Ben presto le lacrime sopraggiunsero a inondarle le guance e un dolore sordo occupò il suo cuore, come se avesse un piccolo orco che la prendeva a pugni dall'interno... aveva la bocca secca, il viso bagnato e la mascella contratta... a malapena riusciva a pensare... "E' stupido...non ha senso..." cercava di dirsi... "a che serve la gelosia retroattiva? Lui ha te ora...scrive per te, pensa a te, progetta con te... Ti ama...Cresci, ragazzina, accetta e goditi la tua felicità..." Ma era difficile...afferrò a caso un vecchio quaderno, di quelli dove annotava la sua vita da anni...e andò alle date in cui il suo poeta scriveva appassionati versi d'amore per un'altra...sorrise e si maledisse...Si chiese "E se capitasse a lui di leggere sta roba? Poverino, chissà cosa penserebbe?" Paginate e paginate di inchiostro sprecato...almeno lui aveva elaborato qualcosa di bello...lei si era limitata a descrizioni di comportamenti poco onorevoli...forse doveva ridimensionarsi e, soprattutto, calmarsi... Quale modo migliore se non scrivere tutto quello che le era passato per la testa?
"La prima cosa necessaria per scrivere con efficacia è di non aver alcun riguardo per il lettore che non lo merita." Miguel de Unamuno
martedì 19 febbraio 2013
Fragilità emotiva..
Le capitarono sottomano un po' per caso, un po' per quella sua stupida curiosità che la caratterizzava... erano poesie, poesie d'amore...colavano amore e passione da ogni parte, da ogni verso sgorgava sentimento...le aveva scritte lui: anche se non fossero state firmate ne riconosceva lo stile, ricercato e un po' volutamente retrò...con quel suo "che" tra il D'Annuziano e lo splatter... erano belle, bellissime... ma non eran scritte per lei...mentre proseguiva la lettura il suo lato razionale le diceva "Smetti cretina! Perché farsi del male, così?", ma la sua sete di conoscenza era troppa...e più leggeva, più qualcosa dentro di lei moriva, ma non riusciva a staccare gli occhi da quella pagina...era come l'Ulisse di Dante, consapevole del pericolo che stava correndo, ma determinato a portare a termine la sua missione... Non era l'ispiratrice di quelle poesie, dell'estro del suo artista...e come poteva esserlo? erano state scritte tempo addietro, prima che si conoscessero...e allora? perché il suo stomaco gridava, il suo cuore sanguinava e la sua testa esplodeva? perché faceva tutto così male? Quelle poesie appartenevano al passato, un passato in cui lei probabilmente era a scrivere fiumi di parole sull'infatuazione di quel momento... No, non aveva niente da rimproverare al suo amato poeta...semplicemente il pensiero che avesse potuto provare un tale amore per qualcun'altro la faceva impazzire... Lei era sicura che prima di lui tutti gli altri perdevano di importanza, effimere figure informi e senza sostanza...invece lui aveva amato con trasporto anche prima di lei... non che non lo sapesse, non che pretendesse il contrario, ma trovarselo sbattuto in faccia era troppo doloroso... Cercò di minimizzare, di razionalizzare, ma non ci riusciva...Le insicurezze represse in tutto quel tempo riaffioravano da ogni angolo remoto della sua mente e le sussurravano menzogne "Sei solo una tra le tante...", "Ha amato lei più di te.."
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Alla sera
Forse perché della fatal quïete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquïete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge
POESIA
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