mercoledì 5 marzo 2014

Chiarimenti

Non mi intendo di cinema: non ho mai capito l'importanza di certe scene piuttosto che altre; il significato di "fotografia" in un film mi è sconosciuto... Sconvolgo i più perché non mi piace Fellini, trovo ridondante Kubrick e mi annoio con Lynch; perché non mi intenderò della Settima Arte, ma di Arte in generale modestamente un po' ne capisco e penso che un'opera che al massimo mi produce un sonoro sbadiglio tanto "artistica" non sia, nonostante ne possa comprendere i mille significati nascosti...
Però mi piace guardare film, commentarli e riguardarli se mi piacciono. Guardo film che mi emozionano, che mi divertono, che rispecchiano il mio modo di essere o che, mi toccano nel profondo.
Non ho visto "La grande bellezza" di Sorrentino e penso che non lo vedrò a breve. Sono contenta dell'Oscar, perché col mio patriottismo non potrebbe essere altrimenti, ma già a suo tempo, dal trailer mi dette l'impressione di un film palloso, quei film che strizzano l'occhio a una certa borghesia di sinistra, ai radical chic, per intendersi, e raccontano un mondo a me lontano. Beh, mi si potrebbe obiettare che per criticare una cosa la si debba conoscere e io non potrei essere più d'accordo, ma ci sono sostanzialmente due motivi per cui non guarderò questo film:

  1. Quando una cosa viene osannata, sia essa libro, film, fumetto, ecc, mi passa subito la voglia di leggerla o guardarla... La mia presunzione mi porta a credere che ciò che piace a tutti, a me non possa piacere. L'unico motivo che mi spinge a conoscere un "cult" è stroncarlo una volta conosciuto.
  2. Questo film è prodotto da Medusa, una branca di Mediaset, un'azienda per il bilancio della quale non voglio contribuire. E mi chiedo: come possono tutte le persone di sinistra accettare di vedere questo film? Ma soprattutto: Sorrentino, affermato com'è, aveva davvero bisogno di Medusa per produrre il suo film e distribuirlo? Forse sì, non so come funzionino queste cose e se spetti al regista la scelta del produttore o meno. Ma da cittadina faccio una scelta e non vedo un film prodotto da Medusa. Di questo passo mi toccherà anche smettere di andare allo Space Cinema, lo so, ma a qualcosa si deve pur rinunciare per i principi. O no?
Forse mi sbaglio, forse il mio boicottaggio è un combattere contro i mulini a vento, ma sono fermamente convinta che il berlusconismo in Italia non si possa sconfiggere finché la gente guarda le sue televisioni. Eppure Mediaset trasmette un sacco di film belli, ma in casa mia quelle reti non sono mai entrate e mai entreranno. E' una questione di principio, un'esagerazione forse, e non voglio nemmeno far la parte di quella più brava perché faccio certe cose e non altre. Solo volevo chiarire con tutti, da chi mi mette nel gruppo di "quelli che non capiscono l'arte vera" a chi mi dice "se è un bel film lo guardi lo stesso" o "non sai cosa ti perdi", che no, questo film non lo guarderò, indipendentemente dall'Oscar. Sono uscite commedie italiane di alto valore, ultimamente, ma che nessuno si è filato, perché non erano di Sorrentino; per esempio "Benvenuto Presidente!", che tratta temi a mio parere importantissimi e lo fa pure senza annoiare... ammetto che mi sono pure commossa sul finale! Forse occorrerebbe rivalutare le candidature a Hollywood...

Un'ultima cosa: penso che tra i problemi dell'arte tutta ci sia il fatto che a decidere cosa sia arte e cosa non lo sia, cosa sia bello oppure no, è un'élite di persone che vivono a un passo dal pavimento ed osservano tutto e tutti con distacco e|o disprezzo. I loro giudizi sono dogmatici, per cui dire che la Gioconda non mi piace (ed è proprio così) o che Alan Moore ormai è un vecchio rimbambito pare eresia. E quindi ecco il problema successivo, ad esso concatenato: le persone che di arte non sanno una cippa finiscono agli Uffizi davanti alla Venere di Botticelli e dicono "Uuuuh bello" ma di quel quadro non capiscono assolutamente niente. Dall'altra parte, invece, ci son quelli, che, non capendo, butterebbero via tutto e allora l'arte è roba da sfigati, da omosessuali (sì ho sentito anche questa), roba inutile, insomma. E ci si divide da chi guarda solo film coreani e chi solo cinepanettoni. Ecco e allora cosa manca in questo paese? Manca l'Arte? Beh no. Manca la Bellezza? No. Manca un'educazione all'arte, al bello, a ciò che rende l'Italia unica al mondo. E non mi venite a dire che questo è proprio l'obiettivo del film, perché forse lo è, ma non credo che la storia di un giornalista che frequenta eventi mondani, possa esser sufficientemente vicina a quella delle persone comuni. L'arte, come tutte le altre cose, andrebbe insegnata alla Don Milani, alla Manzi, cercando di interessare tutti e di non farne più un'esclusiva di un'énclave. Un personaggio come quello di Jeb, che vive nella Roma bene e ne viene disgustato, non è diverso da un Holden Caulfield, che rifiuta le convenzioni della piccola e media borghesia americana degli anni '50. Ma quanti hanno letto il Giovane Holden? E quanti, tra quelli che l'hanno letto facendone un idolo, l'hanno capito? Lo stesso vale per La grande bellezza e per un sacco di altre opere. Le persone devono sentirsi coinvolte, per apprezzare e capire davvero i famosi "significati profondi" di un film, di un libro, di un quadro... Altrimenti, o se ne disinteressano, o lo demoliscono. L'unica soluzione per far sì che le persone apprezzino la Grande Bellezza che ci circonda è partire dai banchi di scuola e valorizzare ciò che abbiamo, ovvero Cultura e Scienza.

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge