martedì 11 febbraio 2014

Relatività...

La Svizzera ha recentemente votato per limitare l'ingresso di lavoratori comunitari. Tempo addietro votarono per espellere tutti gli immigrati, tra cui mio nonno, e quasi rischiarono il crac... Si vede che anche loro hanno la memoria corta, come noi... Ma il punto non è questo, il punto è che i "nordici" leghisti si sono risentiti... Sarà una specie di legge del contrappasso, per cui "chi di purezza nordica ferisce, di purezza nordica perisce"... ammetto che quando ho sentito la notizia, mi è scappato un mezzo sorriso e ho pensato che in fondo il concetto di nord geografico (come quello di sud) è sempre relativo e dato che la terra è tonda si potrebbe andare all'insù all'infinito senza stabilire chi sia veramente più a nord o più a sud...
Ma cosa stanno facendo gli Svizzeri, esattamente? Un'operazione razzista, come quella della Bossi-Fini a suo tempo del resto... Un'operazione politica, quella di tentare di far fuori l'Italia dai giochi, perché di francesi e di austriaci, confinanti anch'essi con la Svizzera, quanti avranno bisogno di lavorare da loro?Pochi, di sicuro molti meno rispetto a noi italiani... Credo che questo ci dovrebbe far pensare... quanto a volte siamo razzisti noi? E quando poi lo subiamo il razzismo ci rimaniamo male... E allora sì, che ci sentiamo "italiani", patrioti e fieri: altrimenti siamo esterofili, frammentati e campanilisti, divisi tra nord e sud, negando un'appartenenza di cui forse lontanamente ci ricordiamo alle partite della Nazionale di calcio... E allora penso a quanto sia stupido tutto questo, e non solo per un motivo scientifico, che ci identifica tutti come esseri umani della stessa specie, ma anche per un discorso economico... Quanto ci costa non sentirci italiani in termini prettamente di vile denaro? Tantissimo. 
Ci costa quando non investiamo nel nostro patrimonio culturale e nel nostro paesaggio perché per primi non gli diamo valore.
Ci costa quando non permettiamo ai nostri giovani laureati di trovare un lavoro e dopo aver speso per farli studiare li mandiamo a contribuire al PIL di un paese estero.
Ci costa quando un imprenditore senza scrupoli assume a nero lavoratori stranieri che non pagano le tasse, fanno la fame, e fanno concorrenza sleale ai lavoratori italiani.
Ci costa in termini di criminalità organizzata, che sfrutta la tratta dei migranti per guadagnarci sulla pelle di poveri disgraziati, sfruttandoli, facendoli delinquere o morire in mare.
Ci costa per le carceri piene di gente "colpevole" del reato di clandestinità.
Ci costa in immagine per le condizioni terribili degli immigrati nei CIE.
Ci costa perché ormai nemmeno gli immigrati senza nulla da perdere scelgono il nostro paese per rifarsi una vita, ma lo usano solo come passaggio per entrare in UE.
Ci costa perché limitando l'ingresso di queste persone o rendendogli la vita difficile, essi non contribuiscono più al nostro sistema pensionistico.
Ci costa perché chi non si integra, finisce per rubare.
Ci costa perché ormai siamo un paese vecchio, coi giovani che se ne vanno e le persone di mezza età che non vanno in pensione.
Ci costa perché ormai gli unici che donano il sangue negli ospedali sono gli immigrati.

Quanto ancora vogliamo perdere, in termini di ricchezza economica e culturale? 
Quanto genio italiano vogliamo regalare ancora ai paesi stranieri?
Quanto dobbiamo cadere in basso, per ricominciare a risalire?

E' necessaria una legge decente per regolare l'immigrazione.
E' necessario investire in ricerca, ambiente, cultura per rilanciare questo paese.
Sappiamo essere i migliori al mondo, quando vogliamo:
 è l'ora di smettere di galleggiare,
è l'ora di credere in noi stessi come italiani e non come lombardi o campani,
è l'ora di rilanciare il nostro paese.

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge