sabato 28 luglio 2012

Nuova Carriera n.1

Artemisia controllò che tutte le sue compagne stessero dormendo e con circospezione si tirò su dal pagliericcio. Da sotto il misero involto di paglia e foglie di granturco che le fungeva da materasso tirò fuori il suo "tesoro": un libro, per l'esattezza "Alice nel Paese delle Meraviglie". Non vedeva l'ora di cominciare a leggerlo: dal poco che ne sapeva doveva parlare delle avventure di una ragazza in un mondo fantastico. A dire la verità non le importava molto che cosa raccontasse, le bastava averlo. Per "conquistarlo" aveva dovuto scambiarlo con tre mele, un pezzo di formaggio e una striscia di carne secca al mercato nero: "Pazienza" aveva pensato "vorrà dire che mangerò di più domani. o domani l'altro...". Sì: quella pila mezza scucita di fogli ingialliti e mezzi strappati, con una copertina di cartone malconcio le ispirava un fascino enorme, maggiore del cibo a volte. Eppure lavorava duramente quasi 14 ore al giorno per quel misero pasto che consumava la sera, a volte troppo stanca anche solo per deglutire...ma la notte erano i libri, la conoscenza, che le davano speranza e conforto... Quelle righe che velocemente scorrevano sotto i suoi occhi e creavano mondi paralleli, mondi dove lei avrebbe voluto vivere, scappare dal lavoro massacrante, dai padroni con gli occhi, le mani e la frusta troppo lunghi, dalle sue stesse compagne, che arrivavano a fare da delatrici ai danni delle altre pur di accaparrarsi un pezzo di pane in più... Ma in quelle pagine si raccontava di donne indipendenti, di popolani che si ribellavano ai padroni, di "liberi cittadini" che sceglievano i loro rappresentanti in un'assemblea chiamata "Parlamento"... Artemisia aveva sentito parlare di cose del genere solo da molto piccola, quando sua nonna le narrava della sua giovinezza, ma aveva sempre creduto in parte che quelle storie, fossero soltanto storie, appunto... Cose del genere non erano possibili!!! Ma alla nonna ci era affezionata: era lei che l'aveva cresciuta dopo la scomparsa di sua madre, morta dandola alla luce, e l'arresto di suo padre, accusato di aver rubato due polli al padrone. I suoi fratelli, più grandi di qualche anno, erano stati presi a lavorare in poderi vicini e avevano il permesso di andarla a trovare solo una volta al mese, sempre che al loro padrone non girasse storto.
La nonna era sempre stata un punto di riferimento per la piccola Artemisia e aveva sempre cercato di infonderle coraggio... "Sii forte, bambina, e mantieni la tua dignità: pensa sempre con la tua testa, rispetta le regole, ma agisci secondo coscienza..." era una delle frasi preferite dell'anziana donna, che le aveva praticamente insegnato tutto, compresa la passione per la carta stampata. Lei le aveva dato i primi libri, le aveva insegnato come comprendere il significato di quegli strani segni che c'erano sopra e come riprodurli a sua volta...ovviamente tutto in grande segreto: ai popolani era proibito saper leggere e chi veniva scoperto in possesso anche solo di un pezzo di carta scritto, veniva punito con dieci frustate. Ma la nonna sosteneva che valeva la pena di correre il rischio, "L'ignoranza" diceva sempre "è il padre dei mali del mondo..." e lei non aveva certo intenzione che sua nipote crescesse senza le basi per poter ragionare e capire quando la raggiravano! E le raccontava di come, ai suoi tempi, tutti i bambini dovessero andare in un posto chiamato "scuola", dove imparavano tutti insieme...e allora Artemisia fantasticava di quel lontano passato, cercando di immaginare una vita diversa... Ma la nonna era morta l'anno precedente dopo l'ultima ondata di freddo e l'aveva lasciata sola...l'unica cosa che le era rimasta di lei erano i libri e delle altre cose strane, un misto di immagini e riquadri scritti, - "Com'è che si chiamavano?? ... ehm... ah ecco: Fumetti!!" - insieme a un quaderno per scrivere e una "penna biro" (la nonna la chiamava così)...e poi le aveva lasciato un pendaglio fatto a gatto, che lei custodiva gelosamente legato al collo... La nonna diceva che era un regalo del suo grande amore quand'era giovane e gliel'aveva affidato sul letto di morte, per cui Artemisia lo teneva come una reliquia del nonno che non aveva mai conosciuto, e lo toccava come un amuleto ogni volta che si sentiva sconfortata, delusa, abbrutita, malinconica ... dopo una lite col guardiano del padrone, ad esempio, o con le sue compagne, che spesso la deridevano e la insultavano...
Era strana Artemisia come ragazza, lo era sempre stata, e per questo non aveva molti amici...a dire la verità non ne aveva nessuno: già la nonna era considerata una "pazza" al villaggio e lei aveva sempre pensato che anche la parola "amicizia", fosse una di quelle cose che si potevano trovare solo sui libri, come succedeva per  "democrazia" e "libertà"...

1 commento:

  1. Fantasy proto medievale di un futuro apocalittico? Spero di sì, sono i miei preferiti! =D GO NINJA GO!

    è veramente molto scorrevole alla lettura,va giù liscio l'olio. Citazioni e argomenti interessanti. Mi piace come impianto, forse cercherei di arricchirlo con un linguaggio leggermente più poetico, ma mi pare un buon inizio! Questa cosa del libro ci voleva proprio.

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge