Il cavaliere e la ragazza cominciarono a sentirsi e a
conoscersi per via telematica, lei gli dette il suo numero e parlavano
spessissimo… A lei piaceva quel ragazzo: era simpatico, intelligente, brillante,
disponibile, ma strano. Si capiva che era uno “straniero". Eppure non se ne
capacitava: esisteva quindi un mondo al di fuori del suo, era davvero
possibile?
Nel frattempo per un mesetto buono i due continuarono a sentirsi e a
parlare di un sacco di argomenti diversi. Sembravano sempre distanti l’uno dall’altra
ma si piacevano, era evidente… La ragazza, però, non era sicura di quel che
sentiva e provava, né delle intenzioni del cavaliere; inoltre aveva una cotta
stratosferica per un amico e arrivò al punto di parlarne perfino al cavaliere
stesso, che, con enorme gentilezza le elargiva consigli pratici, confondendole
ulteriormente le idee sul proprio interesse nei suoi confronti.
Il giorno di San Valentino la ragazza, come ogni anno,
festeggiò con la sua migliore amica: quell’anno, decisero, sarebbero partite
insieme per la Francia, per andare a trovare altre amiche che abitavano là.
Giorni stabiliti e biglietti comprati, si misero a saltare e ridere di gioia:
un viaggio insieme era l’occasione di svagarsi, divertirsi e non pensare ai “troubles”
quotidiani. Partirono il primo giorno del mese seguente e si divertirono
tantissimo. La ragazza ne era entusiasta, ma, ovviamente, arrivò il giorno di
tornare a casa. Si svegliò presto con il cuore in gola e la malinconia per la
partenza imminente, ma sul telefono, appena acceso, trovò un messaggio del suo
cavaliere, che le augurava di trascorrere una felice Festa delle Donne. “Già: è
l’8 marzo… e chi se lo ricordava più? Che carino, però…” pensò, sorridendo.
Tornata a casa la sera stanca morta decise che doveva
assolutamente rivedere quel cavaliere, anche solo per ringraziarlo del
messaggio, ma non ce ne fu subito occasione, né modo.
Allora decise che doveva
affrontare la cosa di petto: doveva dare una possibilità al ragazzo, capire per
lo meno che intenzioni avesse.
“E se va male? E se non mi piace? E se non gli
piaccio? Chissenefrega! Io mi butto! Alla peggio è stato un ottimo amico, anche
se per poco, strano, ma un ottimo amico…”.
Il mercoledì seguente fissarono un appuntamento al parco più
grande della città e iniziarono subito a parlare: “Certo che questo qui è quasi
più logorroico di me…” pensò la ragazza. Ma stava bene: era un cavaliere
atipico, un forestiero, ma quante meraviglie si portava dietro! Nella sua testa
c’era un intero universo, un po’ come vedere il Tardis da fuori e poi entrarci
dentro! E poi sembrava sinceramente interessato a quel che lei aveva da dire: fantastico!
L’unica cosa che la turbava non poco è che non si decidesse a farsi avanti... e
allora lei, per la prima volta nella sua vita, si lasciò andare…e… “Cavolo non
baci, male… e che dolce che sei!”, pensò la ragazza.
Si sentiva strana: non era
una situazione “normale”, era come se fosse passata una scossa elettrica
attraverso i loro corpi nel momento del contatto: sentiva che c’era qualcosa
che li univa, qualcosa che la spingeva a non lasciargli la mano, una forza
invisibile, ma potente che ne impediva la separazione.
A casa, dopo gli allenamenti, la ragazza era più confusa che
mai, ma era troppo attratta dal cavaliere per rinunciare…
Passarono i giorni e i
due si rividero: ancora mille discorsi sulle tematiche più disparate e poi
tanti “Oh davvero? Anch'io !” che i ragazzi si trovavano a pronunciare una dopo
le parole dell’altro, e viceversa. La ragazza era davvero contenta, ma ancora
indecisa, dubbiosa, o per meglio dire, spaventata: il cavaliere era stupendo, le
insegnava un sacco di cose, era gentile, buono e si vedeva che già teneva a lei, ma
le faceva anche prender coscienza dei suoi limiti e le mura invisibili della
torre cominciarono a divenirle strette, asfissianti, claustrofobiche.
Lui le
offriva qualcosa di diverso da tutto quello che aveva sempre conosciuto, ma un
salto nel buio, per una razionale come lei, era inconcepibile… “E se poi non
atterro sul morbido dopo il tuffo, che faccio?? Ci batto i denti e basta. È troppo
diverso da me: come si veste, quello che studia, quello che gli piace…non
abbiamo niente in comune…”.
Poi arrivò il Giorno degli Scherzi e i due ragazzi tornarono
di nuovo al grande parco, dopo 20 giorni dalla prima volta. C’era un imbarazzo
tangibile tra i due e questo la agitava moltissimo. Poi, non si sa come, non si
sa perché un nuovo contatto… E allora furono fuochi d’artificio, esplosioni
nucleari e tornado!
Le apparenti differenze fra i due sembrarono scomparse, le
distanze accorciate, i mondi ravvicinati: erano uguali, nel loro essere diversi
da tutti gli altri, erano fatti della stessa essenza di sogni, arte e ideali,
dello stesso impasto semplice, ma saporito.
Da quel momento la ragazza e il cavaliere non si sono più
separati: ogni giorno combattono mostri e calamità naturali, uscendone a volte ammaccati, ma sempre più uniti.
Lui le
spiegò che a sua volta viveva in una torre e che da sempre si era sentito incompreso
e solo proprio come lei, fino al punto di cercare un modo per uscirne; le fece
scoprire che anche nella sua torre c’era una porticina, che si poteva aprire. Anche
se lui per andare da lei, come in ogni favola che si rispetti, aveva usato la
finestra, lasciata distrattamente aperta da qualcuno, forse dal subconscio
stesso della ragazza, che aveva bisogno per vivere di qualche spiffero di
novità.
La ragazza cominciò a saper individuare i confini della sua
torre e ad aprire finestre dove i muri le sembravano troppo spessi. Inoltre al
posto della porticina, collocò un bel portone: così ottenne una torre più luminosa
e più accogliente, ma che, come tutti gli edifici datati, aveva problemi di
stabilità… Questo la spaventò molto e a volte la spaventa ancora: certi giorni si
sveglia e trova enormi pezzi di parete completamente
crollati: amici da cui ha preso le distanze, rapporti logorati, scarsi
risultati universitari, cambiamenti nella sua famiglia… Ma ci sono anche dei
pietroni enormi, irremovibili, che non si scalfiscono neanche col diamante:
sono tutti quei punti fermi, le chiavi di volta della sua esistenza, quelle
persone che non l’hanno mai abbandonata e che mai lo faranno. E poi, di tanto
in tanto, trova anche nuovi mattoni e
nuove pietre con cui colmare le lacune, oltre che a contrafforti per
stabilizzare le parti pericolanti. Per cui la sua torre si sta trasformando in
una variopinta opera contemporanea alla Potsdamer Platz!
Decise un giorno che doveva fare in modo di avere un
passaggio veloce dalla sua torre a quella dove aveva vissuto per anni il
cavaliere: aprirono un enorme cantiere, a cui tutt’ora stanno lavorando. Si
tratta di una torre intermedia fra le due, collegata da ponti di corde; è una
torre nuova, tutta per loro, costruita per le loro esigenze. Giorno dopo giorno
portano materiali in più per costruirla. Per ora sono alle fondamenta, ma sta
venendo un bellissimo lavoro. Il progetto è, ovviamente, ambizioso e comporta
sacrifici da entrambe le parti, ma i due sono sicuri che ce la faranno: avranno
una torre bellissima, colorata, stabile, interessante, ben difesa dai mostri.
E se anche qualcuno o qualcosa, proverà ad entrare per mettere a soqquadro tutto
o per distruggere ciò che hanno costruito, loro resisteranno. Avranno armi di
difesa potentissime e cemento resistente per i danni subiti: fantasia,
intelligenza, cultura, rispetto reciproco, fedeltà, fiducia e, naturalmente,
amore…
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