lunedì 17 marzo 2014

Spumante

Bollicine. Salivano nel bicchiere di spumante infrangendosi contro la superficie... ognuna di loro era un piccolissimo riflesso della sua faccia annoiata. Intorno a lei le chiacchiere postcena continuavano incessanti, ma ormai le percepiva solo come un brusio lontano... preferiva incantarsi a guardare le bollicine nel bicchiere...
"Come ci sono finita qui? Ho un bel vestito, belle scarpe, una bella borsa... tutte le altre donne sembrano divertirsi... ridono...Chissà cosa pensano realmente l'una dell'altra; anche se sembrano tutte amiche, come minimo si odiano... una invidia all'altra il conto in banca del marito, l'altra nota con disgusto la pessima rinoplastica della vicina... un mondo falso... Mi hanno presentato queste persone ieri e già ci hanno invitato a cena, a me e al mio fidanzato, in questo locale rumoroso e kitsch... Baci, abbracci...ma chi vi conosce? Lui ha detto che non gli piaceva, ma era necessario... -E' gente che conta...ci fanno un'ottima pubblicità... Sforzati di sorridere e tutto andrà bene - Ma come si fa a sorridere a queste oche e questi palloni gonfiati? Dicono che ci sponsorizzeranno, ma quanto sanno del mio lavoro? Niente... di grazia se distinguono un Leonardo da un Caravaggio... Ignoranti, borghesi e pure di destra... Che c'entro io qui in mezzo? Niente.."
Eppure c'era stato un tempo in cui non avrebbe venduto il suo lavoro, la sua anima a persone così... Un tempo in cui sognava un mondo migliore... Un tempo lontano... quando ancora stava con LUI...
"Chissà che fine ha fatto? Magari è un artista affermato, magari leggo le sue sceneggiature e non lo so... userà un nome d'arte per non farsi riconoscere... impossibile: io lo riconoscerei... so come scrive... no forse fa tutt'altro...tour musicali per l'Italia... oppure ha una famiglia dei figli... Sarà un ottimo padre... io invece..."
Lei, invece, i figli aveva deciso di non farli... o meglio il suo fidanzato aveva deciso così... "Sei una donna in carriera, non potresti starci dietro...aspetta almeno qualche anno..." Ma gli anni erano passati...troppi...e a 40 anni non era più il caso nemmeno di provarci... "Alla nostra età? Ma dai saremmo ridicoli... Fatti bastare i figli di tua sorella..."
LUI, invece, amava i bambini...a suo tempo avevano deciso anche i nomi... Ma perché cavolo l'aveva lasciato? A stento lo ricordava... le venivano in mente solo i momenti felici: viaggi, serate a guardare film, teatro, musica, nottate a scrivere insieme... "E' solo perché sono un po' giù...qualcosa di negativo doveva esserci sennò non l'avrei mica mollato.... Ora, in fondo, sono felice... o per lo meno...va bene così... la felicità è roba da ragazzini..."
Non era sempre stato così, però...una volta, con LUI, era stata davvero felice... Adesso lo era solo quando, di nascosto dal fidanzato, si divertiva a scrivere qualche raccontino... Le mancava la libertà di scrivere per sé, senza pubblico, senza scadenze... le mancava il fascino della pagina bianca... Adesso scriveva solo perché doveva, per un pubblico di gente odiosa, radical chic per lo più.. e le vendite non andavano nemmeno bene...Per questo era lì quella sera...ad elemosinare un nuovo sponsor... Il suo fidanzato non aveva mai letto niente di ciò che scriveva prima: si limitava a editare ciò che scriveva ora, ridimensionando i commenti troppo "scomodi" che ancora le venivano spontanei... "Non essere polemica, ma accomodante...vedrai che vendi di più... Gli devi leccare un po' il culo a questi critici, non sfotterli..."
E così scriveva in maniera meccanica di arte, di restauro, di cantieri... ma da anni non entrava in un laboratorio o saliva su un ponteggio... "Basta che scrivi...così hai tempo per le faccende... il pane in casa lo porto io..." E i suoi sogni d'indipendenza? E l'amore per la ricerca, la scienza? Li aveva abbandonati... dopo aver chiuso con LUI, aveva rinunciato a tutto il resto... Nel giro di due mesi aveva conosciuto un suo coetaneo...un bancario, laureato in economia e commercio: si entusiasmava solo leggendo registri contabili, considerava l'arte una perdita di tempo, aveva il giovedì con gli amici e qualche scappatella con le colleghe o con le ragazzine facili che abbordava nei locali... Non era perfetto, ma le aveva offerto una casa e una vita dignitosa... "Dignitosa... Dignitosa un accidenti! Ho rinunciato a tutto per quest'essere inutile... Non ho più sogni, speranze... non ho nemmeno più la forza di indignarmi... ci manca solo che voti Forza Italia e ho fatto... mi sono venduta... ma dovevo restare con LUI...era difficile, era una lotta, era dura...ma era autentico... era amore..."
Si alzò dal tavolo, con un sorriso falsissimo disse "Con permesso...vado a prendere una boccata d'aria: quest'afa mi uccide...". Uscì dal locale. Chiamò un taxi. Scese a casa. Fece le valigie: pochi vestiti, i libri, carta, penna. Erano le 3 di notte. "E ora dove vado?" Chiamò la sua migliore amica, che lui le permetteva di vedere solo una volta al mese. "Ciao A., scusa l'ora... no, sto bene...almeno credo... senti...ho bisogno di un posto per stanotte...grazie...arrivo...".
La mattina dopo si svegliò su un divano letto... "Buongiorno... ora mi racconti? Anzi no... forse finalmente hai capito... Era ora..." la sua amica sorrise... "Ti faccio un tè... poi il bagno è libero puoi farti una doccia...Ah: il tuo telefono ha squillato almeno 4 volte... era C.... ho spento... ho fatto bene?"
"Sì grazie... anzi dammi..." tolse la SIM e la gettò nel cestino... "Mi faccio la doccia e mi trovo una sistemazione entro una settimana, te lo giuro..."
"Non ti preoccupare..."
"No davvero...ho solo bisogno di un computer...voglio...voglio cercarlo..."
"Chi?"
"Lo sai..."
"Davvero? Ma è fantastico... come nei film... ma... e se?"
"Sì...so che corro mille rischi, ma non posso vivere così...non sono più io...voglio solo rivederlo...alla peggio mi chiude la porta in faccia e ricomincio altrove...posso sentire in qualche laboratorio, scrivere per qualche rivista di settore...chiedo aiuto ai miei...in qualche modo faccio..."
"Era da tanto tempo che non ti vedevo così determinata...ti brillano gli occhi..."
Si lavò, si vestì (felpa e tuta, finalmente!), accese il pc... Google - Ricerca : E... B...
"A. vieni a vedere! Secondo le pagine bianche abita ancora nel nostro vecchio appartamento... Io vado..."
"Vai...tesoro, vai!" l'abbracciò....
Uscì di corsa. Prese il bus. Le tremavano le gambe. Lo stomaco in subbuglio. Scese... si avvicinò al portone. Suonò il campanello. Dopo 3 interminabili secondi una voce laconica chiese "Chi è?".
"Sono... io... " Il portone si aprì...

2 commenti:

  1. Di questa protagonista non mi piace l'indecisione, il tornare sulle proprie decisioni, il ripercorrere sentieri che non troveranno mai la strada. È il grosso problema di chi non accetta il vuoto, l'inutile tentativo di riempirlo produce: odio, rancore, amarezza. Il lavoro dell'immaginazione che colma i vuoti va arrestato, sospeso; così facendo, il vuoto si riempirà da solo, di un qualcosa di realmente utile.

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    1. Capisco. Ma la protagonista si pente di una decisione e ne prende un'altra. il finale fa intuire la speranza.

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Alla sera

Forse perché della fatal quïete

tu sei l'imago a me sì cara vieni

o sera! E quando ti corteggian liete

le nubi estive e i zeffiri sereni,


e quando dal nevoso aere inquïete

tenebre e lunghe all'universo meni

sempre scendi invocata, e le secrete

vie del mio cor soavemente tieni.


Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme

che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;

e mentre io guardo la tua pace, dorme

quello spirto guerrier ch'entro mi rugge