"La prima cosa necessaria per scrivere con efficacia è di non aver alcun riguardo per il lettore che non lo merita." Miguel de Unamuno
mercoledì 24 ottobre 2012
...io so di non sapere...
oggi ho fallito...chi mi legge e mi conosce penserà che sto esagerando...un esame andato male non è la fine del mondo...è vero: non lo è...ma, oltre a scombinarmi i piani, oltre a obbligarmi a fare tutto di corsa per rientrare nella tabella di marcia, mi pesa...tantissimo...non ero più abituata a fallire, non nell'aspetto della carriera universitaria...era una delle poche cose che mi riuscivano bene...e invece no...vedo la gente che si laurea, io inchiodata davanti a un libretto ancora troppo vuoto...arrestata dalla densità del Popolus Alba, bloccata dalla sua scarsa durabilità...vorrei essere una cavolo di termite per mangiarmelo tutto quel Gattice maledetto...distruggerlo a cominciare dalla nivea corteccia, poi cambio, libro, alburno,durame e midollo...scomporre ogni sua singola cellula, vaso, fibra o parenchima che sia, spaccare i legami della cellulosa, masticarla e renderla inutile rosume pulverulento...non arrestarmi davanti a nessun preservante, derivante del petrolio o meno...sconfiggere le esche antichitinizzanti e vincere...prendermi la mia rivalsa....ha senso tutto questo?? no...il povero pioppo non c'entra nulla...io sono stata termite di me stessa...ho fallito e mi sento sconfitta come il falegname che lavora, invano, il legno di reazione...ma è proprio una reazione, appunto, quella che mi serve (come direbbe Vitellozzo "Bisogna reagire!!") ...come un pollone devo rialzarmi dalla ceppaia, risalire verso la luce, sconfiggendo i rami delle piante circostanti e concorrenti...devo resistere agli attacchi esterni, finendo di costruirmi una dura corteccia, quella che nasconde il mio tenero midollo...e prendermi la rivalsa...su di chi?? su me stessa...per poter dire a me stessa: "stupida ragazzina, non sei meno di nessuno...sei come quell'arboscello che sta e non pare saldo (Saba docet)...che nonostante il vento lo abbia privato dei suoi fiori, rimane in piedi e ce la fa.."...sì: ce la posso e ce la DEVO fare...per orgoglio, per me e per chi crede in me...da sempre, magari senza motivo ma ci crede... devo essere elastica, resistente e versatile come il legno...
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Alla sera
Forse perché della fatal quïete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquïete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge
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