Ho sentito che ultimamente il Presidente del Consiglio Monti
ha definito il nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN) "non sostenibile"...beh,
sembra un po' una presa per i fondelli, visto che negli ultimi tempi non sono
stati fatti altro che tagli alla sanità pubblica. E' bene ricordarsi che il
Sistema Sanitario così come lo conosciamo oggi è stato istituito nel 1978 ed è
entrato in vigore nel 1980, andando a sostituire quello basato sulle cosiddette
"casse mutue". Le sue strutture furono organizzate sul modello del
National Health Service inglese, che, prima che le politiche Tatcher lo
smantellassero, era il migliore di Europa. Come tutti sappiamo da giornali e
telegiornali, esistono in tale sistema diverse lacune ed i cosiddetti episodi
di "malasanità", accompagnati da ruberie varie, buchi finanziari
nelle ASL, grosse differenze tra regione e regione, ecc, in perfetto stile
italiano. Il problema è che questi episodi tendono a far più notizia dei
milioni di casi "a lieto fine": oltre alle numerose eccellenze,
infatti, ci dimentichiamo sempre di quando il nostro SSN funziona
perfettamente, forse perché lo diamo per scontato. Tendiamo quindi a
lamentarci, sempre in perfetto stile italiano, senza notare e cercar di
pubblicizzare il buono che c'è in tale sistema. Ma al di là del funzionamento o
meno di tale servizio pubblico, la notizia vera è che pare che dovremmo proprio
smetterla di darlo per scontato: la tendenza generale del governo pare sia la
progressiva distruzione di tutto ciò. Ingenti tagli affliggono i policlinici
delle grandi città e i piccoli ospedali tendono ad essere accorpati, fornendo
un servizio sempre più discontinuo sul territorio. E si moltiplicano i
problemi, tra i quali sovraffollamento, ticket più alti e carenze di personale
medico e infermieristico sono solo i più evidenti. E certamente se il servizio
pubblico si presenta deficitario, l'utente si vede costretto a deviare sul
servizio privato, che però costa di più. Ed eccoci al punto della questione: la
sanità sta diventando (o meglio sta tornando ad essere) una questione di
portafoglio. In poche parole chi si può permettere di pagarsi le cure, si
curerà, chi non avrà abbastanza soldi per farlo, rinuncerà. Se questa è la
tendenza del nostro Paese, beh: evidentemente chi ci governa non pecca di
intelligenza. Al di là della questione morale e legale (per una questione di
umanità e anche per la nostra Costituzione, tutti i cittadini dovrebbero aver
diritto all'assistenza sanitaria pubblica e gratuita), c'è una mera questione
di logica: in un'Italia dove si curano solo i ricchi, sarà presto inutile che
essi si curino. Infatti se i poveri rinunceranno a curarsi ci saranno più
malati, che potranno diffondere le loro malattie anche tra i ricchi. Inoltre i
poveri, essendo tali, sono quelli che devono lavorare per vivere, ma se si
ammalano e non si curano, non potranno lavorare. Ecco che quindi il costo
sociale di un servizio sanitario privato sarà molto più alto di quello di uno
pubblico. E quindi forse si dovrebbe cercar di rendere più efficiente il nostro
SSN, eliminare gli sprechi, controllare i conti dei consigli di
amministrazione, punire chi compie reati, indire concorsi pubblici per medici e
infermieri, fornire corsi di aggiornamento per chi lavora nell'ambito della
salute, finanziare la ricerca in campo medico...tutte misure per cui servono
soldi e non tagli. A mio parere anche, e soprattutto, in un momento di crisi,
si può risparmiare su molte cose, ma non sulla sanità pubblica, perché "la
salute" dovrebbe essere un “fondamentale diritto dell’individuo” e un “interesse
della collettività” (art 32, Cost.).
"La prima cosa necessaria per scrivere con efficacia è di non aver alcun riguardo per il lettore che non lo merita." Miguel de Unamuno
domenica 2 dicembre 2012
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Alla sera
Forse perché della fatal quïete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquïete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge
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