Mi fa quasi strano trovarmi a parlare di quest'argomento...
"Famiglia" è una parola di cui in molti si riempiono la bocca,
soprattutto in tempi di campagna elettorale... Si parla di unità, di tradizioni,
di convenzioni, ma io non voglio usare questo termine con un falso moralismo
che non mi appartiene... Non credo nell'amore familiare come obbligo, come
dovere, non credo che sia il "sangue" a unire le persone, ma il
rapporto che hanno fra di loro...non credo nella famiglia "tradizionale",
formata da una coppia di sesso diverso e dai loro figli. Ho sempre sostenuto
che dovremo basarci sul concetto "economico" di famiglia...ogni
comunità è famiglia per l'economia, dai conventi di monache, al gruppo di
studenti fuori sede...
Credo anche, però, che la famiglia sia il fondamento della
società, perché E' una società in piccolo. In Italia, al di là dei cliché
stupidi, è grazie alle famiglie che le persone riescono a sopravvivere: le
nostre famiglie, quelle col lavoro stabile e sicuro che oggi va così poco di
moda, hanno permesso alle giovani generazioni di studiare, vivere in maniera
discretamente agiata, avere il tempo per trovare un lavoro e l'indipendenza. E questo perché a loro volta le loro famiglie di origine, quelle della vecchia
generazione, ora in pensione, hanno allevato nipoti, dato aiuto e sostegno
morale ed economico, perché hanno sempre risparmiato.
Dopo l'analisi economico-sociale, anche dal punto di vista
emotivo, affettivo, evolutivo dell'individuo la famiglia ha un ruolo
fondamentale: è la base, è dove ti formi, dove cresci, dove, teoricamente,
impari la differenza tra giusto e sbagliato...
Chi più chi meno ci lamentiamo tutti delle nostre famiglie, dato che non ne esistono di perfette e non ce le scegliamo: la convivenza è sempre difficile, soprattutto in certi momenti della vita. Io sono la prima a lamentarmi, come tutti i "bravi" figli che affrontano lo scontro fra generazioni, ma sono contenta di essere cresciuta nella mia famiglia: non sono, appunto, perfetti, anzi, ma mi hanno insegnato quello che ritengo la base della vita in comunità: il rispetto. Mi hanno dato assoluta libertà di scelta in campo di opinioni, religione, amici; mi hanno insegnato il valore della cultura e del lavoro, quello del denaro e quello dei rapporti umani...
La mia è una famiglia di quelle "tradizionali", grande, tipo clan: ci ritroviamo tutti solo per gli eventi tragici (funerali) o felici (matrimoni). Ma quelli con cui veramente sento di avere affinità sono i parenti più stretti: devo molto a cugini e zii, ai miei genitori, ovviamente, a mia sorella e ai miei nonni. Sono loro che mi hanno cresciuta, anche viziandomi alle volte, come tutti i nonni fanno con i nipoti: non vado a trovare mia nonna una volta a settimana per dovere, o mera riconoscenza, ci vado perché è stata una seconda madre...
Mio nonno mi ha insegnato che la vita è sacrificio, è lotta, ma che è meravigliosa... La sua è stata abbastanza lunga e PIENA: aveva vissuto una guerra e la miseria, ma avrebbe rifatto tutto... Era una di quelle persone soddisfatte della propria esistenza e vorrei arrivare a 80 anni come ci è arrivato lui: sorridente, brillante, duro a mollare fino all'ultimo istante...
Chi più chi meno ci lamentiamo tutti delle nostre famiglie, dato che non ne esistono di perfette e non ce le scegliamo: la convivenza è sempre difficile, soprattutto in certi momenti della vita. Io sono la prima a lamentarmi, come tutti i "bravi" figli che affrontano lo scontro fra generazioni, ma sono contenta di essere cresciuta nella mia famiglia: non sono, appunto, perfetti, anzi, ma mi hanno insegnato quello che ritengo la base della vita in comunità: il rispetto. Mi hanno dato assoluta libertà di scelta in campo di opinioni, religione, amici; mi hanno insegnato il valore della cultura e del lavoro, quello del denaro e quello dei rapporti umani...
La mia è una famiglia di quelle "tradizionali", grande, tipo clan: ci ritroviamo tutti solo per gli eventi tragici (funerali) o felici (matrimoni). Ma quelli con cui veramente sento di avere affinità sono i parenti più stretti: devo molto a cugini e zii, ai miei genitori, ovviamente, a mia sorella e ai miei nonni. Sono loro che mi hanno cresciuta, anche viziandomi alle volte, come tutti i nonni fanno con i nipoti: non vado a trovare mia nonna una volta a settimana per dovere, o mera riconoscenza, ci vado perché è stata una seconda madre...
Mio nonno mi ha insegnato che la vita è sacrificio, è lotta, ma che è meravigliosa... La sua è stata abbastanza lunga e PIENA: aveva vissuto una guerra e la miseria, ma avrebbe rifatto tutto... Era una di quelle persone soddisfatte della propria esistenza e vorrei arrivare a 80 anni come ci è arrivato lui: sorridente, brillante, duro a mollare fino all'ultimo istante...
Quest'anno ho aggiunto un concetto nuovo a quello che avevo
già di famiglia: è più o meno quello che impara anche Stitch... OHANA: "vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato..." E' con questo spirito che da un po' di tempo a questa parte mi sento parte anche di una nuova famiglia, quella che ho deciso di costruire, quella che, finalmente, mi sono scelta... E mi piace pensare che un giorno i miei figli possano essere fieri dei loro genitori, e dei loro nonni, come io lo sono dei miei, perché è importante avere un "luogo" anche non fisico, dove tornare e sentirsi "a casa", al sicuro... Io ce ne ho due, uno vecchio, quello da cui vengo, e uno nuovo, quello verso cui vado...tutti dovrebbero averne almeno uno...
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