sabato 4 giugno 2016

21marzo - TourismA

Ieri vedere così tanta gente alle conferenze di TourismA e in particolare a quella tenuta da Alberto Angela mi ha fatto molto piacere. Di più: mi ha dato una nuova speranza. Ed è questo il miracolo della cultura: anche nelle difficoltà ti rimane qualcosa a cui aggrapparti. 


Infatti i terroristi dell'Is distruggono monumenti, siti archeologici e musei, proprio per distruggere non solo vite umane ma anche per annullare la dignità di quei popoli che non hanno più qualcosa per cui combattere. Ecco: impariamo questa lezione. Insegniamo ai nostri figli, il futuro, a rispettare e valorizzare il passato culturale che ci contraddistingue come popolo, come persone. E forse avremo meno delinquenza, meno foreign fighters, meno guerre. La cultura è il simbolo dell'unione di più civiltà e quelle zone così devastate in questi anni ne sono a maggior ragione l'emblema. 









Ah... vorrei dire a quei rosiconi che ieri quando parlava Alberto si lamentavano di tanta affluenza e della "commercializzazione" dell'evento:




1) Alberto non è un fenomeno da baraccone: è un professionista serio che merita tutta la stima e gli applausi che riceve




2) la cultura appartiene ai laureati, agli operai, ai netturbini, ai vecchi, ai bambini... È e deve essere DI TUTTI! 


3) voi che vorreste restare a discutere nelle vostre torri d'avorio a ridirvi le solite 4cose tra 4 sedicenti intellettuali siete responsabili del degrado culturale al quale stiamo assistendo tanto quanto quelli che distruggono o ignorano le opere d'arte... Perché la vostra è una cultura sterile, martoriata, depauperata della sua caratteristica più importante: l' universalità, che alla fine sta alla base delle libertà... 


Buonanotte e w Alberto

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge