mercoledì 9 aprile 2014

Il prigioniero

Era seduto nell’angolo più buio della sua cella. Singhiozzava sommessamente. Sentì il cigolio di una porta che si apriva. Ecco la sua carceriera.
“Liberami, ti prego..”
“Perché insisti? Sai che non posso.”
“Puoi… E’ solo che non vuoi!”
“Ti rendi conto che ho una reputazione? Se ti liberassi il mondo verrebbe a sapere di te. Non me lo posso permettere…”
“Invece sì, sei forte…”
“Sono 24 anni che se chiuso qui dentro e ancora non ti sei rassegnato. Non ti libererò mai!”
“Per favore… ti imploro! Sto stretto. E’ buio. Sono… stanco di stare da solo..”
“Ci sono io con te…”
“Lasciami andare.”
“No. Non posso. Cosa faresti fuori di qui? Sono io che ti do da mangiare.”
“Se io non ci fossi staresti meglio anche tu!”
“No. Sono talmente abituata ad averti qui, che mi sentirei persa…”
“Non è vero. Ti toglieresti un peso. Io sarei libero. Tu anche.”
“Se ti facessi uscire, se rivelassi a tutti la tua esistenza, perderei amici, famiglia… Perderei lui…”
“Non credo. Le persone che ti amano, ti resteranno accanto. Credi che non l’abbiano capito che tieni qualcosa nascosto? Credi che non mi abbiano scorto da quelle feritoie? Credi che non abbiano udito i miei lamenti, quando tu non insonorizzi le pareti?”
“Forse hanno capito che ho un segreto, ma non ti hanno visto per quello che sei. TI terrò per sempre qui. Non uscirai mai. Ti porterò con me nella tomba se necessario…”
“Fai più male a te stessa che a me… E lo sai!”
“Ora basta…”
La carceriera chiuse la porta. 

Lontano dallo specchio, il mostro riflesso nei suoi occhi scomparve, rinchiuso di nuovo nella prigione della sua mente.

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge