Era seduto nell’angolo più buio della sua cella.
Singhiozzava sommessamente. Sentì il cigolio di una porta che si apriva. Ecco
la sua carceriera.
“Liberami, ti prego..”
“Perché insisti? Sai che non posso.”
“Puoi… E’ solo che non vuoi!”
“Ti rendi conto che ho una reputazione? Se ti liberassi il
mondo verrebbe a sapere di te. Non me lo posso permettere…”
“Invece sì, sei forte…”
“Sono 24 anni che se chiuso qui dentro e ancora non ti sei
rassegnato. Non ti libererò mai!”
“Per favore… ti imploro! Sto stretto. E’ buio. Sono… stanco
di stare da solo..”
“Ci sono io con te…”
“Lasciami andare.”
“No. Non posso. Cosa faresti fuori di qui? Sono io che ti do
da mangiare.”
“Se io non ci fossi staresti meglio anche tu!”
“No. Sono talmente abituata ad averti qui, che mi sentirei
persa…”
“Non è vero. Ti toglieresti un peso. Io sarei libero. Tu
anche.”
“Se ti facessi uscire, se rivelassi a tutti la tua
esistenza, perderei amici, famiglia… Perderei lui…”
“Non credo. Le persone che ti amano, ti resteranno accanto.
Credi che non l’abbiano capito che tieni qualcosa nascosto? Credi che non mi
abbiano scorto da quelle feritoie? Credi che non abbiano udito i miei lamenti,
quando tu non insonorizzi le pareti?”
“Forse hanno capito che ho un segreto, ma non ti hanno visto
per quello che sei. TI terrò per sempre qui. Non uscirai mai. Ti porterò con me
nella tomba se necessario…”
“Fai più male a te stessa che a me… E lo sai!”
“Ora basta…”
La carceriera chiuse la porta.
Lontano dallo specchio, il mostro riflesso nei suoi occhi
scomparve, rinchiuso di nuovo nella prigione della sua mente.
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