martedì 27 novembre 2012

...Res Publica...


Ieri passavo in bus da Piazza Bambine e Bambini di Beslan, davanti alla Fortezza per intendersi...e noto che la recente "scultura", o installazione pseudo-artistica, è stata danneggiata... Per chi non conoscesse tale oggetto era costituita da una serie di pannelli di compensato colorati che, visti dal davanti, formavano la scritta "Don't Drive" e, di profilo, formavano l'immagine di una bottiglia...Ovviamente era un modo "simpatico" per trasmettere il messaggio "se bevi, non guidare...". Bene, premesso che tale "opera" era molto lontano dal mio concetto d'arte, vederla rovinata mi ha fatto, non solo tristezza, ma anche molta rabbia...la stessa che ho provato quando hanno rovinato l'altra installazione della stessa piazza, dedicata al "Genio Fiorentino"... Questo mi ha portato a riflettere su un tema più grande: il rispetto per la “cosa pubblica”, che in Italia è pressoché assente. L’evoluzione, o per meglio dire, l’involuzione, del nostro Paese ci ha portato a considerare ciò che è Pubblico, non “di tutti”, ma piuttosto “di nessuno”…da quest’idea nasce la giustificazione a buttare le cartacce per terra, a spaccare panchine e arredi urbani, a intasare di carta igienica i bagni della scuola o dell’ufficio. Tutto questo senza pensare che ogni danno si paga e non va a influire sulle tasche di chi l’ha effettuato, ma su quelle dell’intera comunità. Da bravi Italiani, ci lamentiamo spesso che i Pubblici Servizi non funzionano correttamente, che ci vogliono mesi per una TAC, che i libri di scuola costano troppo, che l’autobus è sempre in ritardo, che le nostre città sono sporche, ma siamo i primi a non rispettare ciò che abbiamo, ciò che con le nostre tasse ci viene fornito. Senza addentrarci in cosa e come il nostro Stato dovrebbe investire al meglio i soldi pubblici, focalizziamo l’attenzione sul fatto che la nostra popolazione manca prima di tutto di rispetto, nei confronti degli altri e delle cose altrui, ma, di fatto, anche nei confronti di se stessa e delle proprie cose. Non credo che la maggior parte degli italiani in casa propria butti l’immondizia per terra, o intasi il water, o insegni ai propri figli a farlo. Però usciti dalle loro abitazioni si vedono bambini che rovesciano scaffali interi nei supermercati, ragazzini che sputano per terra, adulti che gettano sul marciapiede l’incarto del pacchetto di sigarette. Perché? Perché non c’è coscienza della “cosa pubblica”, non c’è coscienza del fatto che gli altri, siamo noi, che il danno fatto alla comunità è un danno fatto a noi stessi, non c’è “senso dello Stato”. Lo Stato è, infatti, diventato, non l’espressione diretta del nostro modo di essere Popolo, ma un Ente più o meno astratto a cui abbiamo delegato le decisioni comuni, per liberarci dalle responsabilità che esse comportano,  mantenendo però la pretesa di lamentarci quando queste interferiscono coi nostri “piani”: abbiamo rinunciato alla partecipazione attiva, facciamo decidere gli altri al posto nostro, ma pretenderemmo che decidessero nel modo migliore, o per lo meno come piace a noi. In poche parole ci occupiamo della “cosa pubblica” solo quando ci riguarda da vicino, ma già ce ne disinteressiamo quando riguarda il nostro prossimo, senza pensare che anche ognuno di noi è “prossimo” a qualcun’altro.
Come poter arginare tutto questo e invertire il processo? Beh come per tutte le cose dipende dall’educazione, da quella della famiglia, ma soprattutto da quella della scuola. La scuola (Pubblica appunto) è, o dovrebbe essere, il principale mezzo di diffusione dell’educazione, ad ogni livello della crescita dell’individuo. Oltre a creare persone “colte”, dovrebbe formare dei Cittadini consapevoli, per evitare che il bambino che spacca i giochini del parco pubblico diventi il diciottenne che svuota il posacenere dell’auto quando è fermo al semaforo, l’universitario che ancora riga i banchi delle sale lettura, l’adulto che evade le tasse.
Vorrei precisare che tutto questo discorso è esente da qualsiasi moralismo di sorta, è solo una questione di logica: se vogliamo vivere in un ambiente “bello” e pulito, non ci conviene sporcarlo e distruggerlo. Inoltre, per ritornare al tema dell’educazione, c’è da dire che una persona che nasce e cresce in un quartiere come titolerebbe La Nazione “degradato”, dove chi l’ha preceduta ha provveduto a sporcare e distruggere, non verrà su certo ben disposta nei confronti del mondo. A volte, come diceva Pertini, c’è bisogno di esempi: mi ricordo che durante una gita in Germania i miei compagni fumatori si ponevano il problema di gettare la cicca a terra. In Italia l’avrebbero gettata senza nemmeno pensarci, magari ancora accesa, ma lì, vedendo quelle strade tirate a lucido, quasi gli dispiaceva. Siamo abituati a non eccellere, a seguire la massa “tanto non cambierà mai niente, tanto lo fanno tutti, perché dovrei essere io il solo a rispettare le regole?” e ci adeguiamo, ci accontentiamo, ad essere meno degli altri. Eppure non avremmo niente da invidiare agli altri paesi, anzi, basterebbe un minimo crederci…imparare a rispettare e a rispettarci, educare i nostri figli al bello e al senso civico. In fondo è proprio in Italia, con la Repubblica (che non a caso si traduce letteralmente con “cosa pubblica”) degli antichi romani, che è nato lo Stato così come lo intendiamo oggi: è un’occasione in più per ricordarci da dove veniamo e decidere dove vogliamo andare, senza, per questo, sfociare in inutili e stupidi nazionalismi, cosa purtroppo già accaduta in un passato abbastanza recente, che spesso in molti tendono a dimenticare (nel migliore dei casi) o a esaltare (nel peggiore).

giovedì 22 novembre 2012

...De (La)Repubblica...

Ogni giorno quando entro su internet apro la posta, facebook e leggo i quotidiani online...principalmente La Repubblica e L'Unità tra quelli italiani, El País, Le Monde e The Independent per quelli stranieri. Ultimamente è proprio quello che ho sempre considerato il mio quotidiano "preferito" e affidabile che mi delude... La Repubblica, infatti, sta perdendo in qualità, spessore e serietà, soprattutto per quanto riguarda la testata online. Leggendo le pagine di cronaca nazionale si nota una faziosità evidente, alle volte sguaiata e trita, che nulla ha veramente a che fare con la linea politica del quotidiano, notamente simpatizzante a sinistra, la sinistra "bene", la sinistra borghese e colta (se così la si può chiamare), s'intende...E' ovvio che se io leggo un giornale non schierato apertamente, o comunque non organo di partito, mi aspetto onestà nell'affermare le idee del direttore e dei giornalisti, ma anche obiettività...va bene l'editoriale, va bene criticare un certo "sistema" politico ed economico che anch'io critico, ma la faziosità, oltre ad esser fastidiosa, risulta anche controproducente per la reputazione stessa del quotidiano. Non la approvo e non la giustifico, ma me l'aspetto da un giornale come Il Fatto Quotidiano, che per lo meno esprime certe idee (sbagliate, criticabili, faziose appunto, o incomplete) con i soldi stessi di chi lo scrive e di chi lo pubblica...ovvero è un giornale autofinanziato, autoprodotto e autopubblicato, senza oneri per lo Stato. Invece La Repubblica prende, come la maggior parte dei quotidiani, grossi finanziamenti pubblici, non dipendenti tanto dalle vendite effettive, quanto dalla tiratura (in poche parole dal numero di copie stampate). Per questo motivo è ancora più importante che le notizie di cui scrive vengano trattate in maniera obiettiva e "professionale".
C'è poi un aspetto a mio parere forse peggiore: la maggior parte degli articoli a carattere "di nicchia", ovvero arte, scienza, letteratura, la Cultura, insomma, sono trattati con pressapochismo e approssimazione. Ricordo articoli dove il giornalista di turno parlava di fantomatiche Facoltà di Fisica (senza sapere che Fisica, almeno per la Legge ancora in corso, è un Corso di Laurea all'interno della Facoltà di Scienze MM FF NN), oppure confondeva elettroni con protoni, Rettori con Presidenti e così via...fino ad arrivare agli ultimi strafalcioni in tema di fumetti: "Neil Gaiman è il papà di Batman" (ricordo che Neil Gaiman è nato nel 1960 e Batman è stato inventato negli anni '30 del '900) e Flash e Wonder Woman che fanno parte della creatività Marvel e non di quella della DC Comics. Da profana di fumetti questo potrebbe non interessarmi, forse, e invece mi indigna ancora di più, perché io leggo i giornali per informarmi, ma se il giornale mi dà una notizia imprecisa, inesatta, impropria, che Informazione è? Quando poi leggo che lo stesso Gaiman canzonava i giornali italiani per questa castroneria, ho perso proprio le staffe...Trovo tutto questo molto triste: ormai la tendenza della stampa, anche nelle grandi testate, è quella di abbassare la qualità adattandosi al livello (basso) generale delle masse...Nella mia idea di Informazione è l'esatto contrario di quello che dovrebbe accadere: i media tutti dovrebbero fornire un accesso rapido a un' informazione di alto livello, proprio perché la massa possa alzare il proprio, di livello...ovviamente ogni argomento dovrebbe essere trattato in maniera chiara e semplice, adatta a ogni tipo di pubblico, ma senza inesattezze...questo non solo per correttezza nei confronti di chi legge, ascolta o guarda, ma anche per rispetto nei confronti dell'argomento trattato e dei giornalisti stessi, che accettano di lavorare con poca serietà e poca professionalità, pur di guadagnare qualcosa. Ne va della dignità del pubblico, dei lavoratori stessi dell'editoria e, a mio parere, anche di quella di un Paese. Uno Stato che tende ad abbassare il livello culturale generale, non correggendo, o, nei casi peggiori, incoraggiando il pressappochismo e la mal'informazione, non si può considerare "avanzato"...L'informazione pubblica, come la scuola pubblica e i centri del sapere in generale, dovrebbero essere alla base della struttura di un Paese...e lo sarebbero, secondo la nostra Costituzione... Invece no: si privatizza la scuola, si tagliano i fondi alla Ricerca, si lascia crollare Pompei, si abbassa il livello dei media su un basso profilo...questo quasi nel silenzio generale...non si capisce cosa stia aspettando il lettore medio de La Repubblica per indignarsi...forse che scrivano che Jovetic gioca nella Juve...gli errori negli articoli sportivi forse susciterebbero più scandalo, di quelli negli articoli a carattere scientifico o culturale! A me già il fatto che abbiano letteralmente "censurato" il post di Odifreddi, che criticava la politica israeliana mi dà da pensare...Perché a questo punto credo che tale tipo di Informazione, approssimativa o errata, non sia solo mancanza di serietà o negligenza da parte degli editori...no: tutto questo è voluto, perché è noto che "un popolo che SA, che CONOSCE, c'è il rischio che PENSI anche "( cit. FB ore 14.20 circa) e questo non è più troppo "di moda"...ammesso e non concesso che lo sia mai stato...

domenica 4 novembre 2012

...amor vincit omnia...

È dura...James Morrison (James, non Jim!) aveva ragione: "love is hard"! e anche tanto...ma come si fa? Discussioni, tensione, pianti a dirotto, mal di testa e di stomaco...a volte sembra che il cuore ti venga preso strizzato, calpestato, buttato sotto un tram, fatto a fettine sottili, ripartito in coriandoli...e poi si sta male fisicamente...è normale? sì..tutto normale...pare che ci tocchi..almeno se si ama veramente...perché quando ami, follemente, con passione, senza limiti, è così...patisci come un cane!! e c'è poco da fare...la cosa bella è che poi, a strazio finito, ti rendi conto che ne è valsa la pena...perché l'amore ti dà anche tanti momenti splendidi...e sì, è vero: ti rimane una ferita...resta un dolore sordo nel profondo...e un po' ci vuole a far rimarginare il tutto; ma se l'amore è di quello vero, forte, indomabile, coinvolgente, sarà esso stesso a cauterizzare il tuo cuore malandato...e più avanti sorriderai della fonte di tanto dolore...è faticoso, certo...è come la guerra, ti senti un po' Sisifo, a spingere un masso che tende inesorabilmente a scivolare giù...ma al contrario del povero ragazzo, il tuo masso ci arriva sulla cima...devi solo star attenta che non ricada...ci vuole un'attenzione costante, come quando devi mantenere vivo il fuoco durante una tormenta di neve: è estenuante, ma sai che devi resistere a soffiare e attizzare la fiamma, perché è l'unico modo di sopravvivere...
come il Piccolo Principe con la sua Rosa, l'amore è una cosa di cui ti devi prender cura ogni giorno, se hai intenzione di farlo durare...come ogni fonte di felicità, come gli ecosistemi, come la vita stessa, ha un equilibrio delicato: se lo trascuri fa presto a vacillare, a danneggiarsi, a distruggersi, a scomparire...ma se è forte e se tu avrai il coraggio di affrontare la fatica, reggerà...ai colpi di vento, alle intemperie, ai bastoni tra le ruote che la quotidianità ti mette di fronte...
con questo discorso non voglio certo fingere di essere una veterana dell'amore...sono piuttosto una matricola, una recluta, un'amante in erba...ma ho voglia di imparare, e in fretta...amare e sentirsi amati dà forza...e si possono sconfiggere tutti i mostri...da quando ho incontrato l'amore sono migliorata come persona, sono diventata più simile a quella donna che avrei voluto diventare...ovviamente sbaglio ogni giorno, perché qualsiasi cosa è soggetta all'errore ed è sempre perfettibile...ma sento che sto imparando, che via, via faccio progressi...ed è la più grande conquista che potessi immaginare per i miei standard...l'amore, quello vero, ti aiuta a mettere in pratica quelle belle parole di cui è facile riempirsi la bocca... il Rispetto, prima di tutte...impari a rispettare l'altro e anche te stesso...e poi impari a conoscerti, a riconoscere i tuoi limiti, a estendere te stesso nell'altro, a guardarti allo specchio con coscienza, a chiedere aiuto e a darlo, ad appoggiarti all'altro e a offrirgli la tua spalla...si impara a perdonare, a rinunciare al troppo orgoglio, a moderarsi negli scatti d'ira, come ad esagerare negli slanci della passione...penso, quindi, che, al di là delle banalità e della retorica spicciola, sia vero quello che diceva Virgilio: "l'amore vince tutto"...ovviamente se saputo coltivare...auguro quindi a tutti di conoscerlo, di viverlo e di goderselo...perché, soffrirei mille volte per amore, piuttosto che rinunciarvi...

Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge