martedì 12 novembre 2013

Racconto - Capitolo 1

C'era una volta una guerriera errante...
Non aveva un posto fisso dove abitare o lavorare: andava dove ci fosse bisogno delle sue imprese eroiche. Quasi ogni mese aveva un nuovo incarico, ogni volta in un paese diverso. Un giorno venne convocata da un'associazione di cavalieri in uno strano paese chiamato Vaporpagus. Era una terra strana, piena di meraviglie che non aveva mai visto; per certe cose somigliava al posto dal quale veniva, ma per altre era molto diversa. Esistevano città, grattacieli, fabbriche, ma tra le persone che vi abitavano ce n'erano di particolari, in quanto dotate di capacità straordinarie che le distinguevano dalle altre. I più importanti tra questi "eroi" avevano deciso di combattere le ingiustizie tutti insieme, in una sorta di alleanza. Ma di recente si erano scontrati con un problema più grande di loro e avevano fatto chiamare la guerriera.
La giovane entrò nel palazzo sede dell'associazione e si trovò davanti gli uomini e le donne più strane che avesse mai visto: tutti vestiti sgargianti, mascherati, con tutine aderenti e con mantelli...
"Salve... ehm... signori... mi avete convocato?"
Un tale aitante con una tuta azzurra e un mantello rosso rispose: "Sì. Vedi noi abbiamo sempre combattuto il crimine, le invasioni aliene, le guerre nucleari, i pazzi con smanie di conquista, ma questa volta non sappiamo come combattere questo nemico. Abbiamo sentito che tu ti occupi diciamo di... casi impossibili..."
"Va bene, ho capito... Ma chi è questo fantomatico nemico? E come funziona? Mi pagate? Vedete: io lo farei per la gloria e basta, ma devo campare..."
"Per i soldi non ci sono problemi..." disse un tizio tutto vestito di nero, con l'aria cupa, "...anche se non credo che una ragazzina scalcagnata con pretese da eroina possa sconfiggere Psycrotes..."
"Bruce smettila! Che alternative abbiamo?" disse una donna in armatura con un lazo legato alla cintola.
"Va bene: tanto decide sempre la maggioranza! Ma sapete come la penso..."
"E dai diamole una chance!" rispose un tale vestito di rosso con un lampo stampato sul petto.
"Ok, ragazzi: quando avete finito di discutere mi spiegate chi è questo Psycqualcosa?"
Un tipo in verde le spiegò "Psycrotes è l'entità dell'indifferenza. E' un mostro terribile. A vederlo non sembra pericoloso in quanto è anonimo. Nessuno si ricorda che faccia abbia, è totalmente grigio: né brutto, né bello, né alto, né basso, né magro, né grasso. Un signor nessuno! Ma proprio per questo è più insidioso... e te lo dice uno che ha combattuto contro un avversario più che temibile, la Paura. Ma questa volta è diverso: s'installa nella mente delle persone e non si schioda più. Ormai quelli che non delinquono, semplicemente non fanno nulla. Nessuno s'interessa al lavoro che fa, a chi lo circonda, a niente! Nessuno legge giornali o libri, pochissimi studiano, l'affluenza alle urne è del 5 %... è un totale disastro!"
"Sì ok... e come pensate che io possa sconfiggerlo, se voi non ci siete riusciti?"
"Beh, Hal non ti ha spiegato la cosa più grave.." riprese il tizio in blu "vedi, noi abbiamo sempre rappresentato una speranza per le persone del nostro mondo, siamo modelli da seguire e imitare, siamo dei simboli, oltre che persone reali. Questo grazie anche a racconti che narrano le nostre gesta..."
"Sì...e cosa c'entrerebbe ora questo?"
"Fammi finire... In molti hanno scritto di noi..."
"E ci hanno guadagnato anche parecchio..."
"Bruce, per piacere, posso parlare? Dicevo: in molti hanno scritto di noi, ma l'ideatore di questo sistema, il fautore della nostra fama, il nostro diciamo "sceneggiatore" più importante è il Gibbardo..."
"Il Gibche?"
"Il Gibbardo: è un essere misterioso, un mutante... un bardo, un cantastorie con l'aspetto di Gibbone... O molti altri aspetti, dipende dall'umore che ha."
"Mmmmm un tipo da bestiario insomma: mi volete prendere in giro? Cioè: accetto tutto, gli alieni, le amazzoni, i guardiani dello spazio, ma un animale che scrive storie?!? Che sarebbe, il novello Papà Castoro? E poi ancora non ho capito che c'entri con Psycrotes..."
"Caspita! Ma sei più rompiscatole di Bruce! Nessuno ti ha insegnato che non si  interrompe una persona mentre parla?"
"Diana calmati! Ma tu ascolta, per favore, ragazza... Allora, il Gibbardo, che tra di noi ha conosciuto solo Bruce, è sparito misteriosamente. Non siamo in grado di trovarlo da nessuna parte; abitava in una città molto antica in un paese dove Psycrotes ha fatto molti danni. Temiamo che sia morto. Non lo trovano né i radar di Bruce, né la mia vista a raggi X. Il problema è che da quando lui è scomparso nessuno crede più i noi: abbiamo perso la nostra autorevolezza, tra la gente siamo poco più che una parodia! I criminali ci ridono in faccia e, se non siamo presi sul serio, se la gente non crede in noi, vuol dire che ha perso la speranza e noi non possiamo fare il nostro mestiere..." disse l'uomo in blu con la faccia sconsolata.
"Ok, io ho ascoltato, ma ancora non capisco quale sia il mio ruolo nella faccenda!"
"Devi trovarlo..."
"Io? E come? Se nemmeno le vostre super capacità ci riescono, come potrei farlo io?"
"Infatti non puoi a mio avviso..."
"Bruce...."
"Invece di fare il disfattista, dille quello che sai..."
"Va bene. Allora, l'ultima volta che io parlai col Gibbardo, circa un anno fa, lui era molto amareggiato. Si lamentava che i suoi racconti non erano molto apprezzati, si sentiva incompreso. Lavorava giorno e notte, ma negli ultimi tempi nessuna casa editrice si era dichiarata disposta a pubblicare le sue storie. Dicevano che erano "vecchie", nel senso che nessuno ci si poteva più riconoscere. Il Gibbardo parlava di valori e ideali, che in effetti la nostra società non segue più, sempre che li abbia mai seguiti! Fatto sta che lui ci credeva ancora e si rifiutava di accettare il cambiamento; diceva che noi eroi avremmo dovuto essere dei fari per questa umanità a catafascio, sempre più corrotta e ignorante. Forse non si rendeva conto che Psycrotes era ormai nel pieno dei suoi poteri. Comunque accennò a un viaggio a Oneiron per schiarirsi le idee, poi mi chiese non troppo gentilmente di togliere il disturbo. Da quel momento ha fatto perdere le sue tracce e nessuno ha più letto i suoi racconti."
"Bene. E quindi io dovrei andare in questa Oneiron a cercarlo? Non potete andarci voi? E poi, ammesso e non concesso che trovi il Gibbardo, che dovrei fare?"
"No, tu sei la guerriera errante, tu devi andarci. Noi abbiamo un sacco di lavoro da svolgere qui: regna il caos! Una volta trovato il Gibbardo devi convincerlo a tornare e a scrivere una nuova storia: solo i suoi racconti possono aiutarci a sconfiggere Psycrotes, solo con la sua fantasia la gente potrà tornare a credere in noi e ad interessarsi della propria sorte e non cadere vittima di altri demoni, quali Ignoranza, Paura, Odio..."
"E come lo convinco? A quanto ho capito è un vecchio scorbutico, perché dovrebbe venire con me?"
"Beh sulla tua spada ci sono scritte tre parole che lui ama alla follia...Vedrai che lo convincerai! Devi riuscirci: sei la nostra unica speranza..."

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge