lunedì 26 agosto 2013

...un letto troppo largo...

Sembrano millenni che non scrivo...in realtà scrivo lo stesso ma su questo foglio digitale sono praticamente due mesi...le mie "ferie" sono state un po' più lunghe di quelle augustee e mi sono dedicata a tutt'altro. A dire la verità l'impulso di scrivere è sempre stato nella mia testa a martellare perché mettessi nero su bianco quello che mi passava per la testa, fosse di natura fantastica o meno...ma non lo so cosa mi abbia frenato...forse ho paura di sentirmi banale, forse non mi piace più tanto l'idea di aprirmi al mondo senza filtri, viste le ferite recenti... ma di sicuro ho fatto un errore: sono tante le riflessioni che avrebbero bisogno di chiarimenti, o per lo meno di una stesura un minimo ordinata per poter essere lette con distacco e obiettività maggiore di quella che posso avere nella mia testa. Però accendere anche solo il pc mi ha fatto letteralmente fatica...del resto sono tante le cose che mi fanno fatica...mi ricorda un periodo buio della mia vita, quando la mia unica occupazione era osservare il vuoto di fronte a me...mi faceva fatica uscire, vedere gente, leggere, scrivere... eppure questo periodo, nonostante le burrasche, non è stato male...soprattutto gli ultimi 20 giorni sono stati a dir poco fantastici! Ma l'impulso di scrivere non ha vinto sulla pigrizia, sull'indolenza...forse perché per tanti versi mi sento a terra...sono cambiate tante cose in pochissimo tempo e io ancora non ci ho fatto l'abitudine...la mia vecchia quotidianità è stata sconvolta, in parte in meglio... ma a che costo! Mi sembra di pagare caro ogni singolo attimo di felicità o serenità...se invece di un attimo si parla di giorni, poi, lo scotto pesa tantissimo...e quindi arranco in questa situazione di ansia perpetua, come se da un momento all'altro tutto mi dovesse crollare addosso e io non avessi rimedio... mi sento un po' come Sisifo, solo con più massi da portare sulla cima, così che quando ne hai portato uno, gli altri ti rotolano giù e ti tocca rincorrerli... Il mio senso di impotenza sta sfociando in disillusione e questo è deleterio per una ragazza di 23 anni che ha puntato tutta la sua vita sulla speranza nel prossimo e nel cambiamento in meglio. Mi sento come fluttuare: per non soffrirne ho sospeso il mio giudizio come gli scettici, fingo che il mondo attorno a me non esista...insomma: nascondo la polvere sotto il tappeto aspettando di avere il coraggio e la forza di mettermi a dare una bella pulita! Ma ho paura di quello che potrei trovarci, o meglio lo so già cosa ci trovo...per questo non voglio affrontarlo...mi sembra di essere troppo fragile e male armata per questa battaglia, alla stregua degli italiani nella campagna di Russia. E allora intanto tergiverso, procrastino...ma il dolore di fondo resta, per quelle cose che non sento più mie, per le persone che hanno scelto di non starmi più intorno, per i gruppi di amici che ho visto disgregarsi, per una famiglia sempre sotto bombardamento, per il mio non sapere più aiutare le persone come vorrei, per la mia misantropia ormai clinica, per una società che avevo sognato ma che non si appresta a realizzarsi, per una laurea che è a pochi passi ma da cui mi separa un dirupo, per un futuro che mi fa paura, per una felicità che non mi so godere e che avveleno con le mie paranoie, per un'Alice che comincia a delinearsi e che non riconosco...e la mia parte razionale mi dice che semplicemente c'ho da crescere e che mi meriterei solo tanti schiaffi e calci in culo...ma al tempo stesso mi chiudo sempre più in me stessa a piangere in un angolo o a rimuginare su ogni stupidaggine, ingigantendola e facendone un dramma... so analizzarmi ma non so uscirne...perché? e stasera che la casa è vuota, che il letto mi sembra incredibilmente largo rispetto ai giorni passati la tristezza la fa da padrona... cado nella sua trappola, lei mi avviluppa come un anaconda e mi sprofonda nell'abisso...là sotto manca l'aria, manca la luce, manca tutto...e questa grande assenza, questo grande vuoto che mi sento dentro mi sta risucchiando come un buco nero...quello che mi spaventa è che non sto reagendo, non sto nemmeno tendendo una mano...rifiuto l'aiuto...e così faccio del male a tutti quelli che mi vogliono bene, che sono tanti... non vedo via di uscita, ma DEVO trovarne una...piccola, scomoda, malridotta ma una porta ci deve pur essere...là nel buio da qualche parte...la devo cercare, se non voglio finire per perdermi completamente...

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge