domenica 2 dicembre 2012

...Sanità Pubblica...

Ho sentito che ultimamente il Presidente del Consiglio Monti ha definito il nostro Sistema Sanitario Nazionale  (SSN) "non sostenibile"...beh, sembra un po' una presa per i fondelli, visto che negli ultimi tempi non sono stati fatti altro che tagli alla sanità pubblica. E' bene ricordarsi che il Sistema Sanitario così come lo conosciamo oggi è stato istituito nel 1978 ed è entrato in vigore nel 1980, andando a sostituire quello basato sulle cosiddette "casse mutue". Le sue strutture furono organizzate sul modello del National Health Service inglese, che, prima che le politiche Tatcher lo smantellassero, era il migliore di Europa. Come tutti sappiamo da giornali e telegiornali, esistono in tale sistema diverse lacune ed i cosiddetti episodi di "malasanità", accompagnati da ruberie varie, buchi finanziari nelle ASL, grosse differenze tra regione e regione, ecc, in perfetto stile italiano. Il problema è che questi episodi tendono a far più notizia dei milioni di casi "a lieto fine": oltre alle numerose eccellenze, infatti, ci dimentichiamo sempre di quando il nostro SSN funziona perfettamente, forse perché lo diamo per scontato. Tendiamo quindi a lamentarci, sempre in perfetto stile italiano, senza notare e cercar di pubblicizzare il buono che c'è in tale sistema. Ma al di là del funzionamento o meno di tale servizio pubblico, la notizia vera è che pare che dovremmo proprio smetterla di darlo per scontato: la tendenza generale del governo pare sia la progressiva distruzione di tutto ciò. Ingenti tagli affliggono i policlinici delle grandi città e i piccoli ospedali tendono ad essere accorpati, fornendo un servizio sempre più discontinuo sul territorio. E si moltiplicano i problemi, tra i quali sovraffollamento, ticket più alti e carenze di personale medico e infermieristico sono solo i più evidenti. E certamente se il servizio pubblico si presenta deficitario, l'utente si vede costretto a deviare sul servizio privato, che però costa di più. Ed eccoci al punto della questione: la sanità sta diventando (o meglio sta tornando ad essere) una questione di portafoglio. In poche parole chi si può permettere di pagarsi le cure, si curerà, chi non avrà abbastanza soldi per farlo, rinuncerà. Se questa è la tendenza del nostro Paese, beh: evidentemente chi ci governa non pecca di intelligenza. Al di là della questione morale e legale (per una questione di umanità e anche per la nostra Costituzione, tutti i cittadini dovrebbero aver diritto all'assistenza sanitaria pubblica e gratuita), c'è una mera questione di logica: in un'Italia dove si curano solo i ricchi, sarà presto inutile che essi si curino. Infatti se i poveri rinunceranno a curarsi ci saranno più malati, che potranno diffondere le loro malattie anche tra i ricchi. Inoltre i poveri, essendo tali, sono quelli che devono lavorare per vivere, ma se si ammalano e non si curano, non potranno lavorare. Ecco che quindi il costo sociale di un servizio sanitario privato sarà molto più alto di quello di uno pubblico. E quindi forse si dovrebbe cercar di rendere più efficiente il nostro SSN, eliminare gli sprechi, controllare i conti dei consigli di amministrazione, punire chi compie reati, indire concorsi pubblici per medici e infermieri, fornire corsi di aggiornamento per chi lavora nell'ambito della salute, finanziare la ricerca in campo medico...tutte misure per cui servono soldi e non tagli. A mio parere anche, e soprattutto, in un momento di crisi, si può risparmiare su molte cose, ma non sulla sanità pubblica, perché "la salute" dovrebbe essere un “fondamentale diritto dell’individuo” e un “interesse della collettività” (art 32, Cost.).

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge