martedì 10 dicembre 2013

Il mondo nuovo

Da elettrice di sinistra, anche se non propriamente del PD, mi sento di commentare la vincita di Matteo Renzi alle primarie. Sono fiorentina e conosco Matteo (così ama farsi chiamare dalla "gente") fin dai tempi in cui era presidente della provincia. Non si può dire che mi stesse simpatico, dato che, non so per quali interessi, era intenzionato a spostare il mio istituto scolastico, nel centro di Firenze con oltre 1000 iscritti, alla periferia di San Bartolo a Cintoia in un edificio sospettato di amianto, dove non arrivavano nemmeno mezzi pubblici decenti... All'epoca tramite i rappresentanti di istituto riuscimmo a farlo desistere, anche se lui era deciso a fare a modo suo discutendo un accordo a porte chiuse con la preside (non è così in fondo che ha gestito la questione ATAF?)...
Poi si candidò alle primarie per il sindaco e, lo ammetto, accanto a un Pistelli (verve zero), una Lastri (antipatia fatta persona) e un Cruccolini (onesto ma un po' retrò), lo votai... e Matteo vinse contro le aspettative di tutti... Ovviamente nel 2009 si votava una coalizione e prima di votare Spini (i socialisti non mi son mai piaciuti!), votai lui, che ancora vinse... Ne fui felice, lo ammetto, ancora una volta, perché pensai che a Firenze, per placare l'animo polemico dei fiorentini, servisse una persona di polso, un decisionista, soprattutto dopo la tristissima amministrazione Domenici. E non ho avuto torto: di cose buone ne ha fatte, dalla pedonalizzazione del centro, all'accordo con lo Stato per riutilizzare le ex caserme per farne abitazioni popolari, uffici ecc... Da qui inoltre era più facile controllarlo, non avrebbe potuto fare così tanti danni come da Palazzo Chigi per esempio... ma lui ci rassicurò tutti, dicendo che fare il sindaco di Firenze era il lavoro più bello del mondo e che Roma non gli interessava...detto fatto: candidato premier del centrosinistra contro Bersani e Vendola... Nel frattempo è sempre stato coerente con se stesso nell'esprimere le sue idee, nemmeno da democristiano, ma da uomo della nuova destra liberale: il 1 maggio è superato, i sindacati sono solo vecchi apparati muffiti da svecchiare (e da stravolgere quindi), "con Marchionne senza se e senza ma", diritti civili per le coppie di fatto, voto agli immigrati regolari, le aziende pubbliche che non funzionano si vendono ai privati, son cattolico ma il vescovo non mi deve rompere le scatole e via discorrendo...insomma, non tanto diverso da quello che diceva Gianfranco Fini prima di sparire dalla scena politica...
Ma ritorniamo alle primarie dell'anno scorso... lui si candida autosmentendosi alla Berlusconi e io non lo voto, ben consapevole che la sua idea può andar bene per Firenze, ma non per l'Italia: vince per fortuna Bersani, un uomo con non troppo carisma, ma onesto e competente... Vinciamo le elezioni, ma questa legge elettorale non ci permette di governare... da lì tutto, comprese le mie speranze, va a rotoli nel giro di pochi mesi: viene rieletto Napolitano, Bersani viene silurato e si dimette, governo Letta di grandi intese, Grillo continua a sbraitare... In tutto questo il nostro Matteo riparte e si candida, accanto al quasi incorporeo Cuperlo e all'ex amico di rottamazione Civati... il risultato è scontato, soprattutto con il non-democratico voto aperto ai "simpatizzanti" (se della sx o solo del singolo candidato non si sa)... E così ci troviamo Renzi, un liberale, al comando del partito di rappresentazione della sinistra italiana più importante... E no, non posso accettarlo, ma non perché è lui... ma perché chi l'ha votato l'ha fatto principalmente per 3 motivi:
1) interesse personale (si sa questi esistono sempre);
2) perché lui piace, "buca lo schermo", perché così finalmente la sinistra vince, ché non si vince dall'1...
3) è giovane, è figo, altri che questi vecchi babbioni che ci hanno rotto veramente le palle e devono andare a casa, loro, i sindacalisti, D'Alema e compagnia cantando, che non c'hanno dato il lavoro che noi si voleva, uffa uffa...

Il primo punto nemmeno lo commento, è una cosa che esiste e basta...per quanto riguarda il secondo: beh anche Berlusconi e Grillo piacciono e bucano lo schermo, vogliamo altri 20 anni uguali? devo credere che la gente ha scelto bene solo perché uno gli piace? Scusate se non mi fido, ma dato che il berlusconismo ha totalizzato la maggior parte della mia esistenza, no non me la sento di fidarmi di ciò che piace al popolo italiano... Sono convinta che con Renzi il PD possa sinceramente vincere le elezioni, ma a che prezzo? che vittoria è con un liberale? Potevo votare Fini a 'sto punto...
Per il terzo punto: la giovane età non è una sicurezza, basta guardare il Trota per rendersene conto... inoltre i Sindacati hanno mille difetti, è vero, sono la prima a criticarli, ma sono l'unica forma di tutela per i lavoratori oggi nell'era di Marchionne...li possiamo migliorare, ma non eliminare... per quanto riguarda D'Alema: cari ragazzi di quello (putroppo) non ve ne libererete mai...se è sopravvissuto Ochetto, perché lui, che è più intelligente dovrebbe sparire?
No, non voterò il PD alle prossime elezioni, mi dispiace per quelli in buona fede, ma non posso andare contro i miei principi...noi non siamo americani o inglesi, che considerano Obama o Blair di sinistra, qui siamo in Italia, il paese che ha inventato lo Statuto del Lavoratori, grazie ai sindacati (che non causano la disoccupazione, Matteo, quella è colpa degli imprenditori!)... il paese occidentale con il Partito Comunista più importante, il paese di Turati, di Gramsci e di Berlinguer, persone a cui Matteo, con tutto il rispetto, non lega nemmeno le scarpe...

Ma ieri, mentre discutevo su Renzi e il futuro della sinistra italiana, ho trovato il blocco dei viali per la protesta dei Forconi... un manipolo di disgraziati, abbindolati da 4 violenti fascisti... e allora ho pensato che ha ragione il mio Cavaliere Oscuro; Renzi è solo l'ultimo dei nostri problemi!


venerdì 15 novembre 2013

Spara, spara spara, amore!

La città era in fiamme, i palazzi si sbriciolavano come biscotti per il cheesecake... sembrava il finale di un film di Snyder... La ragazza vagava tra le macerie senza meta precisa, il viso annerito dal fumo, gli abiti bruciacchiati ai bordi... Le lacrime, unico scintillio di luce nel suo sguardo triste, le offuscavano la vista dell'orrore che la circondava... Cosa avrebbe fatto ora? Era sola, in mezzo al deserto che lei stessa aveva creato..."Come sono giunta a questo punto? Non c'è più nulla... " Dalle orbite vuote del grattacielo di fronte non giunse risposta... La carcassa di un'auto già in fiamme esplose a pochi passi da lei, probabilmente perché il fuoco era giunto a mordere anche il serbatoio...quasi non notò il boato, né la folata rovente che fece sfrigolare i suoi capelli, ormai ridotti a un ammasso crespo e senza logica...
"Questa volta è stata l'ultima... ho avuto quello che volevo: la fine... il mio desiderio di morte ha prevalso sulla speranza, sul senso di responsabilità...il mio tocco velenoso ha contaminato tutto... è tutto distrutto, fin dalle fondamenta... Adesso non ho più niente... né amici, né parenti, né un luogo dove riposarmi...e lui?No...questa volta non verrà, l'ho fatta troppo grossa... Perché dovrebbe ancora venire a salvarmi in questo schifo?Non lo merito e se lo facesse, si farebbe solo del male ulteriore.... E' questo che faccio: illudere la gente di essere brava, intelligente, speciale... si accorgono tutti troppo tardi di quanto sia pericoloso avvicinarsi... come i serpenti che più sono velenosi, più sono belli e colorati, così io mi circondo di persone fantastiche, le attiro nel mio mondo onirico fatto di sogni e ideali, e poi le distruggo, le affosso condannandole allo stesso destino al quale sono legata io... Vivo in un limbo di mediocrità, sospesa tra la Luce e il Buio, coprendomi di colore ma restando grigia dentro... Tutto ciò che tocco diventa cenere... Finalmente questo scenario rappresenta ciò che veramente sono: un disastro! Come un architetto di Inception ho finito per costruire ciò che realmente alberga nella mia mente straziata... Un luogo dove non c'è posto per fiducia e speranza, dove le persone non migliorano, dove i sogni rimangono nei cassetti e si coltiva la disillusione...E adesso che ho de-costruito tutto ciò che le mie belle parole rappresentavano, cosa mi resta? Nulla... sto da sola con me stessa, come ho sempre fatto, seppur circondata da visi amici... Ma cos'è quel bagliore? Un'altra esplosione? Forse...ma sembra più bella... Che sia lui? Magari... Lui...bellissimo, nella sua armatura fatta di speranza, con la sua bocca piena di parole d'amore e il suo destriero di fantasia... No...non è possibile...non tornerà da me...non questa volta..." 

martedì 12 novembre 2013

Racconto - Capitolo 1

C'era una volta una guerriera errante...
Non aveva un posto fisso dove abitare o lavorare: andava dove ci fosse bisogno delle sue imprese eroiche. Quasi ogni mese aveva un nuovo incarico, ogni volta in un paese diverso. Un giorno venne convocata da un'associazione di cavalieri in uno strano paese chiamato Vaporpagus. Era una terra strana, piena di meraviglie che non aveva mai visto; per certe cose somigliava al posto dal quale veniva, ma per altre era molto diversa. Esistevano città, grattacieli, fabbriche, ma tra le persone che vi abitavano ce n'erano di particolari, in quanto dotate di capacità straordinarie che le distinguevano dalle altre. I più importanti tra questi "eroi" avevano deciso di combattere le ingiustizie tutti insieme, in una sorta di alleanza. Ma di recente si erano scontrati con un problema più grande di loro e avevano fatto chiamare la guerriera.
La giovane entrò nel palazzo sede dell'associazione e si trovò davanti gli uomini e le donne più strane che avesse mai visto: tutti vestiti sgargianti, mascherati, con tutine aderenti e con mantelli...
"Salve... ehm... signori... mi avete convocato?"
Un tale aitante con una tuta azzurra e un mantello rosso rispose: "Sì. Vedi noi abbiamo sempre combattuto il crimine, le invasioni aliene, le guerre nucleari, i pazzi con smanie di conquista, ma questa volta non sappiamo come combattere questo nemico. Abbiamo sentito che tu ti occupi diciamo di... casi impossibili..."
"Va bene, ho capito... Ma chi è questo fantomatico nemico? E come funziona? Mi pagate? Vedete: io lo farei per la gloria e basta, ma devo campare..."
"Per i soldi non ci sono problemi..." disse un tizio tutto vestito di nero, con l'aria cupa, "...anche se non credo che una ragazzina scalcagnata con pretese da eroina possa sconfiggere Psycrotes..."
"Bruce smettila! Che alternative abbiamo?" disse una donna in armatura con un lazo legato alla cintola.
"Va bene: tanto decide sempre la maggioranza! Ma sapete come la penso..."
"E dai diamole una chance!" rispose un tale vestito di rosso con un lampo stampato sul petto.
"Ok, ragazzi: quando avete finito di discutere mi spiegate chi è questo Psycqualcosa?"
Un tipo in verde le spiegò "Psycrotes è l'entità dell'indifferenza. E' un mostro terribile. A vederlo non sembra pericoloso in quanto è anonimo. Nessuno si ricorda che faccia abbia, è totalmente grigio: né brutto, né bello, né alto, né basso, né magro, né grasso. Un signor nessuno! Ma proprio per questo è più insidioso... e te lo dice uno che ha combattuto contro un avversario più che temibile, la Paura. Ma questa volta è diverso: s'installa nella mente delle persone e non si schioda più. Ormai quelli che non delinquono, semplicemente non fanno nulla. Nessuno s'interessa al lavoro che fa, a chi lo circonda, a niente! Nessuno legge giornali o libri, pochissimi studiano, l'affluenza alle urne è del 5 %... è un totale disastro!"
"Sì ok... e come pensate che io possa sconfiggerlo, se voi non ci siete riusciti?"
"Beh, Hal non ti ha spiegato la cosa più grave.." riprese il tizio in blu "vedi, noi abbiamo sempre rappresentato una speranza per le persone del nostro mondo, siamo modelli da seguire e imitare, siamo dei simboli, oltre che persone reali. Questo grazie anche a racconti che narrano le nostre gesta..."
"Sì...e cosa c'entrerebbe ora questo?"
"Fammi finire... In molti hanno scritto di noi..."
"E ci hanno guadagnato anche parecchio..."
"Bruce, per piacere, posso parlare? Dicevo: in molti hanno scritto di noi, ma l'ideatore di questo sistema, il fautore della nostra fama, il nostro diciamo "sceneggiatore" più importante è il Gibbardo..."
"Il Gibche?"
"Il Gibbardo: è un essere misterioso, un mutante... un bardo, un cantastorie con l'aspetto di Gibbone... O molti altri aspetti, dipende dall'umore che ha."
"Mmmmm un tipo da bestiario insomma: mi volete prendere in giro? Cioè: accetto tutto, gli alieni, le amazzoni, i guardiani dello spazio, ma un animale che scrive storie?!? Che sarebbe, il novello Papà Castoro? E poi ancora non ho capito che c'entri con Psycrotes..."
"Caspita! Ma sei più rompiscatole di Bruce! Nessuno ti ha insegnato che non si  interrompe una persona mentre parla?"
"Diana calmati! Ma tu ascolta, per favore, ragazza... Allora, il Gibbardo, che tra di noi ha conosciuto solo Bruce, è sparito misteriosamente. Non siamo in grado di trovarlo da nessuna parte; abitava in una città molto antica in un paese dove Psycrotes ha fatto molti danni. Temiamo che sia morto. Non lo trovano né i radar di Bruce, né la mia vista a raggi X. Il problema è che da quando lui è scomparso nessuno crede più i noi: abbiamo perso la nostra autorevolezza, tra la gente siamo poco più che una parodia! I criminali ci ridono in faccia e, se non siamo presi sul serio, se la gente non crede in noi, vuol dire che ha perso la speranza e noi non possiamo fare il nostro mestiere..." disse l'uomo in blu con la faccia sconsolata.
"Ok, io ho ascoltato, ma ancora non capisco quale sia il mio ruolo nella faccenda!"
"Devi trovarlo..."
"Io? E come? Se nemmeno le vostre super capacità ci riescono, come potrei farlo io?"
"Infatti non puoi a mio avviso..."
"Bruce...."
"Invece di fare il disfattista, dille quello che sai..."
"Va bene. Allora, l'ultima volta che io parlai col Gibbardo, circa un anno fa, lui era molto amareggiato. Si lamentava che i suoi racconti non erano molto apprezzati, si sentiva incompreso. Lavorava giorno e notte, ma negli ultimi tempi nessuna casa editrice si era dichiarata disposta a pubblicare le sue storie. Dicevano che erano "vecchie", nel senso che nessuno ci si poteva più riconoscere. Il Gibbardo parlava di valori e ideali, che in effetti la nostra società non segue più, sempre che li abbia mai seguiti! Fatto sta che lui ci credeva ancora e si rifiutava di accettare il cambiamento; diceva che noi eroi avremmo dovuto essere dei fari per questa umanità a catafascio, sempre più corrotta e ignorante. Forse non si rendeva conto che Psycrotes era ormai nel pieno dei suoi poteri. Comunque accennò a un viaggio a Oneiron per schiarirsi le idee, poi mi chiese non troppo gentilmente di togliere il disturbo. Da quel momento ha fatto perdere le sue tracce e nessuno ha più letto i suoi racconti."
"Bene. E quindi io dovrei andare in questa Oneiron a cercarlo? Non potete andarci voi? E poi, ammesso e non concesso che trovi il Gibbardo, che dovrei fare?"
"No, tu sei la guerriera errante, tu devi andarci. Noi abbiamo un sacco di lavoro da svolgere qui: regna il caos! Una volta trovato il Gibbardo devi convincerlo a tornare e a scrivere una nuova storia: solo i suoi racconti possono aiutarci a sconfiggere Psycrotes, solo con la sua fantasia la gente potrà tornare a credere in noi e ad interessarsi della propria sorte e non cadere vittima di altri demoni, quali Ignoranza, Paura, Odio..."
"E come lo convinco? A quanto ho capito è un vecchio scorbutico, perché dovrebbe venire con me?"
"Beh sulla tua spada ci sono scritte tre parole che lui ama alla follia...Vedrai che lo convincerai! Devi riuscirci: sei la nostra unica speranza..."

venerdì 8 novembre 2013

L'invincibile armata...

La stanchezza cominciava a farsi sentire sempre più insistente: era una stanchezza fisica e mentale. Si disse che non poteva andare avanti così, con le scarpe ormai ridotte a un involucro liso, prive di suola, tenute insieme da uno spago sfilaccicato... Gli abiti erano laceri e zuppi d'acqua, ogni passo le pesava sulle gambe a pezzi, sui piedi pieni di vesciche, sulla schiena incurvata. 
Eppure era giovane e, quando era partita, era anche forte, coraggiosa, indomita... No, forse questo era solo quello che appariva, grazie all'armatura scintillante sempre tirata a lucido, il sorriso beffardo sulla faccia e quell'aria di superiorità che faceva abbassare gli occhi ai più. Era rispettata, stimata e temuta, non solo per il coraggio e per l'ardore in battaglia, ma anche perché sembrava incapace di perdere. E anche se perdeva, non sembrava mai sconfitta: le restavano la boria e l'arroganza dei vincitori, date dalla consapevolezza di essere nel giusto, sempre e comunque. Se ti concedeva un round, a quello seguente ti avrebbe fatto mangiare la polvere e ti saresti sentito l'ultimo dei rifiuti sulla Terra. La logica dei suoi argomenti era ferrea, schiacciante e vincente, tanto da confondere chiunque, da farti sentire in torto, anche se non lo eri. Le sue parole erano sferzanti, i suoi giudizi pesavano come pietre tombali e tu ne rimanevi schiacciato, incapace di obiettare davanti a cotanta sicurezza. Non era bella secondo i canoni prestabiliti dalle consuetudini, ma sapeva affascinare quando voleva. I capelli sempre in disordine, la scarsa attenzione nell'abbigliamento, il rifiuto per gli orpelli potevano far credere che mancasse di femminilità, ma chi la sentiva parlare si ricredeva subito: era una donna, una donna forte, decisa, sicura di sé, che sapeva esser donna senza imitare gli uomini per sembrare più forte.
In pochi avrebbero riconosciuto quella Bradamante moderna nella ragazza cenciosa che si trascinava per le strade, senza meta apparente, con lo sguardo perso nel vuoto e perennemente scossa da brividi, se di freddo o di paura era difficile dirlo. Com'era arrivata a ridursi così? Impossibile stabilirlo con certezza: semplicemente un giorno aveva conosciuto un cavaliere rivale e lo aveva sfidato, certa come sempre di vincere. Ma l'avversario si era rivelato più forte e più scaltro del previsto ed erano arrivati a una situazione di parità, mai verificatasi prima. E fu così che l'intrepida combattente, che non credeva nell'amore, cadde, cedette e s'innamorò. E scoprì una parte di mondo che mai avrebbe immaginato, un mondo dove le battaglie cominciavano a parole e finivano in baci, dove le conoscenze che aveva sempre ostentato, potevano finalmente essere condivise ed arricchite. Col tempo dismise il suo atteggiamento sulla difensiva e si ammorbidì, allentando i legacci dell'armatura che le sembrava ormai un peso inutile: non aveva bisogno di vestirsi di arroganza e di falsa sicurezza quando era sorretta e protetta da quell'amore folle e totalizzante per il suo cavaliere. Mai si era sentita così invincibile, mai aveva provato meno paura, mai si era sentita così al sicuro. Era un periodo eccezionale e, a poco a poco, cominciò a dedicarsi ad attività più edificanti e rilassanti dei combattimenti, a meno che non li facesse insieme a lui. 
Ma fu proprio al culmine della sua felicità, che i nemici la attaccarono alle spalle: l'insicurezza, i rapporti lacerati, le controversie familiari, i fallimenti negli studi e il peggiore di tutti, la PAURA. Essa si insinuò nelle parti del corpo lasciate libere dall'armatura e cominciò a scardinarla, pezzo dopo pezzo: ogni giorno sembrava più ammaccata, più arrugginita, più fragile. All'inizio lei non ci fece più di tanto caso: aveva affrontato mille battaglie e ne era sempre uscita, perché preoccuparsi? Ma la sfida col signore della paura, non si giocava a carte scoperte: Parallax (così qualcuno lo chiamava), o Gmork (per altri), era un avversario subdolo, che giocava sporco e riusciva a ingannarti, facendoti credere cose inesistenti. La ragazza cadde nella trappola cominciando a credere realtà le pallide ombre che l'infido essere le proiettava davanti e il dubbio le se insinuò nella mente. Cominciò a perdere fiducia negli altri e in se stessa e a desiderare uno scontro finale, dove avrebbe potuto trovare il riposante "nulla eterno". Il vaso di Pandora della sua anima era stato aperto e nel caos non sempre riusciva ad aggrapparsi alla speranza. 
Per questo si era ritrovata su quella strada, ormai allo stremo, incapace di reagire... E il cavaliere, direte voi, che fine aveva fatto? Ah lui c'era. SEMPRE: fin dai primi istanti l'aveva aiutata a combattere contro Parallax, ma non era facile. Tutte le volte che lei cadeva, andava a recuperarla, ma ad ogni scontro era sempre più debole e lui faceva più fatica a trarla in salvo. Anche quella volta arrivò: "Amore mio che ci fai qui tutta sola? E' tutto il giorno che ti cerco... Dai vieni ti porto a casa, prendiamo un tè,creiamo nuovi mondi. Che fai lì per terra? Hai bisogno di un bagno caldo, avanti.."
"Lasciami qui: non servo più a nessuno, sono ridotta a un rottame, pronta per lo sfasciacarrozze..."
"Ma che dici?! Sei bella come sempre, hai solo bisogno di una ripulita..."
"E se non ce la facessi ad alzarmi? Se questo scontro fosse stato l'ultimo?"
"Macché! Tu... NOI ce la facciamo sempre! Ce l'abbiamo sempre fatta, ce la faremo anche questa volta, vedrai..."
"Lo spero. Quando anche tu mi abbandonerai, lui vincerà..."
"Ma ti pare? Come fa a vincere? Hai visto quanto è brutto? Solo la nostra bellezza lo fa arretrare! La nostra onestà intellettuale, la nostra intelligenza, il nostro coraggio... Quando mai ci siamo fatti spaventare? Ci vuole dividere, perché sa che insieme siamo imbattibili: ma non ci riuscirà! Andiamo..."
Lei si alzò a fatica, lo prese per mano e lo seguì. Aveva ragione lui. Aveva perso diverse battaglie, ma non la guerra: come nel giro d'Italia, nella vita non conta chi vince più tappe, ma chi arriva primo a quella finale. E il percorso era ancora lungo...

sabato 19 ottobre 2013

Riscoprendo Propp...

Oggi c'è stata a Roma la cosiddetta manifestazione degli "antagonisti"...antagonisti di chi ancora c'ho da capirlo! Beh penso che abbia sfilato un sacco di gente per bene, gente che ha perso il lavoro, o lo cerca da tanto tempo, gente senza casa, migranti in cerca di equità di trattamento, persone che hanno visto deturpare il territorio dove sono cresciute dai cantieri dell'Alta Velocità... E sì, è lecito manifestare la propria opinione, finché si sta nelle regole del rispetto e della civiltà...ma questo non è avvenuto... no: ci sono state barricate coi cassonetti, vetrine spaccate a sanpietrini, bombe verso ministeri e uffici delle ferrovie, cariche delle forze dell'ordine...
E io mi chiedo, perché? potrei pensare che i violenti erano infiltrati della polizia, ma questa volta lo vedo improbabile...gli infiltrati appunto si infiltrano, non si fanno fotografare tutti belli in gruppo con le mazze in mano e i visi coperti (cfr foto La Repubblica).
E allora non ci sto, io che di manifestazioni ne ho fatte tante, ad essere assimilata a questa gente, non ci sto a dover pensare che non posso scendere in piazza tranquilla perché magari arrivano questi delinquenti e mi fanno partire una carica... Non ci sto perché rovinano tutto il lavoro degli altri, che magari hanno davvero qualcosa da dire e la cui protesta è legittima... No, non posso accettare la violenza gratuita, la distruzione senza senso di vetrine, negozi e bancomat! Non posso accettare di vedere gente che scende in strada già pronta alla rissa, ARMATA non di idee, parole, pensieri, ma di spranghe e bombe carta... Non posso accettare chi si "fregia" di maschere di un personaggio di cui nemmeno conoscono la storia... No cari Antagonisti, voi avete visto un film e avete pensato "Figo, un sacco di violenza...è così che si fa!" e giù cori contro la polizia....ma del povero Guy Fawkes non sapete nulla! Non avete contestualizzato il periodo storico nel quale è vissuto, la sua situazione e il motivo che l'ha spinto a fare ciò che ha fatto...peraltro finendo abbastanza male!
E mi fa rabbia il vostro essere antisistema, il vostro gretto qualunquismo che vi spinge a pensare che senza violenza non si risolve nulla, che la legalità non è altro che oppressione di questo Stato che tanto odiate ma che vi ha dato da mangiare fino ad ora...Se siete fuori dal sistema non accettate le cure del sistema sanitario pubblico, quando andate a medicarvi le vostre teste spaccate dai manganelli, non venite nelle nostre università pubbliche a scrivere "rivolta" sui muri imbiancati con i soldi dei contribuenti, non accettate borse di studio, né mangiate alla mensa con costi agevolati. Se non volete i problemi che il sistema comporta, non usufruite nemmeno dei vantaggi. Ma no, la democrazia, purtroppo, vi permette anche questo, di sputare nel piatto in cui mangiate, di sporcare la protesta di persone per bene, con la vostra ignoranza, la vostra arroganza e la vostra maleducazione, di fare assimilare chi si definisce di sinistra, come me, alla teppaglia quale voi siete... Se solo aveste un minimo di cultura, generale o politica, sapreste che è da dentro il sistema che si cambiano le cose, che la legalità è una delle più grandi forme di libertà dell'uomo, perché è con le regole che si vive civilmente, nel rispetto degli altri, contro i soprusi di mafiosi e potenti, contro chi usa la forza per imporre il proprio pensiero su quello degli altri... E finché potrò continuerò a combattere contro persone come voi, che non sono migliori dei "padroni" e dei fascisti che dicono di contrastare... Io voglio che questo paese sia migliore e lo voglio vivere non da antagonista, ma da PROTAGONISTA...

mercoledì 9 ottobre 2013

Il demone 2

Alla fine ci era riuscito: aveva preso il controllo della ragazza e non le dava requie... il suo cervello era ormai logoro e mal funzionante, abbandonato al nulla come un vecchio modello di computer... Non c'era più spazio per speranze o sogni: il demone li aveva mangiati tutti... Rimanevano solo disperazione, angoscia, ansia e ciò che al demone piaceva di più, la Paura... Oramai la ragazza viveva in un grigio limbo incapace di scuotersi di dosso l'orrenda bestia, senza reali desideri, se non quello di un foscoliano nulla eterno... Le sue ambizioni disintegrate, il suo ottimismo un cumulo di cenere, la fiducia negli altri e nel futuro inesistente...
"E allora perché non capitomboli del tutto, ragazzina? Perché non prendi quella finestra e ti lasci andare, per sempre? Cosa ormai ti trattiene più in questo mondo dove non sei che un rifiuto?"
La ragazza considerò l'idea del volo... Si avvicinò alla finestra e guardò giù: un cortile vuoto...
"Sarebbe facile...e sarebbe bellissimo: niente più dolore..."
"E allora, dai, prendi quella sedia e sali...una spinta posso sempre dartela io se sul più bello ti mancasse il coraggio...non c'è più nulla per te qui...solo sofferenza..."
"Solo sofferenza...E' vero: sto così male...la mia vita non vale niente...ho perso tutto...sono un disastro..." .
Grosse lacrime le scendevano lungo le guance andando a bagnare il davanzale sotto di lei.
"Forza, sono stanco di aspettare qui...non c'è più niente di interessante da divorare in te..il mio lavoro è finito...Avanti...Falla finita!" le sussurrava il demone spazientito...
"Cosa penserebbe la mamma?- TUMTUM - E il babbo? E mia sorella? Che sorpresa sarebbe per loro trovarmi qui, distesa e... morta?"
"A loro non importa di te..."
"Non è vero!"
TUMTUM
"Non illuderti...a nessuno importa di te..."
"E i miei amici?"
"Quali amici?"
"E lui? No, lui mi ama...io lo so che mi ama..."
TUMTUMTUMTUMTUM  Il suo cuore riprese a battere, veloce come Flash...
"Che è 'sto casino? Vorresti dire che ancora ti batte il cuore per qualcuno? Che ancora speri che valga la pena vivere per non deludere qualcuno?"
"Sì..." sorrise "tu hai bisogno di me per vivere, non io...hai dimorato dentro di me per troppo tempo...ora basta! - TUMTUMTUM - Basta schifosa bestiaccia! Io sono intelligente, capace...ho una vita davanti...e persone che mi stimano e mi vogliono bene..."
"Illusa...evidentemente ho ancora da lavorare con te... E gli amici che hai perso? Non ci pensi? E i casini che hai combinato? Le persone che fai soffrire? Faresti loro un favore se sparissi di circolazione, non credi?"
"Non è vero...loro mi amano, anche se sbaglio e se li faccio soffrire alle volte...sai cos'è l'amore?No, non puoi saperlo, perché tu sei la negazione stessa dell'amore... tu rubi i "per sempre" e li sostituisci coi "forse", elimini gli abbracci, per inserire schiene che se ne vanno... privi le persone della loro dignità, cibandoti di addii e sputando gli arrivederci... Ma no, ancora non hai vinto con me...non oggi...perché puoi portarmi via tutto ma finché proverò amore, tu non avrai vita facile...I sogni che hai distrutto, rinasceranno più forti e decisi di prima..." scese dalla sedia e chiuse i vetri.
"Sei un osso duro lo ammetto, ma non puoi vincere... Ho pieno potere su di te...Ti sto distruggendo, non lo vedi? Piangi per ogni minima stronzata...Tremi come una foglia, terrorizzata, davanti all'idea di perdere le persone che ami...Anche lui ti lascerà, si stuferà, ti abbandonerà in un angolo, una volta raggiunti i suoi obiettivi...e sarà allora che ti darò il colpo di grazia..."
"Oh no ti sbagli: tu non lo conosci...lui è forte, intelligente, bellissimo... lui è speciale...lui mi ha aiutato a sconfiggerti una volta e lo farà ancora...e, insieme, ti ricacceremo nel putridume da cui provieni. lurido essere insignificante..."
"E' impossibile e lo sai anche tu..."
"Scommettiamo?"

domenica 22 settembre 2013

Serenata...

Lo osservava dormire senza dire una parola. Era una creatura bellissima. Più lo guardava, più se ne convinceva... Appoggiata su un gomito come un'antica matrona romana al simposio, non riusciva a staccare gli occhi da lui...

No: non era Raoul Bova, non era alto, non aveva un fisico scolpito... ma era stupendo... I capelli indomabili, dritti come i cipressi di Castagneto, la posizione rannicchiata da bambino, il respiro lento, ormai sincronizzato con il suo...

Sembrava calmo, adesso nel sonno, finalmente... Ma chissà che lavoro di fino facevano i suoi neuroni in quella testa! Un contenitore non poi grande, per un universo così spropositato... era come il TARDIS: piccolo fuori, più grande all'interno...

Nonostante fosse lì con lui in un certo senso gli mancava... e allora gli dette un bacio leggero sulla tempia...lui, senza svegliarsi la abbracciò e si strinse a lei... Era premuroso, anche mentre dormiva...

Era intelligente come Batman, quando escogitava un piano per farla ridere anche mentre piangeva.
Era veloce come Flash, quando gli chiedeva di aiutarla e lui si precipitava in suo soccorso.
Era giusto ed eroico come Superman, quando il mondo sembrava crollato addosso alle loro vite e lui le sussurrava "Supereremo anche questa...andrà tutto bene...".
Era un eroe racchiuso in un ragazzo all'apparenza normale.
Era un artista.
Era un genio.
Era un rapper.
Era uno scrittore.
Era un fumettista.
Era un formichiere.
Era un gibbone.
Era silenzioso.
Era logorroico.
Era inquieto.
Era fonte di paura.
Era fonte di felicità.
Era sorridente.
Era il suo insegnante.
Era il suo allievo.
Era la spalla su cui si trovava nel bene, o nel male a piangere.
Era la persona che più la faceva ridere.
Era il suo migliore amico.
Era il suo consigliere nelle decisioni.
Era il pezzo mancante del suo puzzle.
Era la formina giusta.
Era la colla per ricomporla quand'era a pezzi.
Era la sua guida, la sua bussola, il suo timone e la sua nave.
Era l'uomo dagli occhi blu che aveva scelto per accompagnarla nel suo cammino.
Era tutto ciò di cui aveva bisogno per crescere, per diventare una donna migliore, per essere felice.

E mentre pensava a cos'era il ragazzo bellissimo che dormiva accanto a lei, si rese conto che con quei presupposti non solo ERA fantastico, ma chissà come SAREBBE DIVENTATO...



venerdì 20 settembre 2013

…Sempre acquistando dal lato mancino, ovvero tra Cristo e Sartre…

Come nella canzone di Gaber o nel programma di Fabio Fazio di qualche tempo fa, a volte mi interrogo su cosa sia realmente di sinistra, a cosa corrisponda quest’etichetta.
Fin da ragazzina sono cresciuta in un ambiente cosiddetto “progressista”, anche se tutti i miei amici si ritenevano “più a sinistra” del partito di sinistra più importante in quel momento. Anzi, ogni forma di partito veniva comunque ritenuta una gabbia per imprigionare, istituzionalizzandolo, ogni movimento di protesta e contestazione giovanile. Chi faceva politica “ad alti livelli”, in Parlamento insomma, era in ogni caso un nemico da combattere. Ho partecipato a numerose manifestazioni, dove tra i cori se ne sentivano molti contro le forze dell’ordine e lo Stato. Chi si vestiva con abiti di marca era sicuramente “di destra”, chi era ricco, lo stesso. La maggior parte delle persone che conoscevo non avrebbero mai esposto una bandiera italiana alla finestra, perché “è da fascisti”. Tutto quello che apparteneva al “sistema” sembrava negativo, repressivo, non condivisibile. Da adolescente è facile ritrovarsi in una mentalità del genere, andare contro tutto e tutti, sentirsi liberi e ribelli, ma già a quel tempo in molti casi mi trovavo a disagio in mezzo a certe discussioni.
Ora, che ho superato gli anni “teen” da un po’, capisco come quell’atteggiamento sia stato dannoso e ci abbia portato alla situazione che oggi viviamo nella politica.
Il sentimento di odio e repulsione verso tutto quello che rappresenta lo Stato ha odore di mafia, l’antipolitica “grillina” ricorda in parte il Ventennio, in parte il qualunquismo che ne è seguito.
Non riesco a capire perché l’esser di sinistra debba esser ricondotto a un modo di vestire e all’irriverenza verso  le regole e verso chi le fa rispettare. Non capisco e non approvo i sedicenti “duri e puri comunisti”, che portano avanti la loro arroganza con Carlo Giuliani come bandiera. Sfruttano la morte di un ragazzo, ucciso dalla mano tremante e spaventata di un suo coetaneo (sì Carabiniere, ma sempre un ventenne era anche lui), per arrogarsi il diritto di sfasciare bancomat e vetrine, riempire di scritte rosse i centri storici e offendere un partigiano, come è successo a Firenze il 10 marzo scorso.  Queste sono persone che molto probabilmente non l’hanno mai letto il “Manifesto del Partito Comunista” e che fanno rigirare nella tomba Marx, Engels, Gramsci, Berlinguer e tutti quelli che per quell’ideale, per la giustizia, per l’uguaglianza di tutti, per permettere a ogni cittadino di manifestare il proprio pensiero, ci hanno rimesso la libertà e, a volte, la vita.
Allo stesso modo mi trovo a disagio con i “radical chic”, quelli che bevono solo caffè al ginseng e camomille in tazze mug, con le birkenstock anche d’inverno, e parlano, parlano, parlano di politica dopo aver visto l’ultimo film francese sconosciutissimo ai più. Anche quelli si dicono, magari, comunisti, ma, appunto, si limitano a parlare, guardando dalla loro torre d’avorio lo sfacelo che li circonda, con distacco, senza mai rimanerne coinvolti.
Negli ultimi anni, riflettendo sul mondo a me vicino e sulle persone, sono arrivata alla mia definizione di Sinistra, una filosofia di vita a metà tra quella cristiana originale e quella sartriana, molto più complessa di una maglia del “Che” o di uno slogan urlato a una manifestazione. Per questo tra dichiararsi di sinistra e avere comportamenti che dimostrano di esserlo realmente è più difficile di quanto si pensi: essere di destra è più facile. Per esser di sinistra ci vuole un “allenamento” continuo, perché le ingiustizie del mondo, a volte ci fanno anche dire “Sai cosa? Me ne frego!” come i fascisti. Però sono troppo giovane per mollare e abbandonarmi all’atteggiamento della semplice sopravvivenza a scapito degli altri e a vantaggio mio, tipico delle destre, per cui tenterò di descrivere (non brevemente ahimé!) quello che io ritengo sia l’”esser di sinistra”.
Credo che alla base del pensare e dell’agire come persone di sinistra ci sia innanzi tutto il rispetto, per gli altri, per la Cosa Pubblica, e quindi anche per noi stessi.
Esser di sinistra significa permettere a tutti di avere gli stessi diritti, principalmente quello a un’istruzione e ad una sanità pubblica, a un lavoro, a una casa decente.
Esser di sinistra significa cercare il dialogo e non chiudersi a riccio dentro le nostre posizioni, lavorare tutti insieme per raggiungere gli obiettivi di equità sociale e giustizia che ci siamo prefissati;
Essere di sinistra vuol dire dichiararsi contro ogni forma di guerra, valorizzare la cultura, la scienza e ogni ambito del sapere in genere.
Essere di sinistra significa interessarsi a quello che ci circonda, perché ci riguarda: non viviamo da eremiti ma in comunità.
Essere di sinistra significa rispettare e far rispettare le leggi, perché sono alla base del vivere civile e chi le infrange nuoce alla società tutta, anche a se stesso.
Essere di sinistra significa pagare le tasse, in maniera equa secondo le proprie possibilità, ma pagarle sempre, perché possano essere ritrasformate in servizi pubblici.
Essere di sinistra vuol dire rispettare le istituzioni e lo Stato, perché è rispettare noi stessi, in quanto ne siamo parte.
Essere di sinistra significa non discriminare nessuno e non avere pregiudizi per il suo colore della pelle, la sua religione, il suo paese di origine, il suo orientamento sessuale e nemmeno il  suo modo di vestirsi.
Essere di sinistra significa festeggiare il 25 Aprile e il 1 Maggio.
Essere di sinistra significa rispettare il nostro ambiente, senza distruggerlo, e investire su risorse energetiche rinnovabili.
Essere di sinistra significa lasciare a un malato terminale la dignità di poter decidere di morire e di farlo senza sofferenza.
Essere di sinistra significa rispettare ogni religione, ogni fede e ogni credente, ma anche cercare di evitare ingerenze delle istituzioni religiose nella politica e nelle leggi dello Stato, con una visione laica della vita.
Essere di sinistra vuol dire permettere a un immigrato che è nel nostro paese da anni e paga le tasse e ai suoi figli di prendere la cittadinanza italiana senza troppa burocrazia.
Essere di sinistra significa combattere ogni forma di corruzione, violenza, prevaricazione di persone su altre persone.
Essere di sinistra significa rispettare e riconoscere il nostro essere italiani, esserne anche orgogliosi, senza sconfinare nel nazionalismo.
Essere di sinistra significa adoperarsi per il bene di tutti, senza pensare solo al nostro interesse individuale.
Essere di sinistra significa combattere ogni forma di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine, ma rispettare chi ne fa parte e svolge il suo lavoro con onestà, dedizione e competenza.

Inoltre a mio parere la sinistra deve riprendere il concetto di legalità, quello di patria e quello di libertà, che per troppo tempo ha delegato ad altre parti politiche. Sarà presuntuoso, ma credo che alla fine i concetti definiti “di sinistra”, siano anche concetti “evangelici” e soprattutto UNIVERSALI e per questo si ritrovano anche alla base di ogni filosofia e religione del mondo: sono concetti UMANI. Se vogliamo vivere davvero bene, in pace con noi stessi e con gli altri, credo che l’unico modo sia cercare di far raggiungere a tutti uno status di vita dignitoso: una persona che sta bene, perché dovrebbe rubare? Se sono compartecipe della vita e delle decisioni dello Stato, perché dovrei voler prendere il potere con la forza? Se davvero sono consapevole di avere gli stessi diritti di un altro in quanto essere umano, perché dovrei volerne di più? Non ce ne sarebbe motivo. Forse le mie idee sono troppo utopistiche, forse è davvero impossibile per gli esseri umani riuscire a raggiungere lo stato di cose che sogno da sempre, ma per saperlo devo provarci, ed è quello che sto facendo.


Firenze, 23 maggio 2013

giovedì 29 agosto 2013

Oggi è un dono: per questo si chiama presente

Negli ultimi tempi mi sono trovata spesso a ragionare sul futuro...del resto tutti ne parlano: giornali, televisioni, film...a noi giovani ci dicono che siamo il futuro, molti di noi sostengono che la politica e la società distorta ce l'abbiano rubato...
Fino a un anno e mezzo fa sognavo un futuro di successo: volevo essere una donna in carriera. Mi immaginavo dopo un paio di lauree e un po' di gavetta a fondare una cooperativa di diagnostica in beni culturali con i migliori elementi del mio corso di laurea, collaborando con esperti di tutti i campi della scienza per fornire un ottimo servizio allo Stato. Avrei comprato un appartamentino tipico di una single, con un'unica camera ed un letto a una piazza e mezzo, per invitare qualunque ospite a restare il meno possibile. L'avrei arredato con bellissime librerie, mai grandi a sufficienza per l'enorme mole di libri che ho, e avrei riempito la vetrina di tazze e tazzine. Poi un giorno, verso i 28 anni, avrei conosciuto un uomo bellissimo di nome Hermes, più grande di me di 8 anni, che si occupa, guarda caso, di beni culturali fornendo in primis denaro, in secundis apparecchiature specializzate, impalcature e tutto ciò che serve in un cantiere di restauro e in un laboratorio scientifico che si rispettino. Il progettista delle apparecchiature sarebbe stato proprio Hermes in quanto ingegnere elettronico (che per un caso fortuito non sarebbe diventato calvo) con una seconda laurea in chimica. Tale tizio avrebbe parlato fluentemente inglese (studiato per frequentare un dottorato negli USA), francese e tedesco, essendo figlio di madre svizzera, sposata con un ex immigrato italiano comunista, che col duro lavoro era passato da fare il manovale ad avere una grande ditta di costruzioni che gli aveva dato l'agiatezza economica e la possibilità di far studiare i figli. Già, perché il caro Hermes, oltre che bello e colto, sarebbe stato anche ricco, ma non uno schifoso capitalista. Avrebbe gestito la sua attività dal mega ufficio della sua villa sulle colline di Arcetri, insieme al fratello Eros, un bellissimo piacione laureato in marketing, con cui avrei avuto un breve, ma intenso flirt e alla sorella Afrodite, un'avvocatessa lesbica dai modi bruschi ma simpaticissima. Ovviamente Hermes, che all'inizio mi sarebbe stato antipatico, mi avrebbe aiutato nel mio lavoro, e da cosa sarebbe nata cosa fino ai fiori d'arancio. Solo molto più tardi, avremo avuto due figli, Febo ed Artemide, e saremo stati felici per sempre, ma io avrei mantenuto la mia indipendenza, viaggiando per il mondo grazie alle mie nuove scoperte sulla pulitura usando molecole biologiche.
Bene...terminata la fase REM, torniamo a me, oggi, e a quello che mi aspetto dal futuro. Che dire? Tutto è cambiato, per vari motivi...
Perché mi sono resa conto che una casa da single non farebbe per me: l'indipendenza è tanto bella e finché hai qualcosa da fare va tutto bene, ma quando torni la sera e ti chiudi alle spalle quella porta e sai che nessuno è lì ad aspettarti tutto si fa più triste; in solitudine anche un monolocale sembrerebbe un enorme maniero infestato dai fantasmi e tu ti sentiresti piccola, piccola, come uno scarafaggio che sgambetta nell'umido.
Perché nessuna sfolgorante carriera è veramente soddisfacente se non condividi quello che fai con la persona che ami, in quanto sei troppo occupata a bearti delle tue stesse parole in una conferenza internazionale.
Perché ho capito che non tradirei mai la persona con cui sto, neanche per un "dio dell'amore" in persona.
Perché preferire carriera e successo alle persone e alla mia felicità, sarebbe controproducente soprattutto per me stessa.
Per questo e per altri motivi ho smesso di sognare questa vita "perfetta". Forse fondamentalmente perché ne ho trovata una migliore, anche se sembra impossibile. Non sto con Hermes, nemmeno con un ingegnere, né con un uomo ricco e col fisico da modello. Però alla cultura, quella no, non ho rinunciato: il ragazzo che ho la fortuna di aver incontrato è intelligentissimo, sa disegnare e non smette mai di insegnarmi qualcosa, sia dal punto di vista delle conoscenze in sé, che dal punto di vista umano. Per quel che mi riguarda è un genio e il suo cuore, il suo cervello e tutto quello che mi dà valgono mille mila volte di più di qualsiasi laurea, conto in banca, azienda che si possa volere. Mi ha dato quello che né la carriera, né i soldi, né l'indipendenza potrebbero darmi da sole: la felicità. Perché se sei ricca, famosa, indipendente ma non hai nessuno con cui la sera a letto puoi parlare, creare nuovi mondi, fantasticare di cambiare la società e provare davvero a cambiarla, allora, almeno secondo il mio parere, sei infinitamente povera.
So che molte persone criticherebbero questa scelta, mi direbbero che rinunciare ai sogni per una singola persona che domani potrebbe non essere più accanto a noi, è stupido, è sprecare la propria giovinezza. Bene, io ribatterei che a quei sogni non ho rinunciato, li ho solo in parte ridimensionati e in parte sostituiti con altri, più belli, più concreti....sogni a due, che mi danno l'idea di poter essere maggiormente realizzabili, proprio perché non sono più da sola contro il mondo.
Non so cosa sarà del mio futuro, nessuno lo sa, per ora mi limito a sperare che sia come il mio presente: accanto alla persona giusta per realizzare i miei sogni.

PS: l'unica cosa che mi preoccupa sarà avere una casa abbastanza grande per poter contenere tutti i nostri libri e fumetti! XD

lunedì 26 agosto 2013

...un letto troppo largo...

Sembrano millenni che non scrivo...in realtà scrivo lo stesso ma su questo foglio digitale sono praticamente due mesi...le mie "ferie" sono state un po' più lunghe di quelle augustee e mi sono dedicata a tutt'altro. A dire la verità l'impulso di scrivere è sempre stato nella mia testa a martellare perché mettessi nero su bianco quello che mi passava per la testa, fosse di natura fantastica o meno...ma non lo so cosa mi abbia frenato...forse ho paura di sentirmi banale, forse non mi piace più tanto l'idea di aprirmi al mondo senza filtri, viste le ferite recenti... ma di sicuro ho fatto un errore: sono tante le riflessioni che avrebbero bisogno di chiarimenti, o per lo meno di una stesura un minimo ordinata per poter essere lette con distacco e obiettività maggiore di quella che posso avere nella mia testa. Però accendere anche solo il pc mi ha fatto letteralmente fatica...del resto sono tante le cose che mi fanno fatica...mi ricorda un periodo buio della mia vita, quando la mia unica occupazione era osservare il vuoto di fronte a me...mi faceva fatica uscire, vedere gente, leggere, scrivere... eppure questo periodo, nonostante le burrasche, non è stato male...soprattutto gli ultimi 20 giorni sono stati a dir poco fantastici! Ma l'impulso di scrivere non ha vinto sulla pigrizia, sull'indolenza...forse perché per tanti versi mi sento a terra...sono cambiate tante cose in pochissimo tempo e io ancora non ci ho fatto l'abitudine...la mia vecchia quotidianità è stata sconvolta, in parte in meglio... ma a che costo! Mi sembra di pagare caro ogni singolo attimo di felicità o serenità...se invece di un attimo si parla di giorni, poi, lo scotto pesa tantissimo...e quindi arranco in questa situazione di ansia perpetua, come se da un momento all'altro tutto mi dovesse crollare addosso e io non avessi rimedio... mi sento un po' come Sisifo, solo con più massi da portare sulla cima, così che quando ne hai portato uno, gli altri ti rotolano giù e ti tocca rincorrerli... Il mio senso di impotenza sta sfociando in disillusione e questo è deleterio per una ragazza di 23 anni che ha puntato tutta la sua vita sulla speranza nel prossimo e nel cambiamento in meglio. Mi sento come fluttuare: per non soffrirne ho sospeso il mio giudizio come gli scettici, fingo che il mondo attorno a me non esista...insomma: nascondo la polvere sotto il tappeto aspettando di avere il coraggio e la forza di mettermi a dare una bella pulita! Ma ho paura di quello che potrei trovarci, o meglio lo so già cosa ci trovo...per questo non voglio affrontarlo...mi sembra di essere troppo fragile e male armata per questa battaglia, alla stregua degli italiani nella campagna di Russia. E allora intanto tergiverso, procrastino...ma il dolore di fondo resta, per quelle cose che non sento più mie, per le persone che hanno scelto di non starmi più intorno, per i gruppi di amici che ho visto disgregarsi, per una famiglia sempre sotto bombardamento, per il mio non sapere più aiutare le persone come vorrei, per la mia misantropia ormai clinica, per una società che avevo sognato ma che non si appresta a realizzarsi, per una laurea che è a pochi passi ma da cui mi separa un dirupo, per un futuro che mi fa paura, per una felicità che non mi so godere e che avveleno con le mie paranoie, per un'Alice che comincia a delinearsi e che non riconosco...e la mia parte razionale mi dice che semplicemente c'ho da crescere e che mi meriterei solo tanti schiaffi e calci in culo...ma al tempo stesso mi chiudo sempre più in me stessa a piangere in un angolo o a rimuginare su ogni stupidaggine, ingigantendola e facendone un dramma... so analizzarmi ma non so uscirne...perché? e stasera che la casa è vuota, che il letto mi sembra incredibilmente largo rispetto ai giorni passati la tristezza la fa da padrona... cado nella sua trappola, lei mi avviluppa come un anaconda e mi sprofonda nell'abisso...là sotto manca l'aria, manca la luce, manca tutto...e questa grande assenza, questo grande vuoto che mi sento dentro mi sta risucchiando come un buco nero...quello che mi spaventa è che non sto reagendo, non sto nemmeno tendendo una mano...rifiuto l'aiuto...e così faccio del male a tutti quelli che mi vogliono bene, che sono tanti... non vedo via di uscita, ma DEVO trovarne una...piccola, scomoda, malridotta ma una porta ci deve pur essere...là nel buio da qualche parte...la devo cercare, se non voglio finire per perdermi completamente...

domenica 23 giugno 2013

Scuola rap

Non sono mai stata una grande fan del rap e dell'hip hop in generale... Ho sempre preferito la musica classica, la pop e il rock... Devo ammettere che inoltre la mia ignoranza in materia era abissale: per me il rap era rappresentato dai primi testi di Jovanotti, dagli Articolo 31, Caparezza (definirlo rap fa strano, si lo so!) e Neffa, di cui, comunque preferivo la svolta pop... Poi certo c'era un certo Fabri Fibra, che mi stava pesantemente antipatico solo dalla faccia... La cosa peggio erano i rapper americani, che mi sembravano veramente TROPPO stereotipati: maglie troppo larghe, basket, cappellini NY, catene d'oro a dir poco tamarre, pellicce da uomo, macchinoni, belle figliole svestite, baffo della nike e fiorellino dell'adidas ovunque... E poi il ritmo che non mi convinceva... 'sti cosiddetti beat a me dicevano veramente poco...
A sedici anni durante una vacanza studio conobbi un ragazzo che faceva "freestyle"... "Che roba sarà mai?" mi chiesi...si esibì in una semplice dimostrazione con un altro tizio e mi venne in mente "Ma questa è una tenzone alla Dante! O anche un più moderno stornello!"... certo associare Dante ai 50 cent o a Eminem mi sembrava un'eresia, ma questo ragazzo era simpatico e mi fece ascoltare un po' di musica hip hop di cui riuscii ad apprezzare per lo meno qualche testo, sempre però togliendomi le cuffie con un gran mal di testa...
Negli anni successivi i miei contatti con questo genere rimasero decisamente limitati...mi limitavo a qualche testo degli Articolo che ritenevo intelligente o un po' ribelle, a Frankie HI NRG ("Quelli che benpensano" era magistrale!!!)  e a Capa con le sue performance anche al concerto del Primo Maggio...
Nel febbraio scorso ho conosciuto una persona speciale, con cui ho scelto di condividere la mia strada, che, per l'appunto, adora l'hip hop e scrive pezzi rap...e allora la curiosità su questo mondo nuovo ha preso il sopravvento  sullo scoglio del rifiuto a priori... e così ho scoperto che l'hip hop era un movimento, uno stile di vita, una filosofia; che si articola in varie forme d'arte ecc... e ho imparato anche a riconoscere un pezzo di valore da uno più mainstream o semplicino... in effetti basta guardar le rime: cuore-amore riesce a tutti, per intendersi, ma esistono termini più complicati che a volte è difficile mettere insieme, magari facendoci un bel gioco di parole! Con questo non voglio dire che il rap sia diventato il genere che ascolto di più...continuo a preferire altro, ma per lo meno ho una visione delle cose un po' più aperta e meno parziale...
Tutto questo discorso è per dire che la mia "Scuola RAP" (canzone dello Zecchino d'Oro che adoravo!!) mi ha fatto scoprire anche che in fondo qualche testicciolo in rima ogni tanto mi viene fuori anche a me...soprattutto quando sono soprappensiero e ho l'ispirazione giusta... Qui di seguito ne propongo uno, nato ieri nel viaggio in bus dal centro verso casa... Non è niente di eccezionale e non lo musicherò, né lo canterò mai (ci mancherebbe altro!), però c'è chi pensa che valga la pena di leggerlo...per cui...

"In questa sconfitta dell'essere rispetto all'apparire
un tipo come me ha scelto di soffrire:
non posso recitare del tutto intrappolata
in questa sceneggiatura preconfezionata.
Mi sento soffocare
ormai mi manca l'aria
non posso più accettare
una condizione precaria.
Tra Lacoste e Brandy io scelgo il mercatino
non voglio fare finta, non sono un burattino
di un triste spettacolo
di qualità scadente
posso fare il miracolo
solo usando la mia mente.
Lei è libera, potente
sa come creare
del tutto indipendente
da chi la vuol plasmare.
Profeti, populisti a me non mi prendete
con un  po' di senso critico non cado nella rete.
Voi che giurate di essere migliori
i gioielli che vendete sono effimeri bagliori
Io ho una sola Bibbia, è la Costituzione:
i suoi principi mi suonano in testa come una canzone.
Non è un ordigno
che mi serve, basta la mia indignazione,
per combattervi mi ingegno
fino alla dimostrazione
che voi non siete altro che vuoti contenitori
per le idee già scritte da abili signori.
Fino in fondo io mi batto
non mi arrendo, stai sicuro
finché non vedrò disfatto
il tuo viscido mondo oscuro.
Niente armi mio grillino, solo arte e informazione
non mi ascolti? Lo ripeto: seguo la Costituzione!
Con un libro in una mano e nell'altra un Caravaggio
non mi fermo a guardare e completo il mio viaggio.
Sono fiumi di parole, fumetti e tanta scienza
i cannoni contro te sprovvisto di coscienza.
Solo offese sai ripetere
come un mantra senza senso
con me non puoi competere
perché io invece penso!
Di diritti e di doveri
argomento il mio pensiero
perché oggi come ieri
la mia mente è un veliero
che naviga tra le pagine di un a me caro statuto
dove ogni lavoratore non può dirsi mai più muto.
Davanti all'ignoranza non posso stare zitta
l'ingiustizia non mi piace e anche se verrò sconfitta
dalla mia avrò sempre la mia determinazione
a far applicare finalmente la mia Costituzione!"


...per questo testo ringrazio la scuola italiana, soprattutto quella elementare che mi ha insegnato a scrivere testi in rima per gli spettacoli di teatro! e ringrazio Enrico, la mia fonte d'ispirazione costante e il mio appoggio in ogni momento...



mercoledì 5 giugno 2013

...(in)cultura medica...

Stamani su Facebook mi sono imbattuta nell'ennesimo articolo sulla pericolosità dei vaccini e su come ogni genitore possa richiedere l'obiezione di coscienza per vaccinare i propri figli, incorrendo al massimo in una piccola multa. E allora mi sono detta che non potevo non scrivere niente in merito, perché questi "signori" si vantano di fare informazione, ma evidentemente hanno un'ignoranza abissale...
Senza arrivare ai deliri di un tizio, vicino al M5S, che dice che i vaccini fanno diventare omosessuali (malattia gravissima 🙄) e che cura la moglie malata di tumore facendole bere la sua pipì, ormai si sta diffondendo la voce che i vaccini siano dannosi. 
Bene: i vaccini sono, a mio parere, la più grande invenzione della medicina, in quanto evitano di prendere una malattia invece di curarla, con vantaggi per il singolo cittadino e per la comunità. È vero che esistono dei rischi, dovuti per lo più a errori nella somministrazione e reazione allergica, ma sono talmente bassi che sono accettabili, in proporzione ai vantaggi. Del resto anche un'operazione di bypass al cuore ha i suoi rischi, ma penso che la maggior parte di noi la farebbe per salvarsi la vita. Ma facciamo un po' di esempi tanto per chiarire...

Fino alla fine degli anni '70 in Italia era obbligatorio il vaccino per il vaiolo: adesso questa malattia che faceva milioni di morti è debellata e esiste solo in forma sintetica in qualche laboratorio. Di vaiolo si moriva facilmente, perché era trasmissibile per via aerea come il raffreddore (tanto che venne usata come arma batteriologia dai coloni americani contro i nativi) e chi sopravviveva rimaneva sfregiato a vita.

Altro caso la poliomielite: malattia terribile, che attacca il sistema nervoso spinale e causa morte, o paralisi di uno o entrambi gli arti inferiori. Colpiva soprattutto i bambini, finché non venne inventato il vaccino, o meglio i vaccini, che salvarono la vita a milioni di bambini. Almeno fino agli anni '90 si usava il Sabin (gratuito, perché l'inventore lo donò senza brevetto all'OMS), pochissimo invasivo, perché sottoforma di gocce da mettere sotto la lingua. È quello che è stato somministrato anche a me... In effetti sono bisessuale, sarà per quello? 😅

Spero che nessuno di voi che state leggendo abbia mai visto un malato di tetano... beh io l'ho visto solo nei film e mi è stato raccontato da mio padre come funziona. Il Clostridium tetani è un batterio anaerobio (in presenza di ossigeno muore) che rilascia una tossina che colpisce il sistema nervoso: ogni singolo muscolo si contrae senza controllo dal parte del malato, con dolori fortissimi e insopportabili. La morte sopraggiunge per arresto cardiaco e/o asfissia, dopo sofferenze atroci. Se non si muore, il cervello, incapace di sopportare tutto quel dolore fisico, rimane fortemente danneggiato. Come si prende il tetano? Basta fare giardinaggio e pungersi con una spina: il batterio vive a livello del terreno ed è resistentissimo a luce e calore. Se la ferita è superficiale può bastare un po' d'acqua ossigenata, ma se è profonda il batterio si incapsula finché non trova le condizioni favorevoli per agire. Ad oggi il tetano si cura, con antibiotici o con forti calmanti (barbiturici), ma perché rischiare tali sofferenze quando esiste il vaccino? 
Ogni dieci anni, soprattutto i bambini, e chi lavora con le mani, dovrebbe fare il richiamo. È un'iniezione che dà fastidio al muscolo per una giornata e a volte febbre, ma che ci risparmia una grande sofferenza.

La maggior parte di noi ha avuto da bambino le cosiddette malattie infettive come varicella, orecchioni, rosolia, morbillo... altri no, altri, come me, sono vaccinati per la maggior parte di esse. In effetti prendere queste malattie da bambini spesso non è un problema (tranne che per il morbillo, che causa anche cecità) ma prenderle da adulti può comportare seri problemi. Per questo se i bambini sono vaccinati o se lo sono gli adulti, si possono evitare complicazioni gravi.
Prendere la varicella da piccoli è fastidioso: prurito, bolle, febbre... ma se un bambino con la varicella sta vicino ai genitori che non l'hanno presa o non sono vaccinati i danni possono essere incalcolabili.
Per una donna incinta il rischio è causare al feto ritardo mentale, cecità, disfunzionamento degli organi, malformazioni degli arti.  Per un uomo adulto il rischio è l'encefalite o la sterilità. Non solo, quando la persona ha contratto la varicella in passato e dopo dieci anni non è stata vaccinata, dato che il virus rimane latente nell'organismo, con un calo del sistema immunitario, si può scatenare il cosiddetto "Fuoco di Sant'Antonio", una condizione di dolore diffuso in tutto il corpo, a lungo decorso e difficile da curare se non nei sintomi.

La rosolia è una malattia quasi asintomatica nei bambini, che dura raramente più di tre giorni; ma se colpisce una donna incinta il rischio è alto: nel migliore dei casi c'è aborto, nel peggiore nasce un bambino anencefalico, cioè senza cervello, che non potrà mai muoversi, parlare, vivere nel senso vero del termine.
Col vaccino il problema si risolve del 99%.

La parotite (i cosiddetti "orecchioni") è una malattia con lungo decorso e altamente infettiva. Da bambini può sfociare in complicanze gravi, quali la meningite. Da adulti, soprattutto negli uomini, può causare sterilità. Tanto vale, quindi, vaccinarsi col vaccino trivalente (morbillo - parotite - rosolia) e non pensarci per altri 10 anni.

Il morbillo è grave fin da bambini, perché può causare grossi danni a vista, udito, cervello, oltre che la morte. Il vaccino, invece, è semplice e non crea grossi fastidi.

Grazie ai vaccini le possibilità di stare male per malattie di semplice trasmissione diminuisce molto. 
Ci sono malattie ancora incurabili, oppure che richiedono cure pesanti per l'organismo e per le tasche, nostre e dello Stato. Perché ammalarsi anche di cose che si possono evitare? Il vantaggio dei vaccini è incredibile e per questo credo che l'obiezione non sia accettabile.
Chi si rifiuta di vaccinare i propri figli non dovrebbe avere una semplice multa, ma essere obbligato dalla legge a non danneggiare se stesso e la comunità intera. Credo che la migliore delle cose sia vaccinare i bambini con campagne a tappeto direttamente nelle scuole, ovviamente con giornate di informazione per studenti, insegnanti e genitori. 

Conviene a tutti non ammalarci e chi diffonde false credenze sulla pericolosità dei vaccini, fa, a mio avviso, un atto criminale.







sabato 18 maggio 2013

...maschi contro femmine...

Da sempre sostengo la parità tra i sessi, perché non ho mai diviso le persone per categorie: siamo tutti esseri umani... Certo, però, mi rendo conto di quanto nella società occidentale il maschilismo sia ancora forte e radicato... Senza arrivare alle tragedie che, purtroppo, riempiono le pagine della cronaca nera, penso che la supremazia maschile sia molto più strisciante, piuttosto che ostentata... Per il politically correct la maggior parte degli uomini italiani sosterrebbe che ritiene le donne al suo pari, senza rendersi conto che il suo atteggiamento dimostra tutto il contrario... E questo non perché tutti gli uomini siano dei "bastardi", ma solo perché sono cresciuti con una mentalità maschilista, magari instillata dalle loro madri... Eh sì, perché il maschilismo non per forza è prerogativa degli uomini... Sebbene, infatti, molti uomini siano effettivamente convinti della loro superiorità rispetto alle donne, spesso sono anche le donne a crederlo, o perlomeno ad avallare certi atteggiamenti e una certa visione del loro ruolo... Se in tempi antichi questo era abbastanza comprensibile, visto che le donne erano per lo più chiuse in casa per tutta la vita e proprietà prima del padre, poi del marito, nel 2013, quando le donne hanno maggiori possibilità di conoscere il mondo, il fenomeno appare, almeno a me, assurdo...  Eppure succede, ogni giorno...

Noi donne siamo maschiliste quando non insegniamo ai figli maschi a rifarsi il letto o a fare una lavatrice, perché diamo per scontato che finché stanno in casa ci pensiamo noi e in futuro ci penseranno le loro mogli;
siamo maschiliste quando decidiamo di smettere di lavorare quando restiamo incinte;
siamo maschiliste quando accettiamo lavori dove appariamo nude o mezze nude e ammiccanti per pubblicizzare automobili;
siamo maschiliste quando veniamo stuprate e non denunciamo perché in fondo, in fondo pensiamo che sia colpa nostra, perché indossavamo una minigonna;
siamo maschiliste quando prendiamo le botte da mariti e fidanzati e al pronto soccorso dichiariamo "Sono caduta per le scale...";
siamo maschiliste quando assumiamo ruoli di potere o comando e ci comportiamo in maniera crudele o acida nei confronti dei sottoposti, per dimostrare che siamo forti e autoritarie come uomini;
siamo maschiliste quando non ci vestiamo per piacere a noi stesse, ma per piacere agli uomini;
siamo maschiliste quando non ci sentiamo adeguate in un rapporto sessuale, solo perché i nostri uomini non sanno farci sentire a nostro agio;
siamo maschiliste quando definiamo "troia" una ragazza con una certa libertà sessuale e, invece di sostenerci fra noi, tendiamo a  farci trascinare dall'invidia e dalla cattiveria;
siamo maschiliste quando, per fare un complimento a una di noi che ha successo, diciamo "E' una donna con le palle!";
siamo maschiliste quando regaliamo alle nostre figlie solo Barbie, finte cucine e finti ferri da stiro;
siamo maschiliste quando permettiamo ai nostri padri di venderci per una notte ad Arcore, solo per "guadagnare" 5000 euro;
siamo maschiliste quando aspettiamo che sia il ragazzo che ci piace a fare il primo passo, perché è lui che "deve fare l'uomo";
siamo maschiliste quando accettiamo che i nostri politici parlino "del problema della situazione femminile": siamo persone, non un problema!
siamo maschiliste quando pensiamo che possiamo essere realizzate solo se stiamo insieme a un uomo;
siamo maschiliste quando siamo contente di avere un fidanzato particolarmente galante, che ci tratta come bambole di porcellana, incapaci di cavarsela da sole, e non come persone con una dignità...
Già, perché il problema vero del maschilismo nella nostra società, non è l'atteggiamento prevaricatorio degli uomini nei confronti delle donne, ma il fatto che queste ultime finiscono per smettere di vivere come esseri umani indipendenti e a sé stanti, ma piuttosto come "oggetti carini" a disposizione degli uomini...

Con questo non voglio dire che dobbiamo tornare in piazza a bruciare reggiseni, né che dobbiamo schierarci contro l'altra metà del cielo, anzi... Ho sempre adorato gli uomini, perché mi affascinano la loro psicologia e la loro fragilità... Anche loro, infatti, sono vittime del loro e nostro maschilismo: non possono permettersi di piangere, di essere sensibili o di perdere il controllo, che vengono tacciati come omosessuali dai loro "colleghi"...La verità è che sono insicuri quanto e più di noi: cresciuti da madri iperprotettive che non gli permettono neanche di imparare a cuocersi un uovo fritto, crescono da handicappati, completamente dipendenti dalle donne per poter sopravvivere...non so se questo paradosso sia per un certo senso di rivalsa da parte nostra, o se sia solo la normale conseguenza delle aberrazioni della nostra società...
Vorrei tanto che già dalle scuole dell'infanzia i giochi non fossero differenti per maschi e femmine: macchinine e bambole mescolate nello stesso cestone e ogni bambino e bambina sceglie quello che gli piace di più...
Niente grembiulini rosa o celesti, o calcio per i maschi e danza per le femmine... Il mondo è pieno di opportunità, perché negarne la metà ai nostri figli? Credo che dovremmo vivere le nostre affinità e differenze senza tensioni, senza paure e sempre con rispetto reciproco... vorrei un mondo dove un uomo che piange non sia visto come uno smidollato e una donna indipendente non sia considerata una poco di buono; vorrei delle donne che si piacciono prima per se stesse e poi per gli uomini e uomini che non abbiano paura di avere un datore di lavoro donna, perché non crea disfunzione erettile...Penso che vivere più serenamente la nostra diversità, farebbe diminuire anche l'omofobia, soprattutto quella maschile...
Smettiamo, quindi, di dividere il mondo in maschi, femmine, etero, gay...siamo persone... meriti e colpe non sono attribuibili alla nostra genetica, al nostro genere o ai nostri gusti sessuali, ma alle nostre azioni...

lunedì 29 aprile 2013

Il demone

Rasente i muri si avvicinò al gruppo di umani e si acquattò nell'ombra, il suo ambiente naturale... Era una specie di "ritrovo", con esponenti di entrambi i sessi...doveva essere una di quelle cose che gli umani chiamavano "festa"...si avvicinò ancora di soppiatto e annusò l'aria intorno a lui... "Mmmm...qui promette bene...c'è molta gioia sì, purtroppo...ma da qualche parte sento che c'è qualcosa di interessante...più avanti, forse...". Il suo sensibilissimo olfatto lo indirizzò su una ragazza un po' in disparte che non sembrava particolarmente felice...non era nemmeno esattamente triste... "Meglio: è arrabbiata...molto...è tanto che non mi faccio un aperitivino di rabbia...sì signorina...ora ti prendo...ehi, aspetta ma noi ci conosciamo...o sì, tesoro, ti ho giù avuta altre volte..." pensò tra sé mentre, sempre più eccitato dall'odore della preda, le strisciava furtivamente tra le gambe... "E' il momento giusto..." e swooosh...il demone entrò nella ragazza, che improvvisamente si sentì raggelare, come se il sole si fosse di colpo eclissato e il velo della notte fosse sceso su di lei in una morsa sempre più stretta.... Ma non ci pensò: era troppo arrabbiata e troppo impegnata ad intrattenersi con gli amici e il fidanzato...  Intanto l'orribile creatura cercava di mettersi a proprio agio: conosceva il corpo della ragazza e perciò si diresse con sicurezza al cuore, lo avviluppò e cominciò a dilaniarlo e a straziarlo con denti e unghie...o meglio ci provò... "Maledetta stronzetta, hai imparato eh?" disse  insoddisfatto sollevando le fauci appena insanguinate, come il conte Ugolino sulle spoglie dei figli... I segni dei suoi morsi e delle sue unghiate avevano appena lasciato il segno sul cuore della ragazza, solcato da varie cicatrici, con i bordi sbocconcellati, ma evidentemente ricoperto di una solida armatura... "Eh...hai capito come proteggerti ragazzina...magari ti sei innamorata, hai preso le tue precauzioni....ma non credere di aver vinto...so ancora come sconfiggerti...". Mentre la ragazza cominciava ad avvertire che c'era qualcosa che non andava, la bestiaccia cambiò direzione ed arrivò al midollo spinale... "Ooooh quanti bei neuroni grassottelli da sgranocchiare...vediamo se stavolta resisti ancora..." e ne addentò uno... Fu il buio...blackout.... "Oh no...non di nuovo..." pensò con amarezza la ragazza.... "Ci sono ricascata: l'ho ripreso...gli ho permesso di entrare di nuovo, ho abbassato le difese e ora?"
"Non combattere...." sibilò la creatura....
"Sì che combatto...ti conosco sai? So come funzioni...ti nutri di paure, di insicurezze, di frustrazioni e di...rabbia! Maledetta me...che idiota! Che cavolo faccio adesso? Mmmmm...le persone....giusto, le persone...gli affetti lo indeboliscono, come tutte le cose belle..."
"E' inutile, ragazzina...non saranno i baci del tuo ragazzo a sconfiggermi, lo sai...sai che ti posso far sembrare l'amore una tortura, i baci un amaro veleno, le carezze un guanto di carta vetrata..."
"Non puoi...questo amore è troppo forte...io sono più forte..."
"Vedremo....intanto sono qui...e sono in vantaggio: ne ho di vettovaglie...vedo che in questo periodo siamo stati insicuri...ma bene...brava bambina!"
"Uffa, ha ragione...lui ha materiale da vendere per sfamarsi e ridurmi, lentamente, il cervello in poltiglia nerastra...l'amore, l'amicizia, i valori, gli ideali sono cose che non gli piacciono...ma non basta...solo io posso sconfiggerlo...le persone possono aiutarti nelle difficoltà, ma solo tu, autonomamente, grazie alla forza di volontà. le puoi superare...solo io posso scacciare quest'intruso dal mio cervello...devo fare uno sforzo enorme: riflettere e analizzare quello che mi affligge....comprenderne il motivo e, se possibile, eliminarlo...altrimenti, devo solo crescere, accettare i miei limiti, ma anche sapere valorizzare i miei pregi...lo devo fare per me e per gli altri...sarà un duro lavoro....ma schifosa bestiaccia, non mi avrai mai! Combatterò fino alla fine...e allora, avanti: mettiamoci all'opera!"

sabato 20 aprile 2013

...in alto mare...

...inorridita, disgustata, amareggiata davanti a questi "politici" e "movimentisti" (non so come chiamarli!)... hanno affossato un uomo come bersani per meri interessi personali, hanno costretto un vecchio di 87 anni a ricandidarsi come presidente della repubblica, hanno cavalcato l'onda dell'antipolitica facendo i duri e puri dietro a un comico pazzo che fa marce su roma, lancia slogan assurdi e si esprime come uno scaricatore di porto... e sono delusa dal quel PD di Bersani che non ho votato ma in cui in qualche modo ho creduto, aiutandolo in certe iniziative qui sul mio territorio...evidentemente ci credevo più io di quei 101 che in parlamento ieri gli hanno voltato le spalle, ci credevo più io di quelli che l'altro giorno hanno bruciato le tessere davanti a Montecitorio, ci credevo più io dei tanti cosiddetti elettori delusi che fanno discorsi qualunquisti, razzisti, omofobi, fascisti e che non muovono un dito, né tanto meno il cervello, per far sì che le cose in questo paese migliorino...
A vedere questa situazione il primo pensiero è quello di andarsene, fuggire...qualsiasi posto è meglio di questo...ma no...un senso del dovere che non so ancora come possa esistere mi dice che non posso lasciare la mia Italia in mano a questa gente... non posso farlo...questo è il paese di Dante Alighieri, Michelangelo, Caravaggio, Lorenzo de' Medici...il paese di Galileo, Natta, Rita Levi Montalcini... il paese di Garibaldi, Mazzini, Gramsci, Berlinguer, Calamandrei, Pertini, don Milani e Olivetti...il paese di Falcone e Borsellino, quello di don Gallo, Grasso, Boldrini e sì: anche Vendola e Bersani... è il mio paese, quello che tutti ci invidiano per arte, cultura, paesaggio e genio... il paese dove negli scantinati dei laboratori gli scienziati italiani con pochi mezzi e zero stipendio realizzano le cure anticancro, il paese dove la famiglia e la solidarietà sono alla base del vivere civile...il paese dove per primi si è sperimentato l'integrazione tra culture e che esportava la civiltà in tutta Europa, quando ancora si parlava latino...il paese che tutti hanno cercato di conquistare e che è riuscito dal 1848 in poi a riscattarsi e a ritrovare la sua dignità e indipendenza...il paese che ha avuto il Fascismo, ma anche la Resistenza e dopo la catastrofe della guerra si è saputo dare la Costituzione più bella del mondo... il paese che ha voluto la formazione di un'Europa unita... il paese che una volta aveva un ottimo sistema scolastico e sanitario...è il paese di mio nonno che ha combattuto i fascisti e mi ha insegnato che bisogna lottare contro ogni ingiustizia...è il mio paese, quello di una ragazza di 23 anni che vuole dare all'Italia il suo contributo, magari col suo lavoro, se mai riuscirà ad avere la possibilità di esercitarlo, o anche con la sua determinazione a non volersene andare...questo è il paese di tutte quelle persone che con onestà lavorano, fanno volontariato, fanno politica e lo rendono grande.... non voglio credere che questo sia il paese di quegli ignoranti, meschini e gretti che si fanno chiamare "onorevoli" o "cittadini", ma non rappresentano altro che il loro vuoto e la loro pochezza...non voglio che sia il paese degli insulti urlati nelle piazze, né dei cori contro la polizia...non voglio un paese dove i trans vengono picchiati e si dà fuoco ai barboni...non voglio un paese dove qualcuno osa pulirsi il culo col tricolore e intanto prende lo stipendio da parlamentare...non voglio un paese dove si crede che fare il Politico e fare il ladro sia la stessa cosa...non voglio un paese dove le forze dell'ordine picchiano ragazzi disarmati, né dove ragazzi armati spaccano vetrine e bancomat in nome della "lotta contro il sistema"... voglio un paese onesto, lavoratore, dignitoso, democratico...un paese bello, che valorizza i suoi pregi senza prevaricazione sugli altri, né sottostima di sé...voglio un paese dove lo Stato ti dà servizi gratuiti ed efficienti, ma tutti pagano le tasse, secondo le loro possibilità... voglio un paese dove nessuno abbia bisogno di occupare edifici per non finire sotto un ponte, dove nessun affabulatore e demagogo con toni da rivoluzionario dell'ultim'ora possa guidare le masse....voglio un paese che basi la sua ricchezza su cultura e scienza...voglio ancora un paese che gli altri ci invidino...voglio l'Italia che ho sempre immaginato e studiato sui libri di scuola e farò ogni cosa sia in mio potere per costruirla...

giovedì 4 aprile 2013

...non solo genetica...

C'era una volta un formichiere gigante che viveva in una prateria sudamericana e se ne andava in giro scavando i termitai e tirando fuori le termiti con la sua lingua lunga, lunga e viscida... Il problema era che per la conformazione della sua testa, stretta ed allungata, tutti lo prendevano in giro e al momento in cui lui provava a difendersi, rispondendo per le rime ai lazzi degli altri animali, gli usciva solo la lingua e un farfuglìo incomprensibile, scatenando ancora di più le risa dei suoi "colleghi"... La cosa peggiore era che non riusciva nemmeno a ridere, né a sorridere, perché il suo muso era troppo stretto...
Questa sua situazione lo portava ogni giorno ad essere più triste e il suo muso, già lungo, si allungava ogni ora di un millimetro in più... Un po' invidiava agli altri animali la capacità di esprimersi chiaramente e la possibilità di essere capiti, ma da una parte li disprezzava, perché loro, che avevano un bel muso largo e piacevole, usavano la loro lingua corta solo per sparlare alle spalle degli altri, fare del pettegolezzo, mettere zizzania, o infarcire discorsi di luoghi comuni...
Da parte loro gli animali che vivevano nella prateria non sapevano come prendere il formichiere: c'era chi diceva che era solo uno snob che si riteneva a loro superiore, chi pensava che fosse un po' strano, chi semplicemente lo ignorava, perché era troppo solitario per i loro gusti e uno che sputacchiava di qua e di là ogni volta che cercava di parlare di sicuro non era un tipo raccomandabile...

Un giorno alla prateria arrivò una famiglia di turisti ricchi, che per il diciottesimo compleanno dell'adorata figlia avevano deciso di portarla a fare un safari fotografico in Sud America, visto che fin da piccola era appassionata di animali esotici... la ragazza non si separava mai dalla sua gattina e, anche se gliel'avevano sconsigliato, la portò con sé anche là...
Appena la famiglia si portò nel mezzo di una radura con la jeep e si mise a osservare gli animali con il binocolo, la gattina scese con un balzo e andò a curiosare per la prateria... Cammina, cammina incontrò in un angolo il formichiere che, come sempre, scavava nel terreno in cerca di termiti...
 "Ciao!" disse la gatta, "Fruglfggrfff.." cercò di dire il formichiere per salutarla...la gattina allora insistette "Scusa, non ho capito...in effetti non sono di queste parti, magari parli un'altra lingua, non so..."
"Frghfrrrgl...frhglrsgl..." sputacchiò il formichiere e si mise a piangere per lo sconforto...
"Ehi, ma tu piangi...perché?" si preoccupò la felina... "E' scemo, lascialo perdere..." cinguettò un uccello del paradiso di passaggio... "Tu stai zitto o ti faccio in salmì..." sibilò la gattina, poi si rivolse di nuovo al formichiere "Forse c'è solo un problema nel mezzo di comunicazione...ma vedrai che troviamo un modo per parlare..."
"Frglfrrg..." disse il formichiere, cambiando subito d'umore, perché aveva avuto un'idea...si fece seguire dalla gattina in uno spiazzo pieno di sabbia, spianò il terreno con la coda pelosa e poi, con gli unghioni da scavatore, si mise a disegnare la sua storia... "Caspita! Ma sei bravissimo! Oh povero e così non puoi parlare, per come è fatta la tua testa...oh mi dispiace...e perché non hai provato a disegnare anche con gli altri animali?" , disse la gattina... Il formichiere "cancellò" la sua lavagna improvvisata e ricominciò a disegnare... "Oh beh...loro non sono interessati a capirti e tu non li ritieni nemmeno degni di tante spiegazioni...ma se non provi, come fai a saperlo? Forse è vero che loro ti giudicano senza conoscerti, ma tu non fai lo stesso?". Sul muso lungo del formichiere apparve un'espressione sorpresa: non aveva mai considerato quella prospettiva sulla sua vita...si mise ancora a disegnare per chiedere alla gattina "Ma tu credi sia davvero possibile che loro mi possano capire? Il mio muso resta stretto e lungo, e loro mi prendono in giro..."; la gattina rispose "Beh, formichiere, tentar non nuoce: cos'hai da perdere? E poi, lo sai, che rispetto a poco fa mi sembra che il suo muso sia più corto? E che cos'è quello che vedo? Sembra...un sorriso..."
"Impossibile" disegnò il formichiere "ma cosa dici?", ma cominciava a sperare anche lui... "Dai vieni con me" disse la gattina "andiamo vicino a quella pozza d'acqua così ti puoi guardare...". Si avvicinarono e il formichiere si specchiò nell'acqua stagnante...e cosa vide? Un muso più corto, non come quello degli altri animali, certo, ma più corto...e allora si ricordò di quando era più giovane e non era fatto così...era un ricordo nebuloso e sfocato, ma c'era... "Sarà un sogno?" pensò il formichiere "Un'illusione? O magari è successo davvero e non me lo ricordo...magari sono davvero cambiato da piccolo...". Abbozzò un altro sorriso e si sorprese a vedere che ci riusciva quasi... "Allora è vero...". "Hai visto che ti riesce? Hai visto? Hai visto?" disse la gattina, sempre più eccitata. "Sei bello quando sorridi, o provi a farlo sai?" e gli  dette una leccata sul muso... Il formichiere arrossì sotto il pelo nero e grigio del muso e le spiegò coi disegni che pensava di non esser sempre stato così, ma di esser cambiato col tempo..."E dici che puoi tornare come prima? In effetti magari un trauma infantile ti ha fatto diventare triste e ti è venuto il muso lungo...in tutti i sensi, insomma...Ma se può funzionare anche al contrario, allora dobbiamo trovare un modo per invertire il processo...mmmm vediamo...intanto andiamo dai tuoi "amici" animali e facciamogli vedere come sei bravo a disegnare...andiamo, dai...non essere timido!"
La gattina andò a radunare tutti gli animali della prateria e, zittiti i mormorii, annunciò: "Signore e signori...ora, so che voi siete dubbiosi riguardo al formichiere, ma vi assicuro che se presterete un attimo di attenzione, potreste capire che lui è, non solo in grado di esprimersi, ma è anche intelligente e simpatico...voi vi siete sempre rifiutati di sforzarvi a capirlo e lui non è stato di meglio...avete l'occasione oggi di recuperare...avanti formichiere, disegna!" E il formichiere disegnò...tutti gli animali rimasero a bocca aperta, e man, mano che il disegno prendeva forma, il muso del formichiere si accorciava e il colore del suo pelo cambiava, insieme con tutto il suo corpo. Alla fine tutti gli animali si congratularono col formichiere e lui constatò il suo cambiamento, ma che animale era? La trasformazione non era completa...ora gli altri animali cominciavano a stimarlo, il suo muso non era più lungo...e addirittura riuscì a dire un "Gr...azie...mil...le.." senza sputare, ma ancora non riusciva a ridere di gusto... Andò a specchiarsi nella pozza e si guardò: aveva zampe più lunghe, pelo più corto, due occhi azzurri bellissimi, coda quasi inesistente e un muso simile a quello delle gazzelle, né corto, né lungo...La gattina gli si avvicinò e disse: "Occhioni blu, che fai? Ancora triste? Non sei contento?"
"Sì...sono contento...ma non so più chi sono..."
"Forse il processo non è finito...serve qualcosa in più...una gioia grande, grande...forse ho un'idea..." sorrise la gattina e gli saltò addosso, facendogli il solletico... L'ex formichiere cominciò a ridere a crepapelle e rideva, rideva, rideva... "Oddio..." disse "Tu sei pazza...hai tentato di uccidermi..." scherzò..."Guardati..." disse la gattina... "Ma che animale sono? Sembro un essere umano, solo basso, peloso, con le braccia lunghe e le gambe corte..." "Ma puoi ridere adesso..e sei felice...e poi credo di sapere che animale sei...la mia padrona è appassionata di animali e guarda sempre i documentari...tu dovresti essere un...un gibbone, ecco!"
"Ah sì? E che è?Una specie di scimmia? Vado subito a dirlo agli altri!"
"Va bene, Gibbone...corri dai tuoi amici...però devi promettermi due cose: 1) non devi smettere di disegnare, mai, perché sei bravissimo; 2) non devi più avere il muso lungo...quando non ti sentirai capito, non abbatterti mai, ma cerca un altro modo per comunicare...vedrai che lo troverai! Ora la mia padroncina mi chiama...ciao bel Gibbone..." e con un'ultima leccatina sul muso, lo salutò e tornò alla jeep...


Non me ne voglia la genetica, se questo racconto non è conforme alla verità, ma volevo solo scrivere un racconto allegorico, dedicato al mio Gibboniere (o Formichione...)...




martedì 26 marzo 2013

...Gmork e Parallax...

La sveglia suonò alle 7.30 come ogni mattina...lei la spense e si rigirò nel letto... Si doveva alzare, subito, ma le forze stentavano a sostenerla. Fuori pioveva: sentiva distintamente il rumore della pioggia, che le sussurrava "Dormi, dormi, dormi..." come la campane facevano con Pascoli. No: non era pronta ad affrontare la giornata, non con i piedi bagnati e il bus strapieno di studenti... non con quei sogni strani che aveva fatto durante la notte, non con i brutti pensieri che le affollavano la mente... Decisamente sarebbe stata una pessima giornata, lo si capiva dai presupposti... Un sentimento strisciante e insidioso le riempiva la testa, le si appiccicava alla pelle e le impediva di tornare a riposare nonostante il sonno, mentre allo stesso tempo non le permetteva di scrollarsi di dosso la stanchezza ed alzarsi...Paura...di nuovo!Ogni tanto Gmork tornava ad adombrare la sua felicità e Parallax si divertiva a insinuarle dubbi su dubbi, incertezze su incertezze... "Bene...rimango qui...in questo limbo..." pensò, "Ci sono rimasta per tanti anni, del resto...anche se il mondo fuori fa schifo, posso fingere che non esista, rimanendo a letto...nascondendomi da tutto e da tutti...". Sì, poteva rimanere nel dubbio, nel dormiveglia esistenziale in cui era rimasta per tanto tempo...

Un briciolo di coscienza stracciò con la sua luce il velo di spleen che l'attanagliava.... "Stupida! Che ci fai a letto? Alzati e vai a fare il tuo dovere! Non hanno senso tutta questa tristezza, questa immobilità, questa paura...La tua vita è splendida...incasinata, ma splendida! Avanti pelandrona: son solo due gocce d'acqua, non è la fine del mondo!". 
Allora si riscosse e rotolò giù dal letto, quasi decisa a sorridere...andò in bagno, si lavò il viso con acqua gelata, fece colazione...ma poi, con il biscotto a mezz'aria tra la tazza e la bocca, si ricordò di tutte le cose che doveva fare, degli impegni che aveva preso con gli altri e con se stessa e si scoraggiò di nuovo...si sentiva soffocare, schiacciare, sopraffare..."Non ce la posso fare! Fallirò...e deluderò tutti quanti!"

"E invece a star lì a rimuginare su quanto sei sfortunata e incapace agli altri fa piacere!" disse ancora la coscienza... 

"Ma possibile che debba ragionare con me stessa come nei film? Ma tu guarda...che palle!Non ho voglia di essere responsabile, brava, controllata, puntuale, adulta...ok? Non ho voglia di nulla...voglio solo crogiolarmi nella mia malinconia romantica...voglio stare qui a lamentarmi che tutto mi va male e che non arriverò mai da nessuna parte...così perdo tutta la mattinata e posso dire che avevo ragione, perché so solo sprecare il mio tempo..."

"Cresci, ragazzina! Hai tutta una vita davanti...una famiglia alle spalle, degli ottimi amici e un Cavaliere che ti rende felice...che senso ha tutto questo? E soprattutto a cosa ti serve? Fai del male agli altri e a te stessa...sei in gamba, basta solo che te lo ricordi...Non puoi buttar la tua vita ad aspettare il fallimento...la paura costante di fallire, è già fallire...Devi credere in quello che fai, perché se non ci credi tu, chi altro dovrebbe farlo?"

"Vede, signora Coscienza, io lo so che ha ragione...ma è così difficile!"

"Difficile non significa impossibile..."

"Ma ha sempre la risposta pronta? Uff...odio perdere nelle discussioni....poi con me stessa...Bon...andiamo a vestirci, vai..." 

Si vestì, preparò la borsa e uscì di casa...prese l'autobus, arrivò al Polo di Sesto ed entrò nel "blocco aule"...
"Mmmmm vediamo...aula 10...no ma non è possibile! Non posso aver sbagliato lezione anche oggi! Uffaaaaa... Maledetta Coscienza, io potevo dormire almeno fino alle 9 stamani, porca miseria!"

"Puoi sempre sfruttare la giornata per studiare, avvantaggiarti con gli impegni, scrivere..."

"Scrivere...sì mi piace...proprio quello che farò, appena tornata a casa..." e si diresse alla fermata del 59...

giovedì 14 marzo 2013

...366...

è passato un anno...un anno e un giorno, a dir la verità...quante cose sono successe in un anno? tantissime...è caduto un governo, siamo tornati a votare con pessimi risultati, un papa si è dimesso e ne abbiamo uno nuovo cum guadium magnum, il Venezuela ha perso il suo presidente, ci son stati alluvioni, terremoti, neve sul nord America...insomma di tutto di più...questo dal punto di vista globale...da quello personale, che dire? Per la prima volta mi sono divertita alla notte bianca fiorentina, ho visto ben 18 film al cinema, per non parlare di quelli visti in sede "home video"; ho rivisto con piacere la città di Pisa, sono stata in Spagna per la prima volta...mi sono state dedicate poesie e canzoni, mi sono stati fatti un sacco di bei regali, ho progettato panchine coperte, con vetro da cui si vede solo da dentro, ho affrontato schiere di venditori di rose che non capiscono che a me i fiori recisi non piacciono...ho scoperto un mondo nuovo, quello dei fumetti, che ogni giorno di più mi sta appassionando...ho capito che, anche se non ti piace un genere musicale, puoi apprezzarne i lati positivi senza limitarti a criticare senza conoscere...ho imparato che anche se hai una certezza, basta vederla da una prospettiva diversa e tutto può cambiare...ho appreso che mostrare la propria debolezza a volte è segno di forza...che progettare da soli è bello, ma farlo in due è fantastico...che nelle mattinate uggiose con quella pioggerellina fastidiosa e il cielo grigio topo di fogna puoi sempre trovare il modo di sorridere grazie a una persona che ti vuole bene...che trovare una persona che abbia qualcosa da insegnarti e voglia imparare da te ti fa sentire veramente completa...
Tante cose sono successe in un anno, ormai non riesco neanche a contarle... ho affrontato anche crisi pesanti, brutti momenti, pianti, notti in bianco...ma in questo anno tutt'altro che noioso una costante c'è sempre...è quella costante che mi ha dato l'equilibrio, la serenità, la forza per riuscire a superare ogni difficoltà...è quella persona che mi fa alzare la mattina rintronata ma col sorriso sulle labbra, che a volte non mi ha fatto dormire la notte, che è capace in 5 minuti di farmi piangere, ma anche ridere come una pazza...è quella persona che mi ha fatto capire che forse qualche pregio ce l'ho anch'io, che mi fa sentire bella anche se non sfilo a Milano o Parigi, che mi dice "andrà tutto bene" anche quando ogni cosa sembra perduta...è quel ragazzo stupendo con cui sento di poter condividere ogni cosa, dal cibo ai pensieri più intimi... quel poeta che mi ha dato una nuova chiave di lettura per il mondo e che ogni giorno mi rende orgogliosa, per l'intelligenza e la maturità con le quali affronta la vita insieme a me...quell'artista che aspettavo da tempo, quell'opera d'arte che contemplerei per ore presa da una cronica sindrome di Stendhal...quel libero pensatore che a poco, a poco mi sta facendo crescere e diventare più simile a quella donna che ho solo sognato di essere...quel bellissimo eroe a cui ho scelto di fare da compagna, nelle nostre mille avventure...
Sono passati un anno e un giorno da quel 13 marzo in cui la mia vita è cambiata per sempre...e non vedo l'ora di festeggiare l'anno prossimo, e quello dopo ancora, e poi ancora quello seguente, e il successivo...e avrò sicuramente un sacco di altri intensi ricordi di cui sorridere e essere felice...

lunedì 25 febbraio 2013

Nightmare before holiday...

Lacrime calde e urticanti mi rigano il volto...non sono lacrime di tristezza, non solo...piango perché sono incazzata, perché non ci voglio credere che sia possibile...Solo stamattina scrivevo parole piene di speranza...vedevo il futuro e la fine di quest'era buia...e invece no...stiamo precipitando in basso, di nuovo...e non è solo un baratro finanziario ed economico come annunciato dallo spread in risalita...è un baratro culturale...un enorme vuoto...il Nulla ha lasciato perdere la conquista di Fantasia e ha preso il potere dell'Italia...e non so da che parte sbattere la testa...il 25% degli aventi diritto al voto non ha votato, una maggioranza ha votato il centrosinistra non riuscendo comunque a farlo vincere a causa della legge elettorale, tanti hanno votato Grillo e troppi hanno ri-votato Berlusconi...la domanda che più mi sorge alla bocca è PERCHE'??? mi vengono in mente tre principali risposte...tutte pessime...
1. Brogli: guarda caso proprio nelle Regioni a maggior numero di seggi in Senato vince il centrodestra
2. Mafia: i grandi interessi della mafia al sud e al nord (parliamo di Campania, Sicilia, Puglia, ma anche di Lombardia, Veneto e Piemonte), che sposta capitali, hanno di certo influito sul voto...
3. Instupidimento dei cittadini, che ormai non hanno più senso critico, parlano per stereotipi, non si informano, non leggono, si fidano del primo che promette che gli rende l'IMU...

I dati parlano chiaro...i giovani sotto i 25 anni sono andati a votare meno dei loro concittadini più grandi...peccato che gli under 25 che hanno votato, abbiano scelto il centrosinistra, mentre gli altri hanno simpatizzato anche per il centrodestra...
Poi c'è il voto cosiddetto "di protesta" dei grillini...scusate se sarò, forse, poco obiettiva, ma stasera la lucidità e l'obiettività le ho buttate nella pattumiera insieme ai miei sogni infranti...io dico: capisco la delusione, capisco la disperazione, capisco che le parole di Grillo arrivino "alla pancia"...ma ora che avete "protestato" che avete ottenuto? siete a stappare bottiglie di spumante per la vostra vittoria...ma che cosa c'è da festeggiare? il fatto che il paese sia ingovernabile? che nella migliore delle ipotesi si torna a votare tra 3 mesi? no scusate, ma la vostra, anche se fosse una vittoria, sarebbe una "vittoria di Pirro"...nessuno ha la maggioranza necessaria a governare... sono curiosa di vedervi in parlamento, voi che non sapete nemmeno cosa sia un regolamento parlamentare...nel caso non si scegliesse l'idea di tornare alle urne cosa farete? contesi tra centrosinistra e centrodestra, tirati da tutte le parti, cosa faranno i "duri e puri" grillini? si lasceranno comprare? secondo me i più furbi sì, a destra, gli altri si limiteranno a farsi "sbranare" dai politici "navigati" delle altre coalizioni...

E poi arriviamo a voi, cari elettori del centrodestra... onestamente speravo che una destra più liberale, più simile a quelle degli altri paesi, la destra di Monti per intendersi, avrebbe riscosso maggior successo rispetto a quella becera e ignorante di Berlusconi, nonostante le tasse... e invece no...gli italiani hanno dimostrato ancora una volta quanto preferiscano un buffone, uno che li faccia ridere con le sue battute, piuttosto che un ideale vero e proprio... no: Berlusconi rappresenta il furbo, l'italiano medio, quello che ce l'ha fatta....ha ingannato tutti, non paga le tasse, è un ganzo...se non lo amate è solo per invidia...vorreste esser come lui...che fa uno sberleffo ai giudici e ancora non si è fatto un giorno di carcere...ma non certo per non aver commesso il fatto...piuttosto per prescrizione e insufficienza di prove... e di nuovo lo spread sale, cala la fiducia nel nostro paese da parte degli investitori esteri, finiremo un'altra volta ai limiti del crac finanziario...

E per ultimi voi...tutti gli altri che siete stati in Parlamento fin'ora e non avete trovato tempo e modo per rifare questa legge elettorale... voi, di destra e di sinistra, che avete sottovalutato un tema così importante, un po' per interesse (il PDL sicuro), un po' per negligenza e incompetenza (tutti gli altri, sinistra compresa)...capisco che ci fosse da risollevare un paese, che ci fossero da affamare le famiglie, che ci fosse da aumentare l'età pensionabile e risolvere l'imbarazzo per non aver considerato gli esodati, ma porca miseria la legge elettorale era fondamentale! Vi siete fatti fregare da Berlusconi...che ha appoggiato il governo finché faceva approvare leggi disastrose che con lui avrebbero scatenato una guerra civile, leggi di destra...poi ha fatto il colpo di mano: far cadere Monti proprio prima che si occupasse della legge elettorale...e così l'ha spuntata ancora una volta... e voi ci siete cascati, mentre nel frattempo sottovalutavate il fenomeno Grillo che riempiva le piazze di gente incazzata, quella gente che tanto si è sentita abbandonata e distante da voi...siete tutti responsabili, di questo sfacelo...

Per gli elettori di centrosinistra non parlo...le mie parole di speranza le ho spese stamani e adesso non ne ho più...non stasera, non dopo tutto questo...ricomincerò a parlare, a pensare e a lottare domani... forse dopo una notte di pianti disperati mi sentirò purificata e ricomincerò daccapo...questa botta è stata più dura del previsto...pensavo di essere una migliore incassatrice...e invece ho accusato il colpo e mi son chiusa nel mio nascondiglio aspettando l'alba di un giorno nuovo...ma non resterò a leccarmi le ferite molto a lungo, il lavoro da fare è tantissimo e ancora voglio credere che qualcosa da fare ci sia...non posso abbandonare la speranza, non io che sono giovane...giovane come quei ragazzi che sotto il fascismo salirono sulle montagne...non è più tempo di fucili e di imboscate, ma il cervello per pensare e la bocca per parlare ce li abbiamo ancora...è l'unica cosa che ci è rimasta e finché potrò li userò sempre...

Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge