giovedì 29 agosto 2013

Oggi è un dono: per questo si chiama presente

Negli ultimi tempi mi sono trovata spesso a ragionare sul futuro...del resto tutti ne parlano: giornali, televisioni, film...a noi giovani ci dicono che siamo il futuro, molti di noi sostengono che la politica e la società distorta ce l'abbiano rubato...
Fino a un anno e mezzo fa sognavo un futuro di successo: volevo essere una donna in carriera. Mi immaginavo dopo un paio di lauree e un po' di gavetta a fondare una cooperativa di diagnostica in beni culturali con i migliori elementi del mio corso di laurea, collaborando con esperti di tutti i campi della scienza per fornire un ottimo servizio allo Stato. Avrei comprato un appartamentino tipico di una single, con un'unica camera ed un letto a una piazza e mezzo, per invitare qualunque ospite a restare il meno possibile. L'avrei arredato con bellissime librerie, mai grandi a sufficienza per l'enorme mole di libri che ho, e avrei riempito la vetrina di tazze e tazzine. Poi un giorno, verso i 28 anni, avrei conosciuto un uomo bellissimo di nome Hermes, più grande di me di 8 anni, che si occupa, guarda caso, di beni culturali fornendo in primis denaro, in secundis apparecchiature specializzate, impalcature e tutto ciò che serve in un cantiere di restauro e in un laboratorio scientifico che si rispettino. Il progettista delle apparecchiature sarebbe stato proprio Hermes in quanto ingegnere elettronico (che per un caso fortuito non sarebbe diventato calvo) con una seconda laurea in chimica. Tale tizio avrebbe parlato fluentemente inglese (studiato per frequentare un dottorato negli USA), francese e tedesco, essendo figlio di madre svizzera, sposata con un ex immigrato italiano comunista, che col duro lavoro era passato da fare il manovale ad avere una grande ditta di costruzioni che gli aveva dato l'agiatezza economica e la possibilità di far studiare i figli. Già, perché il caro Hermes, oltre che bello e colto, sarebbe stato anche ricco, ma non uno schifoso capitalista. Avrebbe gestito la sua attività dal mega ufficio della sua villa sulle colline di Arcetri, insieme al fratello Eros, un bellissimo piacione laureato in marketing, con cui avrei avuto un breve, ma intenso flirt e alla sorella Afrodite, un'avvocatessa lesbica dai modi bruschi ma simpaticissima. Ovviamente Hermes, che all'inizio mi sarebbe stato antipatico, mi avrebbe aiutato nel mio lavoro, e da cosa sarebbe nata cosa fino ai fiori d'arancio. Solo molto più tardi, avremo avuto due figli, Febo ed Artemide, e saremo stati felici per sempre, ma io avrei mantenuto la mia indipendenza, viaggiando per il mondo grazie alle mie nuove scoperte sulla pulitura usando molecole biologiche.
Bene...terminata la fase REM, torniamo a me, oggi, e a quello che mi aspetto dal futuro. Che dire? Tutto è cambiato, per vari motivi...
Perché mi sono resa conto che una casa da single non farebbe per me: l'indipendenza è tanto bella e finché hai qualcosa da fare va tutto bene, ma quando torni la sera e ti chiudi alle spalle quella porta e sai che nessuno è lì ad aspettarti tutto si fa più triste; in solitudine anche un monolocale sembrerebbe un enorme maniero infestato dai fantasmi e tu ti sentiresti piccola, piccola, come uno scarafaggio che sgambetta nell'umido.
Perché nessuna sfolgorante carriera è veramente soddisfacente se non condividi quello che fai con la persona che ami, in quanto sei troppo occupata a bearti delle tue stesse parole in una conferenza internazionale.
Perché ho capito che non tradirei mai la persona con cui sto, neanche per un "dio dell'amore" in persona.
Perché preferire carriera e successo alle persone e alla mia felicità, sarebbe controproducente soprattutto per me stessa.
Per questo e per altri motivi ho smesso di sognare questa vita "perfetta". Forse fondamentalmente perché ne ho trovata una migliore, anche se sembra impossibile. Non sto con Hermes, nemmeno con un ingegnere, né con un uomo ricco e col fisico da modello. Però alla cultura, quella no, non ho rinunciato: il ragazzo che ho la fortuna di aver incontrato è intelligentissimo, sa disegnare e non smette mai di insegnarmi qualcosa, sia dal punto di vista delle conoscenze in sé, che dal punto di vista umano. Per quel che mi riguarda è un genio e il suo cuore, il suo cervello e tutto quello che mi dà valgono mille mila volte di più di qualsiasi laurea, conto in banca, azienda che si possa volere. Mi ha dato quello che né la carriera, né i soldi, né l'indipendenza potrebbero darmi da sole: la felicità. Perché se sei ricca, famosa, indipendente ma non hai nessuno con cui la sera a letto puoi parlare, creare nuovi mondi, fantasticare di cambiare la società e provare davvero a cambiarla, allora, almeno secondo il mio parere, sei infinitamente povera.
So che molte persone criticherebbero questa scelta, mi direbbero che rinunciare ai sogni per una singola persona che domani potrebbe non essere più accanto a noi, è stupido, è sprecare la propria giovinezza. Bene, io ribatterei che a quei sogni non ho rinunciato, li ho solo in parte ridimensionati e in parte sostituiti con altri, più belli, più concreti....sogni a due, che mi danno l'idea di poter essere maggiormente realizzabili, proprio perché non sono più da sola contro il mondo.
Non so cosa sarà del mio futuro, nessuno lo sa, per ora mi limito a sperare che sia come il mio presente: accanto alla persona giusta per realizzare i miei sogni.

PS: l'unica cosa che mi preoccupa sarà avere una casa abbastanza grande per poter contenere tutti i nostri libri e fumetti! XD

lunedì 26 agosto 2013

...un letto troppo largo...

Sembrano millenni che non scrivo...in realtà scrivo lo stesso ma su questo foglio digitale sono praticamente due mesi...le mie "ferie" sono state un po' più lunghe di quelle augustee e mi sono dedicata a tutt'altro. A dire la verità l'impulso di scrivere è sempre stato nella mia testa a martellare perché mettessi nero su bianco quello che mi passava per la testa, fosse di natura fantastica o meno...ma non lo so cosa mi abbia frenato...forse ho paura di sentirmi banale, forse non mi piace più tanto l'idea di aprirmi al mondo senza filtri, viste le ferite recenti... ma di sicuro ho fatto un errore: sono tante le riflessioni che avrebbero bisogno di chiarimenti, o per lo meno di una stesura un minimo ordinata per poter essere lette con distacco e obiettività maggiore di quella che posso avere nella mia testa. Però accendere anche solo il pc mi ha fatto letteralmente fatica...del resto sono tante le cose che mi fanno fatica...mi ricorda un periodo buio della mia vita, quando la mia unica occupazione era osservare il vuoto di fronte a me...mi faceva fatica uscire, vedere gente, leggere, scrivere... eppure questo periodo, nonostante le burrasche, non è stato male...soprattutto gli ultimi 20 giorni sono stati a dir poco fantastici! Ma l'impulso di scrivere non ha vinto sulla pigrizia, sull'indolenza...forse perché per tanti versi mi sento a terra...sono cambiate tante cose in pochissimo tempo e io ancora non ci ho fatto l'abitudine...la mia vecchia quotidianità è stata sconvolta, in parte in meglio... ma a che costo! Mi sembra di pagare caro ogni singolo attimo di felicità o serenità...se invece di un attimo si parla di giorni, poi, lo scotto pesa tantissimo...e quindi arranco in questa situazione di ansia perpetua, come se da un momento all'altro tutto mi dovesse crollare addosso e io non avessi rimedio... mi sento un po' come Sisifo, solo con più massi da portare sulla cima, così che quando ne hai portato uno, gli altri ti rotolano giù e ti tocca rincorrerli... Il mio senso di impotenza sta sfociando in disillusione e questo è deleterio per una ragazza di 23 anni che ha puntato tutta la sua vita sulla speranza nel prossimo e nel cambiamento in meglio. Mi sento come fluttuare: per non soffrirne ho sospeso il mio giudizio come gli scettici, fingo che il mondo attorno a me non esista...insomma: nascondo la polvere sotto il tappeto aspettando di avere il coraggio e la forza di mettermi a dare una bella pulita! Ma ho paura di quello che potrei trovarci, o meglio lo so già cosa ci trovo...per questo non voglio affrontarlo...mi sembra di essere troppo fragile e male armata per questa battaglia, alla stregua degli italiani nella campagna di Russia. E allora intanto tergiverso, procrastino...ma il dolore di fondo resta, per quelle cose che non sento più mie, per le persone che hanno scelto di non starmi più intorno, per i gruppi di amici che ho visto disgregarsi, per una famiglia sempre sotto bombardamento, per il mio non sapere più aiutare le persone come vorrei, per la mia misantropia ormai clinica, per una società che avevo sognato ma che non si appresta a realizzarsi, per una laurea che è a pochi passi ma da cui mi separa un dirupo, per un futuro che mi fa paura, per una felicità che non mi so godere e che avveleno con le mie paranoie, per un'Alice che comincia a delinearsi e che non riconosco...e la mia parte razionale mi dice che semplicemente c'ho da crescere e che mi meriterei solo tanti schiaffi e calci in culo...ma al tempo stesso mi chiudo sempre più in me stessa a piangere in un angolo o a rimuginare su ogni stupidaggine, ingigantendola e facendone un dramma... so analizzarmi ma non so uscirne...perché? e stasera che la casa è vuota, che il letto mi sembra incredibilmente largo rispetto ai giorni passati la tristezza la fa da padrona... cado nella sua trappola, lei mi avviluppa come un anaconda e mi sprofonda nell'abisso...là sotto manca l'aria, manca la luce, manca tutto...e questa grande assenza, questo grande vuoto che mi sento dentro mi sta risucchiando come un buco nero...quello che mi spaventa è che non sto reagendo, non sto nemmeno tendendo una mano...rifiuto l'aiuto...e così faccio del male a tutti quelli che mi vogliono bene, che sono tanti... non vedo via di uscita, ma DEVO trovarne una...piccola, scomoda, malridotta ma una porta ci deve pur essere...là nel buio da qualche parte...la devo cercare, se non voglio finire per perdermi completamente...

Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge