lunedì 10 febbraio 2014

Un'opera di Legalizzazione - Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere

Stasera mi hanno rubato l'ombrello nella sala d'aspetto di un ospedale.
Tempo fa nel parcheggio di un altro ospedale mi bucarono una gomma dell'auto.
Negli spogliatoi della piscina dove nuoto mi hanno rubato la trousse degli shampoo (finiti per altro...).
Allora la riflessione mi sorge spontanea: nella civile Firenze quanto vale la parola legalità?
"Molto", direbbero i più a una domanda di un giornalista. Invece a mio parere non è così.
Personalmente ho partecipato a molte attività organizzate dall'associazione LIBERA insieme ad un sacco di altri ragazzi che sono andati anche a lavorare nei terreni confiscati ai mafiosi. Ritengo il lavoro di Don Ciotti fondamentale e sono contenta che ci siano lui e tutti quelli che con lui s'impegnano per combattere la criminalità organizzata. Però non basta... Se anche a Firenze la gente si riduce a rubare un ombrello, se anche a Firenze vedi bruciare i lampredottai perché non pagano il pizzo, se anche a Firenze se hai un parente nei vigili ti fai annullare la multa che hai preso sfrecciando sui viali, allora no: la parola Legalità anche qui è solo una parola, nient'altro.
Si sente spesso la parola "legalizzazione" riferita alla marjuana e se ne potrebbe discutere. Bene, io credo che la legalizzazione vada estesa alle coscienze: la legalità non fa parte della mentalità italiana, tanto nel profondo sud, come nel grande e industrioso nord, per cui occorre un'opera di sensibilizzazione continua, un percorso a livello nazionale e locale. La mentalità dell'italiano, si sa, è quella del più furbo: difficilmente odiamo i politici che rubano perché è immorale, ma perché vorremmo essere al loro posto... Se non commettiamo un crimine è perché abbiamo paura di essere scoperti, della punizione, non perché sappiamo che è sbagliato; ma appena possiamo evadiamo le tasse, non paghiamo biglietti. gettiamo carta per la strada... E davanti alla strage di Capaci, questo può sembrare insignificante, ma non lo è: la Mafia c'è perché la nostra mentalità glielo permette... Non è questione solo di sistema malato, di ineluttabilità di certe situazioni più grandi di noi, di corruzione, di poteri forti: è questione giorno, per giorno di cercare di comportarsi correttamente, per vivere meglio tutti...Per non ritrovarsi come me oggi senza ombrello sotto la pioggia, per non dover pagare tasse esose perché c'è qualcuno che non le paga, per non dover abbassare la testa davanti a chi ti chiede il pizzo, per non dover rivolgersi al bossettino di turno per trovare un lavoro, per non dover più assistere allo strazio di via dei Georgofili...
E' facile, certo, parlare, comodamente seduti davanti a un pc, come faccio io, più difficile è agire nel concreto...  Per questo la rivoluzione deve partire sia dalle istituzioni, quelle da cui molta gente si sente abbandonata, tramite lo strumento più grande che lo Stato ha: la Scuola... E poi deve partire da ognuno di noi... All'inizio può sembrare innaturale, ma piano, piano s'impara e ci si sente anche meglio e non sembra più tanto strano: fai la raccolta differenziata, non svuoti il posacenere fuori dal finestrino, pulisci la cacca del cane dal marciapiede, denunci un furto (e non ti fai gli affari tuoi come faresti d'istinto), rispetti le regole insomma... cose semplici, ma importanti... E non è per fare moralismi, ma per semplicemente seguire un principio universale "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te"! E gli altri sono anche lo Stato, soprattutto lo Stato, quello con la Costituzione più bella del mondo..

"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico. La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare."  Piero Calamandrei

" La scuola in definitiva dovrebbe insegnare a diventare intelligenti. E anche pratici, per potersi autogestire in modo valido. Cioè fare in modo che, una volta che si è davvero dimenticato molto di ciò che si è imparato sui banchi, emerga però un cervello che è stato allenato a rispondere bene agli stimoli ambientali, che è capace di adattarsi, e di affrontare in modo corretto i problemi." Piero Angela

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge