava di parlare di sicuro non era un tipo raccomandabile...
Un giorno alla prateria arrivò una famiglia di turisti ricchi, che per il diciottesimo compleanno dell'adorata figlia avevano deciso di portarla a fare un safari fotografico in Sud America, visto che fin da piccola era appassionata di animali esotici... la ragazza non si separava mai dalla sua gattina e, anche se gliel'avevano sconsigliato, la portò con sé anche là...
Appena la famiglia si portò nel mezzo di una radura con la jeep e si mise a osservare gli animali con il binocolo, la gattina scese con un balzo e andò a curiosare per la prateria... Cammina, cammina incontrò in un angolo il formichiere che, come sempre, scavava nel terreno in cerca di termiti...
"Ciao!" disse la gatta, "Fruglfggrfff.." cercò di dire il formichiere per salutarla...la gattina allora insistette "Scusa, non ho capito...in effetti non sono di queste parti, magari parli un'altra lingua, non so..."
"Frghfrrrgl...frhglrsgl..." sputacchiò il formichiere e si mise a piangere per lo sconforto...
"Ehi, ma tu piangi...perché?" si preoccupò la felina... "E' scemo, lascialo perdere..." cinguettò un uccello del paradiso di passaggio... "Tu stai zitto o ti faccio in salmì..." sibilò la gattina, poi si rivolse di nuovo al formichiere "Forse c'è solo un problema nel mezzo di comunicazione...ma vedrai che troviamo un modo per parlare..."
"Frglfrrg..." disse il formichiere, cambiando subito d'umore, perché aveva avuto un'idea...si fece seguire dalla gattina in uno spiazzo pieno di sabbia, spianò il terreno con la coda pelosa e poi, con gli unghioni da scavatore, si mise a disegnare la sua storia... "Caspita! Ma sei bravissimo! Oh povero e così non puoi parlare, per come è fatta la tua testa...oh mi dispiace...e perché non hai provato a disegnare anche con gli altri animali?" , disse la gattina... Il formichiere "cancellò" la sua lavagna improvvisata e ricominciò a disegnare... "Oh beh...loro non sono interessati a capirti e tu non li ritieni nemmeno degni di tante spiegazioni...ma se non provi, come fai a saperlo? Forse è vero che loro ti giudicano senza conoscerti, ma tu non fai lo stesso?". Sul muso lungo del formichiere apparve un'espressione sorpresa: non aveva mai considerato quella prospettiva sulla sua vita...si mise ancora a disegnare per chiedere alla gattina "Ma tu credi sia davvero possibile che loro mi possano capire? Il mio muso resta stretto e lungo, e loro mi prendono in giro..."; la gattina rispose "Beh, formichiere, tentar non nuoce: cos'hai da perdere? E poi, lo sai, che rispetto a poco fa mi sembra che il suo muso sia più corto? E che cos'è quello che vedo? Sembra...un sorriso..."
"Impossibile" disegnò il formichiere "ma cosa dici?", ma cominciava a sperare anche lui... "Dai vieni con me" disse la gattina "andiamo vicino a quella pozza d'acqua così ti puoi guardare...". Si avvicinarono e il formichiere si specchiò nell'acqua stagnante...e cosa vide? Un muso più corto, non come quello degli altri animali, certo, ma più corto...e allora si ricordò di quando era più giovane e non era fatto così...era un ricordo nebuloso e sfocato, ma c'era... "Sarà un sogno?" pensò il formichiere "Un'illusione? O magari è successo davvero e non me lo ricordo...magari sono davvero cambiato da piccolo...". Abbozzò un altro sorriso e si sorprese a vedere che ci riusciva quasi... "Allora è vero...". "Hai visto che ti riesce? Hai visto? Hai visto?" disse la gattina, sempre più eccitata. "Sei bello quando sorridi, o provi a farlo sai?" e gli dette una leccata sul muso... Il formichiere arrossì sotto il pelo nero e grigio del muso e le spiegò coi disegni che pensava di non esser sempre stato così, ma di esser cambiato col tempo..."E dici che puoi tornare come prima? In effetti magari un trauma infantile ti ha fatto diventare triste e ti è venuto il muso lungo...in tutti i sensi, insomma...Ma se può funzionare anche al contrario, allora dobbiamo trovare un modo per invertire il processo...mmmm vediamo...intanto andiamo dai tuoi "amici" animali e facciamogli vedere come sei bravo a disegnare...andiamo, dai...non essere timido!"
La gattina andò a radunare tutti gli animali della prateria e, zittiti i mormorii, annunciò: "Signore e signori...ora, so che voi siete dubbiosi riguardo al formichiere, ma vi assicuro che se presterete un attimo di attenzione, potreste capire che lui è, non solo in grado di esprimersi, ma è anche intelligente e simpatico...voi vi siete sempre rifiutati di sforzarvi a capirlo e lui non è stato di meglio...avete l'occasione oggi di recuperare...avanti formichiere, disegna!" E il formichiere disegnò...tutti gli animali rimasero a bocca aperta, e man, mano che il disegno prendeva forma, il muso del formichiere si accorciava e il colore del suo pelo cambiava, insieme con tutto il suo corpo. Alla fine tutti gli animali si congratularono col formichiere e lui constatò il suo cambiamento, ma che animale era? La trasformazione non era completa...ora gli altri animali cominciavano a stimarlo, il suo muso non era più lungo...e addirittura riuscì a dire un "Gr...azie...mil...le.." senza sputare, ma ancora non riusciva a ridere di gusto... Andò a specchiarsi nella pozza e si guardò: aveva zampe più lunghe, pelo più corto, due occhi azzurri bellissimi, coda quasi inesistente e un muso simile a quello delle gazzelle, né corto, né lungo...La gattina gli si avvicinò e disse: "Occhioni blu, che fai? Ancora triste? Non sei contento?"
"Sì...sono contento...ma non so più chi sono..."
"Forse il processo non è finito...serve qualcosa in più...una gioia grande, grande...forse ho un'idea..." sorrise la gattina e gli saltò addosso, facendogli il solletico... L'ex formichiere cominciò a ridere a crepapelle e rideva, rideva, rideva... "Oddio..." disse "Tu sei pazza...hai tentato di uccidermi..." scherzò..."Guardati..." disse la gattina... "Ma che animale sono? Sembro un essere umano, solo basso, peloso, con le braccia lunghe e le gambe corte..." "Ma puoi ridere adesso..e sei felice...e poi credo di sapere che animale sei...la mia padrona è appassionata di animali e guarda sempre i documentari...tu dovresti essere un...un gibbone, ecco!"
"Ah sì? E che è?Una specie di scimmia? Vado subito a dirlo agli altri!"
"Va bene, Gibbone...corri dai tuoi amici...però devi promettermi due cose: 1) non devi smettere di disegnare, mai, perché sei bravissimo; 2) non devi più avere il muso lungo...quando non ti sentirai capito, non abbatterti mai, ma cerca un altro modo per comunicare...vedrai che lo troverai! Ora la mia padroncina mi chiama...ciao bel Gibbone..." e con un'ultima leccatina sul muso, lo salutò e tornò alla jeep...
Non me ne voglia la genetica, se questo racconto non è conforme alla verità, ma volevo solo scrivere un racconto allegorico, dedicato al mio Gibboniere (o Formichione...)...
Questa sua situazione lo portava ogni giorno ad essere più triste e il suo muso, già lungo, si allungava ogni ora di un millimetro in più... Un po' invidiava agli altri animali la capacità di esprimersi chiaramente e la possibilità di essere capiti, ma da una parte li disprezzava, perché loro, che avevano un bel muso largo e piacevole, usavano la loro lingua corta solo per sparlare alle spalle degli altri, fare del pettegolezzo, mettere zizzania, o infarcire discorsi di luoghi comuni...
Da parte loro gli animali che vivevano nella prateria non sapevano come prendere il formichiere: c'era chi diceva che era solo uno snob che si riteneva a loro superiore, chi pensava che fosse un po' strano, chi semplicemente lo ignorava, perché era troppo solitario per i loro gusti e uno che sputacchiava di qua e di là ogni volta che cercava di parlare di sicuro non era un tipo raccomandabile...
Un giorno alla prateria arrivò una famiglia di turisti ricchi, che per il diciottesimo compleanno dell'adorata figlia avevano deciso di portarla a fare un safari fotografico in Sud America, visto che fin da piccola era appassionata di animali esotici... la ragazza non si separava mai dalla sua gattina e, anche se gliel'avevano sconsigliato, la portò con sé anche là...
Appena la famiglia si portò nel mezzo di una radura con la jeep e si mise a osservare gli animali con il binocolo, la gattina scese con un balzo e andò a curiosare per la prateria... Cammina, cammina incontrò in un angolo il formichiere che, come sempre, scavava nel terreno in cerca di termiti...
"Ciao!" disse la gatta, "Fruglfggrfff.." cercò di dire il formichiere per salutarla...la gattina allora insistette "Scusa, non ho capito...in effetti non sono di queste parti, magari parli un'altra lingua, non so..."
"Frghfrrrgl...frhglrsgl..." sputacchiò il formichiere e si mise a piangere per lo sconforto...
"Ehi, ma tu piangi...perché?" si preoccupò la felina... "E' scemo, lascialo perdere..." cinguettò un uccello del paradiso di passaggio... "Tu stai zitto o ti faccio in salmì..." sibilò la gattina, poi si rivolse di nuovo al formichiere "Forse c'è solo un problema nel mezzo di comunicazione...ma vedrai che troviamo un modo per parlare..."
"Frglfrrg..." disse il formichiere, cambiando subito d'umore, perché aveva avuto un'idea...si fece seguire dalla gattina in uno spiazzo pieno di sabbia, spianò il terreno con la coda pelosa e poi, con gli unghioni da scavatore, si mise a disegnare la sua storia... "Caspita! Ma sei bravissimo! Oh povero e così non puoi parlare, per come è fatta la tua testa...oh mi dispiace...e perché non hai provato a disegnare anche con gli altri animali?" , disse la gattina... Il formichiere "cancellò" la sua lavagna improvvisata e ricominciò a disegnare... "Oh beh...loro non sono interessati a capirti e tu non li ritieni nemmeno degni di tante spiegazioni...ma se non provi, come fai a saperlo? Forse è vero che loro ti giudicano senza conoscerti, ma tu non fai lo stesso?". Sul muso lungo del formichiere apparve un'espressione sorpresa: non aveva mai considerato quella prospettiva sulla sua vita...si mise ancora a disegnare per chiedere alla gattina "Ma tu credi sia davvero possibile che loro mi possano capire? Il mio muso resta stretto e lungo, e loro mi prendono in giro..."; la gattina rispose "Beh, formichiere, tentar non nuoce: cos'hai da perdere? E poi, lo sai, che rispetto a poco fa mi sembra che il suo muso sia più corto? E che cos'è quello che vedo? Sembra...un sorriso..."
"Impossibile" disegnò il formichiere "ma cosa dici?", ma cominciava a sperare anche lui... "Dai vieni con me" disse la gattina "andiamo vicino a quella pozza d'acqua così ti puoi guardare...". Si avvicinarono e il formichiere si specchiò nell'acqua stagnante...e cosa vide? Un muso più corto, non come quello degli altri animali, certo, ma più corto...e allora si ricordò di quando era più giovane e non era fatto così...era un ricordo nebuloso e sfocato, ma c'era... "Sarà un sogno?" pensò il formichiere "Un'illusione? O magari è successo davvero e non me lo ricordo...magari sono davvero cambiato da piccolo...". Abbozzò un altro sorriso e si sorprese a vedere che ci riusciva quasi... "Allora è vero...". "Hai visto che ti riesce? Hai visto? Hai visto?" disse la gattina, sempre più eccitata. "Sei bello quando sorridi, o provi a farlo sai?" e gli dette una leccata sul muso... Il formichiere arrossì sotto il pelo nero e grigio del muso e le spiegò coi disegni che pensava di non esser sempre stato così, ma di esser cambiato col tempo..."E dici che puoi tornare come prima? In effetti magari un trauma infantile ti ha fatto diventare triste e ti è venuto il muso lungo...in tutti i sensi, insomma...Ma se può funzionare anche al contrario, allora dobbiamo trovare un modo per invertire il processo...mmmm vediamo...intanto andiamo dai tuoi "amici" animali e facciamogli vedere come sei bravo a disegnare...andiamo, dai...non essere timido!"
La gattina andò a radunare tutti gli animali della prateria e, zittiti i mormorii, annunciò: "Signore e signori...ora, so che voi siete dubbiosi riguardo al formichiere, ma vi assicuro che se presterete un attimo di attenzione, potreste capire che lui è, non solo in grado di esprimersi, ma è anche intelligente e simpatico...voi vi siete sempre rifiutati di sforzarvi a capirlo e lui non è stato di meglio...avete l'occasione oggi di recuperare...avanti formichiere, disegna!" E il formichiere disegnò...tutti gli animali rimasero a bocca aperta, e man, mano che il disegno prendeva forma, il muso del formichiere si accorciava e il colore del suo pelo cambiava, insieme con tutto il suo corpo. Alla fine tutti gli animali si congratularono col formichiere e lui constatò il suo cambiamento, ma che animale era? La trasformazione non era completa...ora gli altri animali cominciavano a stimarlo, il suo muso non era più lungo...e addirittura riuscì a dire un "Gr...azie...mil...le.." senza sputare, ma ancora non riusciva a ridere di gusto... Andò a specchiarsi nella pozza e si guardò: aveva zampe più lunghe, pelo più corto, due occhi azzurri bellissimi, coda quasi inesistente e un muso simile a quello delle gazzelle, né corto, né lungo...La gattina gli si avvicinò e disse: "Occhioni blu, che fai? Ancora triste? Non sei contento?"
"Sì...sono contento...ma non so più chi sono..."
"Forse il processo non è finito...serve qualcosa in più...una gioia grande, grande...forse ho un'idea..." sorrise la gattina e gli saltò addosso, facendogli il solletico... L'ex formichiere cominciò a ridere a crepapelle e rideva, rideva, rideva... "Oddio..." disse "Tu sei pazza...hai tentato di uccidermi..." scherzò..."Guardati..." disse la gattina... "Ma che animale sono? Sembro un essere umano, solo basso, peloso, con le braccia lunghe e le gambe corte..." "Ma puoi ridere adesso..e sei felice...e poi credo di sapere che animale sei...la mia padrona è appassionata di animali e guarda sempre i documentari...tu dovresti essere un...un gibbone, ecco!"
"Ah sì? E che è?Una specie di scimmia? Vado subito a dirlo agli altri!"
"Va bene, Gibbone...corri dai tuoi amici...però devi promettermi due cose: 1) non devi smettere di disegnare, mai, perché sei bravissimo; 2) non devi più avere il muso lungo...quando non ti sentirai capito, non abbatterti mai, ma cerca un altro modo per comunicare...vedrai che lo troverai! Ora la mia padroncina mi chiama...ciao bel Gibbone..." e con un'ultima leccatina sul muso, lo salutò e tornò alla jeep...
Non me ne voglia la genetica, se questo racconto non è conforme alla verità, ma volevo solo scrivere un racconto allegorico, dedicato al mio Gibboniere (o Formichione...)...
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Alla sera
Forse perché della fatal quïete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquïete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge